Resto qui – di Marco Balzano
Recensione di Franca Adelaide Amico
Una storia vera e toccante quella raccontata nel libro di Marco Balzano, Resto qui, edita da Einaudi nel 2018.
È la storia della cittadina di Curon, sommersa dalle acque della diga sconsideratamente costruita negli anni cinquanta del Novecento. “
Resto qui è la storia di chi, malgrado tutto, rimane aggrappato alla propria terra, alle proprie abitudini e al proprio lavoro.
Curon era una terra fertile, ricca di pascoli e piena di gioia nella sua semplicità; questo, fino a quando, gli interessi economici prevaricatori decisero diversamente:
la costruzione di quella diga che doveva apportare la ricchezza dell’ oro bianco, fu del tutto fallimentare ed ebbe il solo risultato di sommergere un intero paese.
Si snoda con sapiente maestria la storia di Curon e l’autore, Marco Balzano, con profonda sensibilità, scolpisce eventi e personaggi.
Fascismo e Nazismo si alternano nella cittadina di Curon: caso unico, forse, nella storia d’Italia. Balzano, potente nella sua scrittura, lascia a noi, lettori, un pezzo della storia di personaggi e di vite che ci rimangono appiccicate addosso.
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Sinossi
L’acqua ha sommerso ogni cosa: solo la punta del campanile emerge dal lago.
Sul fondale si trovano i resti del paese di Curon. Siamo in Sudtirolo, terra di confini e di lacerazioni: un posto in cui nemmeno la lingua materna è qualcosa che ti appartiene fino in fondo.
Quando Mussolini mette al bando il tedesco e perfino i nomi sulle lapidi vengono cambiati, allora, per non perdere la propria identità, non resta che provare a raccontare.
Trina è una giovane madre che alla ferita della collettività somma la propria: invoca di continuo il nome della figlia, scomparsa senza lasciare traccia.
Da allora non ha mai smesso di aspettarla, di scriverle, nella speranza che le parole gliela possano restituire. Finché la guerra viene a bussare alla porta di casa, e Trina segue il marito disertore sulle montagne, dove entrambi imparano a convivere con la morte.
Poi il lungo dopoguerra, che non porta nessuna pace.
E così, mentre il lettore segue la storia di questa famiglia e vorrebbe tendere la mano a Trina, all’improvviso si ritrova precipitato a osservare, un giorno dopo l’altro, la costruzione della diga che inonderà le case e le strade, i dolori e le illusioni, la ribellione e la solitudine.
Una storia civile e attualissima, che cattura fin dalla prima pagina.