La vera storia di Pierino Porcospino di Stefano Bessoni

Voce alle Donne

recensione di Emma Fenu

 

 

la vera storia porcospino

 

La vera storia di Pierino Porcospino di Stefano Bessoni è un libro illustrato edito da #logosedizioni nel  2022.

Un libro di filastrocche e immagini buffe per bambini? Sì lo è. Ma non solo e stavolta, scettici dal valore della letteratura dell’Infanzia, vi stupirò.

Seguitemi. Leggete:

Oh che schifo quel bambino!

è Pierino il Porcospino.

Egli ha l’unghie smisurate

Che non furon mai tagliate!

I capelli sulla testa

Gli han formata una foresta

Densa, sporca, puzzolente.

Dice a lui tutta la gente:

“Oh che schifo quel bambino!

è Pierino il Porcospino.”

Tutto fila, ma Pierino il Porcospino esiste davvero e non è il solo essere fantasioso.

 

Di cosa tratta La vera storia di Pierino il Porcospino?

Secolo XIX, Germania.
Heinrich Hoffmann è un medico esperto di anatomia che nasconde una passione per la scrittura.

Dopo aver dissezionato un buon numero di cadeveri, essersi meritato il soprannone di Heinrich il Coniglio, per il carattere schivo, iniziò a lavorare per una clinica per poveri, si sposò, superò le difficolta econimiche e fu insignito della cattedra di anatomia nella Goethe Universitat di Francoforte.

 

Ma, un bel giorno, decise di seguire la sua indole, quella del bambino che era stato e non aveva smesso di scalpitargli dentro: si dedicò alla psichiatria infantile prendedo in cura ragazzini poveri, abbandonati, traumatizzati, risparmiando loro docce gelate e elettroschock, cinghie che li legavano ai giacigli.

I dottore, stavolta con il nuovo soprannome di “medico dei pazzi” curava i pazienti con storielle, filastrocche  e disegni.

Oltre a un medico, il nostro eroe  era un papà e per il Natale del 1844 volle fare un regalo speciale al suo Carl di quattro anni: un libro scritto e illustrato da lui, basandosi sui bozzetti del suo lavoro come psichiatra.

Scrisse un libro decisamente atipico: i protaginisti dei versi in rima erano bambini “cattivi” che venivano puniti, fino alla tortura e alla morte. Fra loro già compariva un certo Peter lo scarmigliato, incurante dell’igiene personale.

Qualche mese dopo, un editore, capitato come ospite a casa del dottore, vide il manoscritto e decise di pubblicarlo, garantendo l’anonimato all’autore, per non  minarne il prestigio professionale. Introdotto nelle librerie in Natale successivo, divenne un caso editoriale, fu tradotto in varie lingue, rielaborato ed ebbe anche detrattori che lo definirono sadico.

Fra i vari musical e riproduzioni cinematografiche che vi si ispirarono, non possiamo dimenticare di citare il celebre Edward Mani di Forbice di Tim Burton.

Ed oggi entra in scena Stefano Bessoni che si innamora di un libro dalle finalità paideudiche come Alice, Pinocchio, ma con accenti grotteschi sia nelle parole che nelle illustrazioni: è un esempio classico di pedagogia nera, una sorta di monito, decisamente convincente, per indurre i bambini a comportarsi bene.

 

Di cosa tratta La vera storia di Pierino il Porcospino?

Sono sincera: ho trovato La vera storia di Pierino in Porcospino molto interessante, ho apprezzato la cura e la ricerca storica dell’autore e la sua interpretazione del grottesco, del buffo, del diverso senza forme edulcorate, con immagini dal sapore vintage eppur ammiccanti a sperimentazioni noir contemporanee.

Ma le sorti dei monelli mi hanno lasciato un attimo di dubbio. Saranno adatte ai bambini?

