Il cuore di una scrittrice

di Lucia Boncompagno

Dopo lunghissimi mesi di costante ed indefesso impegno era arrivata alle battute finali del suo primo romanzo. Il suo cuore -tumtumtum- pulsò orgogliosamente. Parecchie ore più tardi, un po’ preoccupato dal prolungato silenzio della tastiera, il cuore iniziò a tamburellare con più insistenza -tutumtutumtutum- sperando di trasmettere qualche vigore alla vena creativa inceppata. Lei, la proprietaria del cuore, intanto giocava con una ciocca di capelli attorcigliandola al dito indice, il dito creativo, quasi a chiedere ispirazione. In fondo i capelli sono più vicini al cervello. Ci voleva un finale incisivo, servivano delle parole affilate per colpire il lettore. Il protagonista era un bastardo, incapace di sentimenti, bugiardo, ma lei lo amava, cioè la protagonista l’amava, e il titolo del romanzo era pur sempre “Il trionfo dell’amore”. Scelto da tempo, ancora prima di iniziare l’opera. Ad un tratto finalmente l’IDEA, le parole incantatrici, l’epilogo catartico. Il cuore entrò in stato fibrillatorio – tutumtutumtutum- l’emozione era incontenibile. Lei soffiò la polvere dalla tastiera, liberò l’indice dal groviglio di capelli, aprì le virgolette e scrisse di getto e con soddisfazione:

 “Sì. Il mio cuore ti perdona. Ogni battito sottolineerà sempre e per sempre il trionfo del nostro amore”.

 Il cuore accelerò le pulsazioni –tutttttumtuttttttumtutttttttum–  sprigionò un calore insostenibile poi, ad esprimere il suo totale disaccordo, battè l’ultimo tum e si fermò.

Lei riuscì ad aggiungere la N  a FI (scritto maiuscolo) ma non la E.

 

 

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