giardino segreto

“Il giardino segreto” di Frances Hogdson Burnett

Recensione di Elisabetta Corti

Ho letto questo libro non so quanto tempo fa per la prima volta. Credo fossi alle medie, non sapevo nulla della trama, mi attirò la copertina piena di fiori colorati.

Non è un segreto che Mary non sia simpatica ai più. Soprattutto quando si è più piccoli, almeno inizialmente si fa fatica a comprendere il processo che porta Mary ad essere quella “Mistress Mary, quite contrary”, una a cui non va mai bene nulla.

Mary è la figlia di una agiata coppia inglese che vive nell’India allora colonia della Gran Bretagna. Non è desiderata, ed alla sua nascita viene affidata alla servitù, con la quale cresce viziata e prepotente.

La sua esistenza è ignorata a tal punto che, a causa di una epidemia di colera, ci vogliono due giorni affichè qualcuno scopra che è l’unica sopravvissuta.

È il momento di svolta per Mary, che dall’India si trasferisce a Misselthwaite Manor nello Yorkshire, affidata alle cure dello zio Archibald Craven.

“Mistress Mary” è il titolo che inizialmente Frances Hogdson Burnett aveva scelto per questo romanzo. Si trasforma in seguito in “Il giardino segreto”, indicando già nel titolo un piccolo mistero.

La realtà è che per Mary i misteri sono molti, e non tutti sono veri e proprio luoghi. Sono più che altro sentimenti e sensazioni mai provati nei suoi primi 10 anni di vita.

Il primo tra tutti, l’amicizia. Abituata a vivere e comunicare solo con la propria Ayah, Mary si trova inizialmente spiazzata nel conoscere Martha, una ragazza dello Yorkshire a servizio a Misselthwaite Manor.

Non è un feeling immediato quello tra Mary e Martha. Quest’ultima diventerà però per Mary un punto di riferimento ed una sincera compagna di chiacchiere.

Sarà lei stessa a spingerla a giocare nei giardini ed a raccontarle della brughiera. Ora così brulla e dura, si risveglierà in una esplosione di colori durante la primavera.

Nasce in Mary la curiosità per quel giardino di cui Martha le ha raccontato, ed anche per quello zio che non ha mai incontrato. Un zio gobbo e solitario, che non vuole incontrare la nipote e che passa gran parte del suo tempo a Londra per affari.

Non ci vorrà molto a scoprire il giardino segreto, e non lo dico per rivelare un colpo di scena.

L’autrice sembra anzi voler condividere principalmente con il lettore questa scoperta, a pochi capitoli dall’inizio. Quando Mistress Mary è già diventata qualcun altro.

Frances Hogdson Burnett pubblica “Il giardino segreto” prima a puntate, su una rivista americana. In seguito lo trasforma in un vero e proprio romanzo, pubblicandolo nel 1911 ed indirizzandolo ad un pubblico adulto.

Ha un forte legame con la spiritualità e con la natura, che rispecchiano alcuni dei temi del romanzo. In particolare, il pettirosso dagli atteggiamenti umani che aiuta Mary a scoprire il giardino segreto.

Il legame con la brughiera riporta alle sue radici anglosassoni. La rinascita della brughiera in primavera segue il percorso di rinascita degli elementi e di alcuni dei personaggi del libro.

Il giardino segreto è di nuovo una metafora del cambiamento. Ciò che avviene prendendosi cura di qualcosa, mettendo amore nelle proprie azioni.

La trama è quasi contemporanea alla pubblicazione, e si può leggere (nemmeno troppo nascosto tra le righe) una denuncia.

Quella delle abitudini del tempo in merito all’educazione dei bambini e dei giovani ed alla loro salute.

Costretti in casa, sotto la rigida sorveglianza di educatrici e tate, i bambini erano spesso annoiati e malaticci, a volte con problemi fisici causati dalla estrema sedentarietà.

Il cambiamento di Mary nel momento in cui è spinta da Martha ad uscire a giocare nella brughiera, anche se il tempo non è sempre clemente, è indicativo di quanto la vita all’aria aperta potesse essere un toccasana sia per il corpo che per la mente.

È infatti in seguito a questo cambiamento di abitudini che Mary lascia che la curiosità e l’immaginazione la guidino. Sia nei suo giochi nei giardini della villa, sia nei lunghi corridoi e attraverso le stanze di quella solitaria casa.

E poi là, da dove proviene un sommesso pianto di bambino.

Frances Hgdson Burnett muore il 7 ottobre del 1924. Sono passati 13 anni dalla pubblicazione de “Il giardino segreto”, ma nel suo necrologio non appare questa opera, che al tempo ebbe molto meno successo degli altri suoi due romanzi: “Il piccolo Lord” e “La piccola principessa”.

Con l’innalzamento dell’età scolare, divenne però uno dei principali libri della letteratura per bambini e ragazzi.

Attualmente è considerato uno dei più famosi e bei libri di letteratura per l’infanzia, superando in popolarità (per scelta di letture scolastiche) i suoi due “fratelli” di carta.

Nota. Nonostante la fama del libro, ho deciso di omettere quasi completamente la trama e i piccoli misteri che girano attorno a Misselthwaite Manor. Che sia perché non lo si è mai letto, o perché lo si è dimenticato, preferisco lasciare ai lettori – grandi e piccoli- la gioia della scoperta.

 

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Titolo: Il giardino segreto
Autore: Frances Hogdson Burnett
Editore: BUR