Liquirizia di Claudio Loreto

Recensione di Piera Nascimbene

Liquirizia di claudio loreto

Un titolo così particolare per un romanzo bellissimo che parla sì di guerra, ma anche di onore, di rispetto, di nostalgia, di rinuncia, di rimpianto e di molto amore.

In una Stalingrado quasi tutta distrutta, la settimana di Natale del 1942, si incontrano Giuliano e Tanja.

È un incontro fortuito dovuto alla sorte che ha voluto risparmiare il giovane sottotenente italiano dalla mira precisa della ragazza russa, tiratore scelto, che però stavolta manca il bersaglio.

“La mattina di sabato 19 dicembre 1942, Tanja dominava dall’alto la grandissima piazza intitolata a Karl Marx attraverso le sudicie e corrose tende dietro cui si era annidata…

Il fucile pesava quattro chili, non poco per una donna, e soprattutto per le braccia leggere di una ballerina…

Era comunque immersa nelle sue malinconie quando scoppiò un grande subbuglio: i nazisti stavano tentando un attacco…”

Mentre Tanja spara e colpisce tutti, due uomini riescono a intrufolarsi in quella casa e uno dei due è Giuliano.

…” -È tutto finito.  Stai bene?

Rimase stupita.

– Tu parli il russo?

-Da.

-Sei un ufficiale?

-Come?  Ah sì, sono un sottotenente.

-Come ti chiami?

-Giuliano, e tu?

-Tanja. Quanti anni hai?

. Ventidue e tu?

-Diciannove. Cosa facevi prima della guerra?

-Studiavo. Vorrei fare l’avvocato.  E tu?

-Io sono anzi ero iscritta all’ultimo anno dell’accademia di balletto del Bolshoi. Sogno di entrare nel corpo di ballo di quel teatro e di diventare… sì una stella”

Mentre sono nascosti in quella casa che poi diventerà la loro prigione per qualche giorno perché un’esplosione la farà crollare quasi del tutto, i due giovani si scoprono poco per volta e, pur in una situazione così disperata, tra loro nasce l’amore.

È un sentimento che sanno benissimo non avere futuro perché le loro vite si trovano su due schieramenti diversi e oltretutto nemici. Ma l’amore se è vero non ha colore né divisa.

Oltretutto Giuliano e Tanja sono uniti da un passato che non conoscono ma che pian piano si scopre durante la narrazione.

Questo romanzo mi ha commosso più volte sia per la crudeltà degli avvenimenti bellici descritti, sia per questo amore nuovo che porta alla luce un passato altrettanto struggente che si esprime in una spilla e un presente dolorosamente incerto che vede un piccolo peluche “Liquirizia” amico fedele di giorni felici.

L’autore racconta la guerra senza retorica, quasi limitandosi a una cronaca degli avvenimenti, dove le persone coinvolte esprimono le differenze tra chi ha ancora una coscienza e chi invece svolge un lavoro che gli ha tolto tutta l’umanità.

La cosa che accomuna tutti è il desiderio di sopravvivere e di ritornare a casa dalle persone che amano e aspettano, perché chi è rimasto non soffre meno di chi è partito.

Il finale, maturato nel tempo, chiude una storia molto coinvolgente!

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Liquirizia – sinossi

Una ferita da baionetta catapulta Giuliano (giovane sottotenente della 8ª Armata Italiana in Russia) tra le rovine di Stalingrado, dove tra tedeschi e sovietici si combatte una delle più grandi battaglie della storia umana. Uno sparo impreciso incrocia le vite dell’ufficiale e di una tiratrice scelta russa, Tanja: l’irreale incontro di un momento li segnerà per sempre, portando alla luce un’altra incredibile vicenda. Attori di questo intreccio sono la coccarda di un generale dell’Armata Rossa e “Liquirizia”, l’orsacchiotto di stoffa che fin da bambina aiuta la soldatessa a vincere di notte la paura del buio. La storia di un amore che si oppone ai duri precetti della guerra e all’odio tra i popoli.

Scheda

autore Claudio Loreto
pagine 144
editore Leucotea
storico
euro 12,66