Luna, anima profonda, bellezza che nasconde segreti, come occhi di donna che sanno creare mondi e incantesimi.

Uno sguardo che penetra nell’interiorità della coscienza  femminile,  nella sua fragilità e nella sua grandezza, quello di Maria Cristina Sferra in questa sua seconda silloge, “Ombra di luna”. Qui l’autrice indaga il lato oscuro della donna, quel lato di noi che spesso teniamo nascosto e lasciamo soltanto intuire, invisibile a chi non sa guardare:

Sono me stessa e tutte le altre donne del mondo

Sono lo sgomento,  il tormento, il dolore profondo

Sono le mani, il rosso sangue e la paura

Nei suoi versi Cristina accoglie le sensazioni che percepisce intorno a sé – il dolore, le paure, le angosce – e le trasforma in poesia.

Plasmo il tempo

in petali di tempesta

e stami di mistero

Cristina riesce cosi ad essere voce universale, capace di esprimere il grido silenzioso di tutte le donne.

Apro il pensiero

accolgo il vento

Sono terra bagnata dalla pioggia

Apro gli occhi

Accolgo quel che sento

Volti di donna, incontri di anime, alcuni brevi come soffi di vento, altri profondi e duraturi.

Tutte le donne che Cristina racconta e ricorda sono la Donna

“fragile, forte, irripetibile”

che l’uomo dovrebbe sempre rispettare e amare.

Rosa è la vita

Folta la chioma scura.

La sua, la mia,

quella delle altre,

innumerevoli

e mai nominate,

nascoste nell’ombra

Cristina racconta le donne – la donna – e racconta anche se stessa. Emerge cosi il lato nascosto della poetessa, quello che nella vita di tutti i giorni riesce a coprire di strati e di sorrisi anche quando il dolore brucia.

Rarefatto è il tuo nome

così come il mio cuore.

Preziosa creatura

ad anni luce di dolore

Il ricordo di sua madre, morta troppo presto, è una presenza costante. Non è solo ricordo, ma dolore che non la abbandona e continua a vivere nella mancanza.

Il dolore lo sento,

in ogni singolo momento

dell’assenza tua

che sola mi è rimasta accanto

Nascosta tra le pieghe dell’anima, mascherata da un sorriso, c’è la morte quasi sfiorata, la malattia vissuta con paura, ma anche forza, una battaglia vinta contro il male.

“Io l’ho visto il veleno di fuoco

entrare dentro il mio corpo”

 

Apparire serena per vincere la paura e alla fine essere più forte

Se solo tu sentissi

dove inquieta dorme la paura

…ma sono un’abile mentitrice

e ti racconto soltanto la mia allegrezza

C’è poi un dolore che è diventato compagno di ogni giorno, una sofferenza a cui ci si può abituare, ma che continua a fare male

Vi è nel mio corpo

un vuoto che pare piccolo,

ma che è immenso

Lì è contenuta l’infinita mancanza.

Un figlio, un seno, una carezza

Non più figlia, non madre, ma donna con una grande forza dentro, amore da donare e la capacità di raccontare le emozioni, il dolore e la bellezza.

Possiamo riconoscerci nelle parole di Cristina, vivere e sentire i suoi pensieri immergendoci nella sua Poesia che, come l’arte giapponese del Kintsugi, sa rendere prezioso ciò che si è rotto

Colare l’oro della parola

nelle crepe dell’anima

per far brillare

il prezioso dolore,

lo strappo

che tiene insieme la vita

 

 

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Sinossi:

Il lato oscuro dell’universo femminile contempla istinti d’amore e di rabbia, visioni arcane e passioni nascoste, silenzi e dolori, segreti preziosi custoditi nel profondo, tutto ciò che per pudore o timore quasi sempre viene taciuto.

Una raccolta di quarantadue poesie che indagano, raccolgono moti, esplorano anime, per dare forma e voce alla misteriosa zona d’ombra delle donne.

Titolo: Ombra di luna

Autore: Maria Cristina Sferra

Edizione:  CreateSpace Independent Publishing Platform, 2017