“Curiosità sull’uva”
A cura di Lina Mazzotti
L’uva è il frutto della vite composto da acini più o meno piccoli, rotondi o oblunghi e il grappolo è il raggruppamento dei suoi acini.
L’uva ha diverse tonalità di colore, le uve bianche, uve nere o rosate, con tantissime varietà. La principale distinzione è fra uva da vino o da tavola e uve da essiccare. L’Italia è il paese leader europeo della produzione e dell’esportazione, con i suoi 13 milioni di quintali di uva.
L’uva è un frutto antichissimo tracce dei suoi semi carbonizzati risalenti al Mesolitico (7.000 a.C.) sono stati ritrovati in Italia e in Francia. Gli storici ritengono che intorno al 600 a.C. i Fenici l’hanno portata in Europa, e poi è arrivata in Italia tramite i Romani.
L’uva veniva usata come un antico metodo di cura: l’ampeloterapia, dal greco “ampelos”, vite, sfruttando le proprietà diuretiche e lassative del frutto. Per molti secoli l’uva è stata impiegata per produrre il vino, soltanto alla fine del XVII secolo è comparsa nelle tavole dei nobili come frutta per diventarne dopo diverso tempo un alimento popolare.
L’uva sulle tavole ha sempre rappresentato simbolo di ricchezza, ancora oggi a fine anno è simbolo benaugurale di salute, benessere e prosperità.
Pensando all’uva ci viene in mente Bacco dio del vino e della vendemmia, e del divertimento, il suo culto arrivò nella penisola Italica nel II secolo a.C. Spesso viene raffigurato come un uomo col capo incoronato di pampini, solitamente ebbro, con in mano una coppa di vino.
Proprietà salutari
Molte sono le proprietà benefiche dell’uva; gli acini sono conosciuti per l’effetto utile sulla pelle, grazie a proprietà rivitalizzanti, validi anche applicati sull’herpes. La buccia dell’uva, specialmente quella nera contiene notevoli quantità di polifenoli, che hanno proprietà antiossidanti. Questo frutto aiuta anche in caso di stitichezza e problemi connessi alla circolazione venosa.
L’uva contiene zuccheri semplici perciò facilmente digeribili, oligoelementi, è ricca di sali minerali, come zinco, potassio, magnesio, ferro e vitamine del gruppo B, A e C. Perciò può essere consumata da tutti, a eccezione delle persone diabetiche per l’elevato contenuto di zuccheri e con moderazione da soggetti affetti da colite.
L’uva nell’arte
La scultura marmorea Il Bacco di Michelangelo Buonarroti del 1496-1497 è conservata nel Museo Nazionale del Bargello a Firenze. Michelangelo considera la simbologia dell’uva come metafora di vita.
Molte sono le rappresentazioni figurative specialmente nell’arte romana a Pompei con nature morte.
Naturalmente in pittura i significati dell’uva sono complessi e possono essere sia a sfondo religioso che profano.
Molto interessante è l’opera del 1700 dal titolo Uve di Bartolomeo Bimbi, un singolare campionario di grappoli d’uva che riproduce con estrema precisione le principali varietà di uva prodotte nel granducato di Toscana.
“Natura morta con uva e garofano” 1880 di Henri Fantin-Latour.
Sul lato destro della facciata del Duomo di Milano è raffigurato il trasporto del grosso grappolo d’uva segno della fertilità e dell’abbondanza della terra promessa.
In Cucina
L’uva in cucina si consuma in moltissimi modi e ricette sia come macedonia, anche cotta o appassita per dolci tradizionali, ma può essere inserita anche in gustosi secondi piatti di pesce e di carne. Oggi vi propongo questa marmellata essendo che è il periodo della vendemmia.
Marmellata di mosto d’uva
Occorrente:
- 1 litro di mosto di uva, lo si può preparare passando gli acini di uva bianca o nera in un passa verdura al momento che iniziamo la preparazione della marmellata.
- 1 kg di mele
- 200 gr di zucchero
- Mettere il succo di uva in una pentola a fondo spesso di acciaio. Aggiungere le mele sbucciate e tagliate a pezzetti piccoli con lo zucchero.
Cuocere a fuoco basso, facendo attenzione a mescolare, le mele saranno completamente cotte in un’ora. La giusta consistenza della marmellata si vede versando una piccola quantità in un piattino e se raffreddata non colerà inclinando il piatto il tempo di cottura è raggiunto.
Invasare la marmellata bollente in barattoli pulitissimi. Chiuderli e rovesciarli, coprendoli con un panno. Lasciarli raffreddare e capovolgendoli controllare che i tappi siano chiusi perfettamente, cuocere poi a bagnomaria per 20 minuti per garantire la lunga conservazione.
Straordinaria al mattino a colazione e a merenda, con pane fresco e con formaggi stagionati.