Le nostre vite di Francesco Carofiglio
Voce dal bosco
Recensione di Veronica Marzi
Le nostre vite è edito da Piemme, nel 2022
Di cosa tratta Le nostre vite?
Nella vita di ognuno di noi c’è una estate memorabile, di quelle che cambiano le nostre vite, indicano una direzione, o ci allontanano per sempre da essa.
Davanti a un falò, in una notte in riva al mare, Nina incontra il suo destino.
La luna piena e un egocentrico Lupo mannaro si impossessarono della sua gioventù, spezzando in frammenti il suo domani. L’amore sospirato, come sabbia tra le dita scivolò via e il dolore sordo divenne suo compagno. Passerà attraverso le schegge vetrose che in quella spiaggia sono state infrante, si taglierà, sanguinerà, ma proverà a ricomporle e ci si specchierà ormai donna.
Stefano invece, ci appare un uomo realizzato professionalmente, ma senza memoria: la sua infanzia e adolescenza completamente rimosse a causa di un grave incidente che per sempre ha distrutto la sua famiglia. Sopravvissuto e salvato da un nonno generoso, Zeno, che gli ha permesso di diventare un filosofo, tra libri, animali parlanti e una colorata Masseria: unico centro nel suo deserto emotivo.
Questi due ragazzi ormai adulti incroceranno le loro vite parallele nell’assenza, nel vuoto dell’abbandono e nella memoria che si fa corpo.
Perché leggere Le nostre vite?
Questo libro mi è capitato tra le mani per caso, ho cercato tra le sue pagine un senso, non il mio consenso.
Ho cercato tra un diario del sonno, ricordi, percorsi e ricorsi, di seguire il filo della narrazione: spesso sviata da dettagli culinari dettagliati, descrizioni di luoghi e pause di silenzi.
Ho riacchiappato quel filo decisa a capire tra citazioni filosofiche e letterarie ricercate, tra psicologia e flashback. Il gomitolo dipanato si è incastrato, ci ho inciampato, ma ho tenuto duro perché sapevo che una parte di me era nascosta tra le 300 pagine di questa storia.
L’ho trovata nel finale, nel senso di libertà e di occasione che mi ha infuso.
Aveva ragione Platone che nella Repubblica disse che si diventa liberi davvero, e quindi si decide di scegliere, solo quando si riconoscono tali limiti, quando si diventa consapevoli del proprio posto, nel mondo.
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Sinossi
«Provò un desiderio improvviso, senza nome. Un improvviso e insensato bisogno di futuro, di tempo da spendere, di minuti.»
Stefano Sartor ha perso la memoria quando aveva diciannove anni, vittima di un incidente che ha distrutto la sua famiglia. Ha ricostruito la sua esistenza, grazie all’aiuto e alla dedizione del nonno. Ma la sua è una vita mutilata, senza infanzia, senza giovinezza.
Trent’anni dopo Stefano vive a Parigi, insegna filosofia alla Sorbona, il suo ultimo saggio è diventato un bestseller internazionale, racconta la sua drammatica esperienza, la perdita, il mistero della memoria recisa.
Nina ha sedici anni, si muove in un mondo che le appare da sempre estraneo. È una ragazza come tante. Si innamora, in una notte d’estate, davanti a un falò sulla spiaggia, durante una vacanza in Puglia con sua madre. Ma c’è qualcosa, nascosto nel buio. Stefano e Nina sono due anime rotte, erranti, vivono in tempi e luoghi diversi, ma un po’ si somigliano.
Esiste un segreto, nelle loro vite, qualcosa che forse li farà incontrare, almeno per un istante.
Questa storia è uno squarcio sugli anni luminosi della giovinezza, è un tuffo dove non si tocca, nel flusso dei misteri insondabili che compongono le esistenze. Come essere immersi in un’acqua immobile, e in movimento, che non è mai la stessa.
Francesco Carofiglio non fa sconti e non cerca un conforto in queste pagine drammatiche, delicate, potenti. Eppure, incrociando i destini di queste vite spezzate, segna una direzione, per la salvezza, oppure la sogna. E salva magicamente un po’ anche noi.