tulipano

“Il tulipano nero” di Alexandre Dumas

Recensione di Elisabetta Corti

Paesi Bassi, 1672. I fratelli Cornelius e Johan de Witt (rispettivamente Gran Pensionario e Primo Ministro), sono accusati di tradimento e condannati all’esilio.

La corrispondenza scambiata con il Re di Francia – che sarebbe costata ai fratelli la testa – è stata depositata nelle mani del figlioccio di Cornelius, un uomo che porta il suo stesso nome.

I due fratelli si preparano così a lasciare la città, ma non hanno fatto i conti con il popolo.

Organizzati alla bene e meglio, alcuni dei cittadini si recano verso la prigione, in attesa che i due fratelli escano allo scoperto. Solo con mazze e forconi sarà fatta giustizia.

A chilometri di distanza, il sopracitato figlioccio Cornelius van Baerle, si occupa dell’unica cosa che lo interessi realmente: i tulipani.

“Nel momento in cui Cornelius cominciò a dedicarsi ai suoi tulipani, vi profuse le rendite annuali e i fiorini di suo padre.”

Di famiglia benestante, Cornelius è completamente disinteressato alla politica, e dedica la sua rendita ed il suo tempo alla coltivazione di questi fiori affascinanti.

Persegue con dedizione il suo più grande obiettivo: la creazione del tulipano nero.

Di indole molto semplice, Cornelius ignora che il suo vicino di casa, Isaac Boxtel, trama alle sue spalle per soffiargli sotto il naso quel prezioso bulbo.

Dopo una serie di tentativi falliti, Boxtel sembra aver trovato il modo per sbarazzarsi di Cornelius, e sarà proprio quella corrispondenza segreta il suo asso nella manica.

“Quante volte, in preda a torture che non possiamo descrivere, Boxtel venne colto dalla tentazione di saltare nottetempo nel giardino e distruggere le piante, frantumandone i bulbi con i denti!”

“Il tulipano nero” è un’opera di Alexandre Dumas scritta in collaborazione con Auguste Maquet e datata 1850.

Si apre con un cappello storico per introdurre le figure del Gran Pensionario, il Primo Ministro e lo Statolder.

Come succede di frequente, l’introduzione sembra completamente slegata dal resto della storia. Nonostante il Gran Pensionario sia legato al protagonista principale della storia, quest’ultimo non si occupa di politica ed è ignaro di quello che stia succedendo.

Bastano però poche pagine al lettore per ritrovarsi nella storia, che è molto meno semplice di quello che appare inizialmente.

Emergono infatti tutti i capisaldi dello stile di Dumas: il contesto storico-politico, il complotto/tradimento, l’accusa ingiusta, lo struggimento, il riscatto.

Uno dei coprotagonisti è la giovane Rose, figlia del carceriere. Anche in lei si rivedono alcuni dei tratti dei personaggi femminili ritrovati in altri romanzi, anche se in questo caso, Rose ha un ruolo più incisivo e determinante nella storia, ne è anzi la risolutrice.

La trama si svolge tutta attorno alla nascita di una storia d’amore in contemporanea a quella della nascita del prezioso tulipano.

In essa si può anche riconoscere uno studio particolareggiato della botanica e, non a caso, di quella rivolta alla coltivazione dei tulipani, nonché il ruolo che questo fiore ha avuto nei Paesi Bassi.

La sua popolarità crebbe in maniera tale che dovette essere regolamentata dal governo. Nonostante questo, mandò in rovina molti nobili per i quali l’acquisto dei bulbi era diventata una vera e propria ossessione.

E proprio per una ossessione Cornelius rischia la propria testa, ma allo stesso tempo la sua avventura lo porta a conoscere un fiore molto più speciale del suo tulipano.

 

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