Ed allora ho ricordato che fin dalla primissima infanzia mio padre mi portava a letto con la promessa di un paio di fiabe: la mia preferita era quella dei sette capelli d’oro del diavolo e tutte quelle, molto poco conosciute rispetto ad altre, dei Fratelli Grimm che hanno toni horror e conclusioni molto lontane dalle storie di stelline e cuoricini deputate, solitamente, alla buona notte dei pargoletti.

Ho ricordato la me bambina e i bambini con cui ho interagito molto, anche in ambito lavorativo: i piccoli hanno un senso dell’umorismo più libero e semplice del nostro; amano confrontarsi con la paura per metabolizzarla; si preparano a una vita in cui non esistono solo fate, ma sono draghi e orchi quelli con cui bisogna essere furbi; e hanno istintiva consapevolezza di possedere una parte oscura, sadica. 

Non si giudicano spietati e insensibili, sanno che è solo una storia, in un mondo oltre, e non provano senso di colpa nel cimentarsi con sentimenti “cattivi”, secondo la morale, che non devono essere negati e rinchiusi, ma canalizzati in modo costruttivo.

Insomma è un po’ come leggere un thriller: questo non farà di me una serial killer, ma mi farà ancora una volta confrontare con quelle paure da bosco di notte con il lupo  e provare il brivido.

Del resto tutti noi abbiamo riso del cinismo dei bambini.

Testimonianze 😀

“Guarda che brutta ferita, credi che guariro?”

“No, non credo. Troppo grande”.

“L’areo è in ritardo, aspetta”

“Non è in ritardo, è caduto!”

 

Elisa, 3 anni

 

Bambina che dorme nella stessa stanza della nonna durante le vacanze:

“Ma quand’è che muore la nonna? Così ho una stanza per me!”.

 

 

Un altro aspetto che mi ha molto convinta de La vera storia di Pierino il Porcospino è l’esaltazione come bello, ossia interessante, magnetico e originale il diverso, il brutto, il fuori canone o stereotipo: un mondo che le illustrazioni rendono con onestà e accoglienza. 

 

Link d’acquisto

https://www.ibs.it/struwwelpeter-vera-storia-di-pierino-libro-stefano-bessoni/e/9788857612218

Sinossi

Pierino, soprannominato il Porcospino per i suoi capelli irti e spettinati, è un bambino nato più di un secolo e mezzo fa dalla fantasia del dottor Heinrich Hoffmann, un medico tedesco che, dopo aver esplorato i più nascosti recessi del corpo umano studiando i cadaveri nelle aule di dissezione decise di addentrarsi nei fumosi e affascinanti misteri della mente.

Passato agli studi di psichiatria, con particolare predilezione per quella infantile, prese a curare ragazzini derelitti, disadattati, traumatizzati, abbandonati da genitori disperati e lo fece mettendo a punto un sistema tutto suo, basato sulla dolcezza e sul libero sfogo dell’immaginazione.

Un metodo davvero rivoluzionario per un’epoca in cui i bambini con problemi psichici venivano segregati negli istituti, dove erano immobilizzati, sottoposti a docce fredde e ad altre cruente punizioni. Il buon dottore amava anche inventare delle storielle in rima per i suoi piccoli pazienti, per insegnare loro a comportarsi bene.

Protagonisti di queste filastrocche erano bambini maleducati, disobbedienti, cattivi, che andavano incontro a una sorte terribile.

Nel Natale del 1844, il dottore si armò di carta, colori, inchiostri e pennini e di tutte queste storie fece un libro illustrato da regalare al figlio Carl, che al tempo aveva 4 anni.

Si intitolava Der Struwwelpeter e lo avrebbero letto molti altri bambini, e i loro genitori, in Italia (con il titolo di Pierino Porcospino) e in ogni parte del mondo.

Età di lettura: da 5 anni.

Titolo: La vera storia di Pierino Porcospino
Autore: Stefano Bessoni
Edizione: #logosedizioni, 2022