Le nostre anime di notte di Kent Haruf

Recensione di Antonella Spanò

le nostre anime

Le nostre anime di notte è un romanzo di Kent Haruf, pubblicato da NN editore nel 2017.

Di cosa tratta Le nostre anime di notte?

Con questo romanzo postumo, è possibile tornare per l’ultima volta a Holt, la cittadina immaginaria del Colorado in cui l’autore ha ambientato tutti i suoi romanzi e che ormai è divenuta familiare anche ai lettori.

Questa storia è dedicata a Addie Moore e Louis Walters, due vedovi le cui giornate trascorrono monotone e in solitudine.

I due protagonisti si conoscono da molti anni, i loro rapporti sono senz’altro cordiali, ma non intimi. Questo finché un giorno Addie compare alla porta di Louis e lo sorprende con una insolita proposta:

“Mi chiedevo se ti andrebbe qualche volta di venire a dormire da me. […] Sto parlando di attraversare la notte insieme. E di starsene al caldo nel letto, come buoni amici. Starsene a letto insieme, e tu ti fermi a dormire. Le notti sono la cosa peggiore, non trovi?”.

Inizia così un rapporto di amicizia tenero tra due persone pacate, che si scoprono affini.

Le notti non sono più vuote, ma colme di parole e comprensione reciproca.

Eppure questo rapporto, in una comunità che Haruf ha sempre descritto come solidale, è osteggiato e oggetto di pettegolezzo.

Addie e Louis ignorano le allusioni e i sorrisini, non si nascondono e scoprono che la vita può essere più semplice con accanto una persona con cui condividere ricordi, emozioni e rimpianti.

Le ore della giornata non sono più vuote e angosciose, ma piene di impegni e di voglia di fare, di nuove avventure e di piccole gioie.

Purtroppo, le cose non vanno come previsto…

Perchè leggere o non leggere Le nostre anime di notte?

Seppur sia una storia emozionante e delicata, che presenta dei tratti comuni con i volumi della “Trilogia della pianura” e con “Vincoli” e sorprenda il lettore con riferimenti evidenti a personaggi già noti, intensificandone, così, la sensazione del ritorno a Holt, io non ho percepito, ne Le nostre anime di notte, la stessa intensità narrativa, che invece ho trovato nei precedenti romanzi.

Non so se il motivo è che sia stato scritto in fretta, quando l’autore era già malato, ma avrei apprezzato un ulteriore approfondimento al tema della solitudine in età adulta e maggiore reazione da parte dei due protagonisti, con un finale più in linea alle premesse iniziali.

E poi, ammetto che mi sono mancate le vivide descrizioni, quasi fotografiche, a cui Haruf ci ha abituati.

Questo non vuol dire che non abbia apprezzato la lettura, ma soltanto che lo pongo uno scalino più in basso nella mia personale classifica di gradimento della bibliografia di Kent Haruf, che rimane sempre un eccellente narratore.