Liala – la donna che inventò la letteratura al femminile.

Liala è un nome molto noto alle lettrici meno giovani, che riporta alla mente un intero mondo letterario al femminile, fatto si storie d’amore, di militari coraggiosi, di donne in cerca di felicità e di emancipazione, di un intero universo di sentimenti narrato da una penna lieve, femminea… leggera come il frullare di un’ala.

E un’ala volle, nel suo nome, Gabriele d’Annunzio in persona, che cambiò il nome vero della  scrittrice, Liana, in modo che in esso apparisse il suono di un ‘ala.

Egli, l’Esteta per eccellenza, nella scrittura di questa donna vide l’innovazione, la capacità evocativa che ha fatto di lei, intorno alla metà del Novecento, una scrittrice celebre e amatissima. Fra loro, nonostante tante illazioni, non ci fu mai nessun flirt, ma solo stima professionale.

Liala

Ma chi era Liala?

Amalia Liana Negretti Odescalchi, che diventerà Liala, nacque nel 1897 in provincia di Como: il lago sarà in seguito uno dei principali scenari in cui muoverà i suoi personaggi.

La sua famiglia, come si evince dal nome, aveva origini nobili, ma non possedeva grandi finanze. Amalia Liana si sposa nel 1919 con un uomo molto più anziano di lei, Pompeo Cambiasi, anche lui di nobili natali e dal patrimonio assai solido. L’unione è felice solo per un breve tempo, ma genera due figlie, Primavera e Serenella,  la prima nel ’24 e la seconda nel ’29. Già dopo la nascita di Primavera, però, l’unione comincia a traballare: Pompeo si aspetta dalla moglie un atteggiamento da angelo del focolare, mentre lui riprende la vita sociale e le abitudini da scapolo.

Liana non è donna da vita domestica. Per un breve periodo i due si riavvicinano – e il rinato affetto viene testimoniato dalla nascita di Serenella – ma ormai la coppia ha esaurito il reciproco interesse.

Nei primi anni del matrimonio, dopo il trasferimento a Moneglia, Liala intraprende una carriera giornalistica per il giornale locale, dimostrando di essere un’autrice abile e a suo agio con la scrittura.

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liala centurione

Vittorio Centurione Scotto

Il grande amore di Liala

Il grande amore di Liala, però, è un altro uomo. Il marchese Vittorio Centurione Scotto è di qualche anno più giovane di lei, è un pilota dell’areonautica e ha tutte le caraatteristiche del protagonista maschile di un romanzo d’amore. Bello, sfrontato, coraggioso: come i personaggi che Liala descriverà nei suoi libri, Vittorio Centurione conquista il cuore della bella e trascurata signora Cambiasi. Lui ha solo 24 anni, lei 27 ed è sposata: il mondo, e soprattutto la famiglia di lui, si oppone al legame. I due non hanno modo di combattere a lungo per il loro amore, perchè solo due anni dopo il primo incontro, Scotto, al comando del suo idrovolante durante un allenamento per la coppa Schneider, morì precipitando nel lago di Varese.

Questa perdita segna Liala profondamente.

Dopo la morte di Scotto, per un breve periodo si riavvicina al marito, ma già alla nascita di Serenella la definitiva separazione è imminente.

Nel 1930 il matrimonio finisce, e solo un anno dopo, Liala si libra nel panorama letterario come una vera aquila reale. Il suo primo romanzo, Signorsì, viene pubblicato da Mondadori e viene esaurito in 20 giorni. Ancora oggi, è il suo più famoso scritto.

Non aspira a essere alta letteratura, quella di Liala, ma di fatto segna un’epoca, una cultura e soprattutto, più di una generazione.

Nel  2018, con la pubblicazioni di documenti legati alla vita di Scotto, tuttavia, il legame fra lui e Liala è stato messo in dubbio. Sembra infatti che la scrittrice si sia ispirata a lui senza averlo conosciuto di persona, ma di aver costruito una finzione letteraria intorno a lui solo per la fama dell’aviatore.

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Il secondo amore.

Quello che  è assolutamente certo è che la scrittrice, ora affermata, nel 1930 si lega sentimentalmente a Pietro Sordi, anche lui pilota militare. Pietro vola con gli idrovolanti, ma ben presto è costretto a rinunciare alla sua carriera a causa della relazione con Liala: un pilota militare non può intessere relazioni con una donna separata. Egli sceglie l’amore e diventa compagno di vita di Liala, fino al 1948.

In questi anni l’attività letteraria è intensa di successo: principalmente i suoi protagonisti maschili appartengono all’ambiente dell’aeronautica militare, che lei conosce bene e che continua ad affascinare lei e le lettrici. Non mancano note autobiografiche e accenni a fatti storici.

Il mondo in cui Liala muove i suoi personaggi è quello di un’Italia fiera, ricca, nobile: non si parla di società o di politica, ma tutto avviene come in un mondo fiabesco, lontano dai clamori della accesa politica del periodo.

