“In canti di versi” di Ilaria Biondi

recensione di Emma Fenu

di versi

“In canti diversi” è una silloge poetica di Ilaria Biondi, edita da Il Papavero nel 2017. Ho avuto l’onore di curarne la postfazione e di apprezzarne in anteprima la bellezza rude e struggente. La condivido con voi, a seguire.

Sono canti di versi.

Diversi. Volti in altra direzione. Alieni. Unici. Anormali.

Canti di padre ossimoro, semenza di anima e corpo, dove il fiore ha petali di carne, si immola con il sangue sull’olocausto del verso e si fa ventre fecondo di poesia, dopo essersi contratto nell’orgasmo della parola.

La poetessa è nuda, disciolti i capelli sulle spalle, il ventre ne racconta la storia di umana creatura, misteriosamente femmina.

Figlia benedetta della Natura, Musa partorita dalla notte nell’acqua salata, che nuota fra carezze di onde.

Orfana del Tutto che scava nella memoria di bambina in cerca di abbracci senza addio, di cieli stellati senza nubi, di promesse di eternità.

Sposa di vento, sabbie e cristalli di neve trasportati da terre lontane,  che sublima nel suo utero le gramaglie della vedova di illusioni.

Madre di geometrie incompiute, di figli senza perimetro definito, imperfetti di perfetta libertà.

Cantrice di versi diversi: la Donna fiore sboccia e inebria con il suo profumo, accarezzando la carta con polpastrelli setosi di petalo, china il calice pregno e ne rovescia il sacro polline, che sarà miele. Un giorno lo sarà.

I miei sinceri complimenti ad Ilaria Biondi: un meraviglioso talento poetico e una creatura di rara bellezza.

Titolo: In canti diversi
Autore: Ilaria Biondi
Genere: Poesia
Edizione: Il Papavero, 2017
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