Compiuta Donzella.

La prima poetessa in volgare

Articolo di Romina Angelici

Compiuta Donzella

Compiuta Donzella è il nome con cui viene indicata la prima poetessa fiorentina a comporre versi in volgare toscano, vissuta nel XIII secolo.

Appartenente, infatti, alla Scuola toscano-siciliana di lei sono rimasti 3 soli sonetti, composti nello stile provenzale passato per l’esperienza della Scuola siciliana di Federico II poi diffusasi nei vari comuni italiani e in particolare in quelli toscani.

Se di questa corrente poetico-letteraria sono più famosi esponenti i nomi di Guittone d’Arezzo e Bonagiunta Orbicciani, studiati sui libri di scuola, bisogna fare posto tra le loro fila anche a questa valente signora che non sfigura di certo.

Compiuta Donzella

Donna Compiuta

È lo stesso Guittone che a lei si riferisce i n una delle sue lettere indirizzandole la sua quinta epistola e ritornando più volte secondo un gioco etimologico a lui caro sul termine Compiuta

“Soprapiacente donna, di tutto compiuto savere, di pregio coronata, degna mia Donna Compiuta, Guitton, vero devotissimo fedel vostro, de quanto el vale e po’, umilmente se medesmo raccomanda voi”.

È lecito quindi pensare che Compiuta Donzella fosse di nobili origini e avesse beneficiato di un’ottima istruzione che le aveva aperto le porte delle raffinatezze della musica e della poesia.

È uno pseudonimo?

Per rintracciarne la vera identità sono state fatte molte ipotesi, dato che lo pseudonimo usato poteva essere riferito a qualsiasi ragazza nubile piena di tute le virtù (letteralmente) sebbene va considerato che il nome Compiuta fosse largamente usato a Firenze e Donzella  un cognome attestato in Toscana e in Sicilia nel Medioevo.

Di certo la necessità di ricorrervi forse si deve al timore di esporre il suo vero nome a un pubblico non incline a dare la parola al gentil sesso in un contesto socioculturale del tutto sfavorevole.

Compiuta Donzella

Non ho desio né voglia

Il sonetto A la stagione che ‘l mondo foglia e fiora di Compiuta Donzella raggiunge un’armonia stilistica e tematica che prefigura le liriche petrarchesche.

«A la stagion che ‘l mondo foglia e fiora
acresce gioia a tut[t]i fin’ amanti:
vanno insieme a li giardini alora
che gli auscelletti fanno dolzi canti;

la franca gente tutta s’innamora,
e di servir ciascun trag[g]es’ inanti,
ed ogni damigella in gioia dimora;
e me, n’abondan mar[r]imenti e pianti.

Ca lo mio padre m’ha messa ‘n er[r]ore,
e tenemi sovente in forte doglia:
donar mi vole a mia forza segnore,

ed io di ciò non ho disìo né voglia,
e ‘n gran tormento vivo a tutte l’ore;
però non mi ralegra fior né foglia.»

La “malmaritata”

Il tema della poesia è quello di una ragazza data in sposa dal proprio padre a un uomo che non ama. Il sonetto è costruito sul contrasto tra la bella stagione in cui gli innamorati possono dare sfogo al loro sentimento e la infelice situazione di forzatura in cui si trova la poetessa che le procura un continuo tormento.

Gli altri due sonetti…

Le altre poesie  di Compiuta Donzella sono Lasciar vorria lo mondo e Dio servire, dove emerge il contrasto fra il suo proposito di diventare monaca e quello del padre deciso ad obbligarla a contrarre matrimonio, e Ornato di gran pregio e di valenza, dedicato al poeta Chiaro Davanzati.

Compiuta Donzella

 

La rivalutazione romantica

Il critico Francesco De Santis nella sua Storia della letteratura italiana favorisce la valorizzazione di Compiuta Donzella e se i suoi tre sonetti rimasti sono raccolti nel Codice Vaticano Latino 3793, la maggiore raccolta di liriche italiane che si estende dalla Scuola Siciliana promossa da Federico II di Svevia agli autori pre-stilnovisti non può essere solo un caso, anzi!

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https://www.treccani.it/enciclopedia/compiuta-donzella