Continuerà a scrivere durante la guerra e il suo mondo resterà intatto, almeno fino al 1948, anno della fine del suo rapporto con Sordi.

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La vita dopo Sordi

Liala rimane una donna forte, che saprà sfruttare ogni esperienza di vita per costruire romanzi.

Nel 1950 pubblica Ombre di Fiori sul mio cammino, la cui trama racconta di una giovane donna di nome Liana, costretta a sposare un uomo che non ama. Il vero amore si rivela un nobile aviatore, il suo destino però è tragico. In questo libro, molti hanno voluto ravvisare il legame con Scotto, reso esplicito dopo il termine della relazione con Sordi.

Gli anni cinquanta sono quelli in cui l’autrice semina nelle opere frammenti di se stessa, della vita passata o di quella che avrebbe voluto vivere. Spesso, l’ombra di un destino di dolore e di separazione incombe sulle coppie di cui ci racconta.

Opera dopo opera, Liala esce sempre di più dalla realtà, per portare con sé il lettore in un modo di favola, dove l’amore trionfa e dove i buoni vengono premiati.

L’amore, il mondo dorato della nobiltà, qualche nota di ribellione sociale diventano parte integrante della sua produzione fra gli anni ’50 e ’70.

Il mondo è cambiato, ma non quello che Liala crea nelle sue pagine, perenni rifugi del cuore, per lettrici che non vogliono rinunciare al romanticismo.

Confidenze di Liala

Liala è regina del romanzo rosa italiano, ma è anche la prima a pensare in Italia a una rivista femminile. Con lei nasce infatti Confidenze di Liala, una rivista settimanale che raccoglie al suo interno racconti, articoli, lettere, servizi di attualità e consigli. Una formula vincente, tanto che oggi il settimanale, se pur diventato solo “Confidenze” è ancora fra i più amati dalle donne, grazie alla sua capacità di stare al passo coi tempi, di rinnovarsi e di unire le generazioni col filo conduttore, inossidabile, della letteratura al femminile.

La produzione letteraria

Liala muore nel 1995 a 98 anni. Si spegne serenamente, come un personaggio importante d’un romanzo d’amore, nella bella villa “La Cucciola” a Varese. Con lei ci sono le figlie e la governante, Tilla, una figura importante della sua vita.

Liala è qualcosa più di una scrittrice, è la storia della letteratura al femminile di un’Italia intenta a fare altro, mentre i sogni d’amore volano liberi in un mondo a parte. Liala è parte di un eterno femminino inafferrabile e glorioso, nel quale il rosa è una delle tinte dell’arcobaleno.

Autrice di oltre ottanta romanzi, due dei quali pubblicati postumi, stupisce ancora oggi i lettori per la sua modernità, per la capacità di descrivere quasi pittorica, di raccontare la vita.  I suoi libri hanno venduto più di dieci milioni di copie solo in Italia e l’hanno resa una delle scrittrici di romanzi d’appendice più famose del Novecento a livello internazionale.

Da molti anni l’editoria, a quanto pare, si è dimenticata di lei, al pari della grande Carolina Invernizio. La critica non è stata clemente verso il suo lavoro: i suoi libri sono stati definiti melensi, oggi sono considerati datati. Il mondo di Liala è quello di un passato che certo è diverso dalla vita moderna. Sono cambiate le donne, sono cambiati gli obiettivi della letteratura al femminile, ma chi ha la fortuna di trovarsi fra le mani le opere di Liala, non può non restare per qualche tempo sospeso nel sogno con lei, come si fa da bambini in una bella fiaba.

 

I Libri di memorie e gli inediti.

Sue sono i libri di memorie che Liala ha lasciato, Voci dal mio passato, Milano, Valsecchi, 1949 e  Diario vagabondo, Milano, Sonzogno, 1977. È nel primo che Liala accenna alla sua presunta relazione con Scotto, chissà se romanzando la propria vita a discapito della realtà.

Nel 2007 e nel 2011 sono stati pubblicati da Sonzogno Con Beryl, perdutamente e Un ballerino in paradiso, i due romanzi inediti di Liala, su cui la scrittrice aveva iniziato a lavorare all’inizio degli anni Novanta, rimasti interrotti a causa della cecità che iniziò ad affliggerla di lì a poco; entrambi sono stati completati da Mariù Safier, che ne delineò i finali sulla base del racconto che Liala aveva affidato alla figlia Primavera.

«Liala è una regina e non ho mai incontrato testa coronata più composta e azzurrata di questa»

Queste sono le parole di Aldo Busi, nel quale il giornalista sintetizza l’atteso ed emozionante incontro con Liala, novantenne, da cui scaturirà un libro, L’amore è una budella gentile, saggio intervista di cui la scrittrice è protagonista.

https://www.150anni.it/webi/stampa.php?wid=2078&stampa=1

 

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