“La più amata” di Teresa Ciabatti

Recensione di Caterina Stile

"La più amata" - Teresa Ciabatti

Mi chiamo Teresa Ciabatti, ho quarantaquattro anni […] sono incapace di coltivare amore, di costruire rapporti di fiducia, non sopporto le opinioni altrui, né la presenza costante […] e voglio sapere chi era mio padre.

Teresa Ciabatti, figlia del potente e rispettato primario di Orbetello, a ventisei anni dalla morte del padre, ripercorre la sua infanzia costellata di ricordi e racconti per comprendere chi si nascondeva dietro l’uomo temuto e potente, dietro il padre che ha minato la sua infanzia e la sua crescita.

Ritroviamo Teresa bambina, quattro anni, la più amata.

Viziata, protetta e tutelata. Basta chiamare papà per diventare prima ballerina dello spettacolo; evocare le ricchezze, la villa con piscina per attirare l’attenzione e guardare tutti dall’alto; mettere piede in ospedale dove infermieri e medici sono sempre pronti a esaudire ogni capriccio.

Venga il tuo regno, papà. Venga il tuo regno dove io sarò principessa.

Una bambina viziata. Eppure una bambina terribilmente insicura cresciuta nell’ombra di una potenza non compresa e che sfrutta quest’ombra di potenza per affermarsi, laddove non può contare sull’autostima.

Questo senso di appartenenza e di proprietà che mi fa sentire al sicuro, non sarò mai povera, né sola, e che mi spinge a guardare mamma con commiserazione, lei che non è nata Ciabatti.

Un’autostima che non cresce e non si fortifica. Colpa di un padre onnipotente o di una madre oppressa? Teresa se lo chiede, riversando recriminazioni e odio, ma contemporaneamente bisogno di affetto e ammirazione, su una madre che fa da comparsa, che recita il suo ruolo contro il suo stesso volere.

Nessuno scuote i miei nervi come lei. L’unica persona nella vita che mi ha fatto perdere la testa, reagire, urlare, gridare, spintonare, aggredire.

Francesca Fabiani è una donna giovane e vitale, un medico che indossa i jeans e che non si fa scrupolo di dire ciò che pensa, di eludere le convenzioni. Fino a quando conosce Lorenzo Ciabatti. Si frequentano, si fidanzano, si sposano. Francesca prova a capire quell’uomo trasandato, attento a evitare lo spreco – leggi: ossessivamente tirchio – e si scioglie di tenerezza quando si rende conto che lei soltanto, la prescelta, può essere capace di capirlo.

È la tipica relazione tra un empatico e un narcisista, relazione insana, inclinata dalla parte del manipolatore che accerchia la preda rinchiudendola nel ruolo che ha prefissato per lei.

Vedo che vorrebbe abbracciarmi, invece si trattiene. Istruzioni del Professore. Mia madre è diventata esattamente quello che lui voleva che fosse….Ha vinto lui. Non è chiaro se lei lo assecondi in nome della famiglia, dobbiamo restare uniti, o per non riconoscere il proprio personale fallimento, non era questa la vita che sognava.

Teresa soffre di questa mancanza. Cerca sua madre tra i vestiti luccanti rilegati nel guardaroba.

La cerca quando si sbuccia il ginocchio, quando disubbidisce forandosi le orecchie, quando crescendo si ribella con forza trovando tra strade sbagliate il suo unico modo di reagire.

Carissimo professore, tua figlia è più furba di te. Esimio professore, grand’uomo, personalità del territorio che controlli ogni cosa tranne tua figlia […] l’unica al mondo a non fare quello che dici tu.

Teresa si ribella, viene punita severamente, si allontana, ritorna, cerca un appiglio. Ma soprattutto cerca di capire.

Tra i documenti, i racconti sfalsati della famiglia, il servilismo dei conoscenti, i ricordi incoerenti, Teresa Ciabatti mette in discussione se stessa, il suo rapporto con i genitori, il concetto di potenza e di giustizia. E comprende chi era davvero suo padre:

massone, gran maestro della Loggia di Firenze, prescelto a vent’anni dalla massoneria di Siena per stringere rapporti col potere americano…Uomo senza scrupoli, ateo, bugiardo, fascista.

Con sguardo tagliente e stile crudele, l’autrice incolpa suo padre, giustifica sua madre e condanna se stessa ripercorrendo gli eventi più significativi della storia moderna. Offre uno sguardo dal basso, dalla sua altezza di figlia, per aiutarci a comprendere dove finisce un uomo e inizia un padre. Se inizia.

SINOSSI

Mi chiamo Teresa Ciabatti, ho quarantaquattro anni e non trovo pace. Voglio scoprire perché sono questo tipo di adulto, deve esserci un’origine, ricordo, collego. Deve essere successo qualcosa. Qualcuno mi ha fatto del male. Ricordo, collego, invento.

Cosa ha generato questa donna incompiuta?

Titolo: La più amata
Autore: Teresa Ciabatti
Edizione: Mondadori, 2017
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