Self-made: la vita di Madam C.J. Walker

Una serie televisiva Netflix basata sulla biografia di Sarah Breedlove, nota come Madam C. J. Walker.

di Antonia Romagnoli

Self-made: la vita di Madam C.J. Walker (che ha come titolo originale Self Made: Inspired by the Life of Madam C.J. Walker) è una miniserie televisiva, basata sulla biografia scritta da A’Lelia Bundles, On Her Own Ground, dedicata alla vita straordinaria della prima donna di colore che da sola e senza aiuto alcuno è riuscita a costruire un impero economico.

La miniserie si avvale di una protagonista d’eccezione, il premio Oscar Octavia Spencer, affiancata dalla nota Tiffany Haddish, attrice in numerose serie tv.

Madam C.J. Walker

Il serial Self-made: la vita di Madam C.J. Walker

La mini serie è costituita da quattro puntate, ciascuna di circa 50 minuti, ed è ambientata a partire dal primo decennio del Novecento fra St. Louis e Indianapolis.

Sarah Breedlove è una lavandaia che si ritrova a crescere da sola la propria figlia dopo che il marito, uscito dal carcere, diventa violento. La fatica e lo stress portano la donna a una seria perdita di capelli, ma l’incontro con  Addie Munroe, una arrembante imprenditrice che produce e vende un prodotto per la ricrescita, le cambia la vita: non solo Sarah vede tornare la propria chioma sana, ma scopre in sé nuove risorse e desiderio di mettersi in gioco. Addie, però, non accetta il cambiamento di Sarah e non la accoglie nel team delle venditrici.

Sarah si mette alla prova con un progetto molto più grande, produrre da sé una nuova crema ed entrare nel mercato.

Con un nuovo compagno al fianco, che la sprona a dare il meglio, Sarah intraprende la nuova carriera, fra alti e bassi. Trasferitasi a Indianapolis, nonostante le difficoltà, riesce ad emergere, con il marchio Madam C.J. Walker, che col tempo diventerà leader del mercato , portando lei e la sua famiglia oltre ogni aspettativa, anche a costo di grandi sacrifici.

Madam C.J. Walker

Tre motivi per vedere questo serial

Primo, Octavia Spencer è sempre grandissima. L’espressività di questa attrice è unica e riesce a calarsi in questo personaggio, tratteggiandone le luci e le ombre.

Secondo, la storia sociale che racconta. Non scontato, mai, il nostro passato. Soprattutto oggi, in cui il tema del razzismo si è fatto di primo piano, vedere una prospettiva diversa, quella del microcosmo della “gente di colore” ai primi del Novecento, è molto istruttivo. Perché, appunto, si tratta di un microcosmo, separato e avulso dal contesto del “mondo dei bianchi”.

Terzo, qualche volta le fiabe finiscono bene anche nella realtà. Fra alti e bassi, nelle difficoltà, vediamo dipanarsi un’avventura per la cui protagonista facciamo il tifo… e possiamo gioire con lei del risultato.

Tre motivi per non vederlo

Primo, tutto sommato lo sviluppo è un po’ affrettato e lo spettatore fatica a star dietro alla trama e alla cronologia.

Il serial più spesso promette, ma non mantiene: ci si aspetta che succeda qualcosa, ma si ha l’impressione che tutto scivoli via, senza apici di emozione e senza troppo pathos.

terzo: i personaggi sono mortificati dallo scorrere degli eventi: la relazione fra le due imprenditrici non emerge mai con il giusto coinvolgimento dello spettatore, e così anche il vari rapporti familiari.

Si ha l’impressione che vicende, attori e personaggi siano tenuti a un guinzaglio troppo corto.

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Madam C.J. Walker

La vera storia di Madam C.J. Walker

Madam C.J. Walker nacque il 23 dicembre 1867 a Delta, nella Louisiana, nel clima confuso che aveva seguito la guerra di secessione. Gli schiavi affrancati vivevano in estrema povertà, anche laddove erano riusciti a lasciare le piantagioni.

Sarah fu la prima figlia a nascere libera.

Dopo un’infanzia difficile, in povertà, si sposò a soli quattordici anni, divenne madre a diciotto e rimase vedova a venti.

I problemi domestici e la mancanza di denaro condussero Sarah a perdere molti capelli. Non era solo lo stress, ma una serie di concomitanze: mancanza d’acqua corrente nelle case, lavaggi con detergenti troppo aggressivi, scarsa igiene e altri fattori si sommavano creando a lei, come a tante altre donne, un problema estetico molto serio.

In vendita erano presenti prodotti indirizzati a questo target di acquirenti, fra cui “Poro”, inventato da Annie Malone (nel serial Addie Munroe) che dal 1902 operava a St. Louis, in previsione della fiera mondiale del 1904: Sarah Walker per un periodo lavorò per lei come venditrice, imparando le tecniche della commercializzazione.

Quando, alcuni anni dopo, si trasferì a Denver e sposò Charles Joseph Walker, un venditore di pubblicità ai giornali, decise di diventare lei stessa imprenditrice nel settore, cercando una formulazione che potesse aiutare la ricrescita dei capelli e il trattamento delle varie problematiche riscontrate dalle donne di colore nella cosmesi dei capelli.

Nell’azienda coinvolse tutta la famiglia, vendendo lei stessa porta a porta il proprio prodotto, col marchio Madam Walker’s Wonderful Hair Grower, facendosi aiutare dal marito nella parte del marketing e dalla figlia per le vendite per corrispondenza.

L’azienda cresceva, impegnando Madam C.J. Walker e il marito in lunghi tour per gli Stati Uniti, finalizzati alla promozione del marchio.

Nel 1908, a Pittsbourgh  aprirono il Lelia College, un istituto professionale dove giovani donne di colore potevano imparare le basi della cosmesi e della tricologia, per diventare venditrici dell’azienda, con la qualifica di “hair culturists” o “Walker agents”.

Negli anni successivi, Quella nata come un’impresa familiare diventò un vero impero della cosmesi, grazie all’apertura di centri estetici e di filiali in tutti il territorio statunitense.

Alla sua morte, nel 1919, Sarah Walker lasciò un patrimonio allora valutato 600 000 dollari (pari a 6 milioni di dollari di oggi).

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