“La neve all’alba” di Basilio Petruzza

recensione di Giulia La Face

La neve all'alba

copertina La neve all’alba – immagine web

Ci sono libri che ti lasciano senza fiato. Che arrivano dentro dritti come un pugno sferrato all’improvviso e che non ti dà tempo di prender fiato. Ogni tentativo di respiro una fitta dolorosa.

Ho letto questo secondo romanzo di Basilio Petruzza convinta di trovarmi di fronte a un libro di denuncia sulla pedofilia. Ben scritto come solo lui sa fare. Invece è una storia, dentro a tante altre. Qualcosa di denso e stratificato. Proiettato da una scrittura eccezionale. Travolgente.

Sfiancante nello scavare dentro le anime. Anime che si incontrano ed intersecano nella vita del piccolo Mauro. Una vita che pare un vuoto a perdere. Una sfida già trascorsa prima di nascere.

 

Non è autobiografia, non è semplice narrazione di un dramma, l’abuso pedofilo, ma molto di più. Una ricerca nel dolore, nella disattenzione dei sentimenti nascosti. Nel buio di angosce che si fanno rabbia e silenzio. Difficili da digerire.

“..Io dovevo non calpestare le loro vite, ma nessuno si curava di me. Nessuno si premurava di chiedermi cosa volessi sentirmi dire. A quali domande volessi rispondere, da quali fuggire. Nessuno si riconosceva nella   mia frustrazione. E io mi spezzavo in tante parti, tante quante erano le persone da lasciare integre. Da non violare. Io, che ero stato invece brutalmente violato…”

 

È dentro, nelle pieghe della narrazione in prima  persona di Mauro che scopriamo le relazioni di cui è vittima. Di una madre stanca che non comprende e quando comprende tace, seppur nella ricerca di un contatto; di un padre che scompare, di una colpa da espiare, di un ragazzino che si fa uomo nella rabbia, nel dolore, nell’autocolpevolizzazione, incastrato, preso, perduto in una relazione che non dovrebbe esistere.

Che si macera sulla pelle. Di cui non si vede l’alba della fine.

“..La verità è che ti stai aspettando qualcosa. Questo è, l’inizio e la fine.E in mezzo le maschere che ti calzano a pennello, quelle poco credibili, quelle già rottamate, quelle prese in prestito. E in mezzo una intera esistenza a provare a cambiarsi, a cambiare pelle, finalità o finali.”

 

Il percorso è tensione, ricerca, incontri. La lontananza per mettere a fuoco se stesso. L’amore che tracima all’improvviso invadendo la giovane vita di Mauro: Irina incontrata in un viaggio di disperazione, rinascita, possibilità di salvezza. L’alba che il lettore attende, come una liberazione, una rinascita, un senso di compiutezza,  fa trattenere il fiato.

La si cerca con lo scrittore, la si reclama, la si attende raggomitolati su se stessi, in attesa delle prime luci del giorno.

“Il dolore si deve mostrare, Irina. Non si deve lasciare immaginarlo.
Si deve guarire.
Si deve urlare”.

 

titolo: La neve all’alba
autore: Basilio Petruzza
editore: EDDA edizioni
data: 2015
pag.: 169

 

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La neve all’alba, una storia di pedofilia e speranza