Donne e Diritti: intervista a Stefania Fratto

a cura di Loriana Lucciarini

 

donne e diritti

 

Del lavoro e delle attività dell’Associazione Donne e Diritti vi ho parlato in un mio articolo qualche settimana fa.

Oggi per Cultura al Femminile intervisto Stefania Fratto, che ne è la presidente e fondatrice.

Stefania Fratto, ultima di otto figli, classe 1978, proviene da una famiglia di origine contadina e operaia. Laureata in Scienze politiche, master in comunicazione, è operatrice di centro antiviolenza.

Donna vulcanica e determinata, è riuscita a mettere in campo iniziative sociali sul territorio – per la precisione, a San Giovanni
in Fiore, paese sito nell'entroterra calabrese a milleduecento metri di altitudine, dunque area montana interna – con forza, determinazione e il giusto spirito di cittadinanza attiva.

La sua Associazione, Donne e Diritti, pratica il vero valore della restanza e chiede diritti, spesso negati, mobilitandosi per ottenerli.

 

Ciao Stefania, grazie per essere qui nel salotto di Cultura al Femminile.

Per iniziare vorrei sapere da te come nasce l’Associazione Donne e Diritti.

Donne e Diritti nasce nel periodo più tragico per l’intera umanità, quello del Covid e del conseguente lockdown.

In quella situazione, la carenza di un nosocomio locale e l’idea di essere trasferiti in una struttura distante dal proprio mondo, ha fatto vivere alla nostra comunità una tragedia nella tragedia.

Ti basti pensare che, nella prima fase della Pandemia, il nostro paese si è totalmente isolato per scongiurare lo scenario di un contagio disastroso, data la mancanza di strutture ospedaliere limitrofe.

Proprio sotto la spinta di questa paura mista a rabbia, alcune donne forti e coraggiose si sono aggregate per pretendere l’attuazione dei diritti costituzionali. Così si è partite a lottare per avere una sanità pubblica per i nostri figli, per i nostri mariti e per noi stesse: noi, unite in una sola voce gridavamo: “Sanità pubblica!”.

Abbiamo deciso di aprire la nostra sede nel Centro storico, allo scopo di far rivivere e qualificare il paese che altresì sarebbe destinato allo spopolamento, a causa della mancanza di lavoro e dei servizi sanitari. Noi vogliamo provare a cambiare la rotta.

La prima vittoria della nostra Associazione è stata l’arrivo del camper per la prevenzione senologica: le donne, a San Giovanni in Fiore, non facevano prevenzione da ventidue anni e, in tutti questi anni, per fare una mammografia era necessario recarsi fino a Crotone, a Cosenza, oppure andare a pagamento nelle cliniche private.
Queste ultime certo non alla portata di tutte. Così, quando nel luglio 2020 il camper è arrivato, per noi è stata una bella conquista.

Sono state eseguite cinquemila mammografie gratuite e, nelle giornate di screening, sono stati scoperti anche dieci casi gravi. Con la prevenzione abbiamo salvato la vita a queste donne!

Da quel giorno le battaglie sanitarie sono diventate il nostro obiettivo principale.
Pertanto abbiamo realizzato un sit-in durato diversi giorni, per evitare la chiusura del consultorio familiare e adesso stiamo lottando per il potenziamento dell’ospedale locale, cercando di far riaprire il punto nascita.
Nel gennaio del 2023 poi è arrivato anche il mammografo in ospedale: anche questa è una battaglia sociale, sanitaria e culturale vinta!

 

Avete dimostrato motivazione e determinazione…

Fa parte di noi: c’è sempre stata nella storia sociale della nostra comunità una funzione fondamentale delle donne.

Innumerevoli sono gli episodi, alcuni anche tragici, che hanno visto le donne Sangiovannesi in prima fila. Ad esse ci siamo
ispirate, da esse abbiamo tratto la forza per dire “Basta!”

Non vogliamo più subire passivamente, quasi come una condanna, il nostro essere nate ed essere rimaste a vivere nella nostra comunità.

Siamo cittadine d’Italia e rivendichiamo il pieno rispetto dei valori e degli impegni della nostra Carta Costituzionale. Così abbiamo deciso di impegnarci, con passione, dedizione e condivisione, come solo la forza di noi donne riesce a fare!
Nel corso di questi anni l’Associazione è diventata sempre più attrattiva e attiva. Ha dato voce, con un approccio di genere, ai drammatici problemi che si vivono a San Giovanni in Fiore.

Le iniziative hanno portato tante donne a riconquistare fiducia in se stesse, per renderle protagoniste sociale, perfino nelle Istituzioni.

E ciò avviene con un raro scambio di energie e forza: perché insieme si può. Non è facile e non è scontato. Perché le nostre donne hanno vissuto e vivono sulla propria pelle il dolore, il disagio, la crudezza del degrado dei servizi pubblici e lo smarrimento della
solitudine.

 

Come è cresciuta e si è sviluppata l’Associazione in questi anni?

Donne e Diritti cresce attraverso la creazione del Centro antiviolenza Mirabal, del Forno Solidale, dei laboratori degli antichi mestieri quali: ricamo, uncinetto, ferri, sapone.

Le attività sono realizzate per offrire un lavoro alle donne che subiscono violenza, alle migranti e alle donne che vivono disagi sociali e culturali.
Abbiamo anche creato diversi laboratori gratuiti rivolti ai bambini: quello di lettura, quello di inglese e di musica. Inoltre, abbiamo dato vita al Premio letterario Città di San Giovanni in Fiore, che nel 2024 vedrà la sua quarta edizione; un premio di rilievo, che ospita scrittori calabresi e nazionali, seguendo ogni anno filoni sociali di forte attualità.

 

In questi anni avete realizzato versi progetti: qual è il focus principale che li lega tutti?

L’Associazione Donne e Diritti è, al momento, l’unica voce di ribellione a San Giovanni in Fiore.

Ci battiamo per ottenere diritti sanitari e sociali, perché vivendo in area disagiata di montagna, ci rifiutiamo di essere emarginate e siamo determinate alla resistenza. Per sopravvivere. Per restare nella nostra terra.

 

 

 Cosa volete diventare? Su quali altre attività state lavorando?

Donne e Diritti vuole diventare un faro per la comunità Sangiovannese e non solo: vuole creare lavoro, lottare per i diritti delle donne e per i diritti di tutti.

Vogliamo consolidare i rapporti umani e creare uguaglianza: auspichiamo pertanto l’attuazione degli articoli della Costituzione, con l’applicazione dell’articolo 32.
Quindi ci battiamo per una sanità pubblica, dove una donna può partorire nel suo paese e tutti i cittadini della nostra comunità possano essere in grado di curarsi senza dover andare in altre città, dal momento che ci sono molti chilometri a dividerci da
Crotone e da Cosenza e, in inverno e con la neve, tutto diventa complicato.
La nostra Associazione, chiedendo diritti, vuole dare speranza e creare le condizioni per poter restare a vivere in Calabria.

 

donne diritti

Questa estate ho visitato San Giovanni in Fiore, il piccolo borgo che è un gioiellino, e ho potuto conoscere le donne che hanno dato vita a tutto questo, riuscendo a percepire l’impegno, la passione, la grinta che mettono in ogni loro battaglia.

Dunque mi piace immaginare che possano riuscirci: so per certo che ci proveranno fino alla fine.