La vita davanti di Gary Romain
recensione di Antonella Spanò
La vita davanti a sé è un romanzo di Gary Romain, che Neri Pozza ha pubblicato nel 2009.
Di cosa tratta La vita davanti a sé?
La protagonista è Madame Rosa, un’anziana di origine polacca ed ex prostituta, che vive a Parigi in un quartiere multietnico. Nella propria casa la donna accoglie i figli di prostitute e, tra di essi, un posto speciale è occupato dal piccolo Momò.
“Quando una donna è costretta a fare la vita, non ha diritto di avere la patria potestà, è la prostituzione che lo richiede.
Allora ha paura di perdere i suoi diritti e nasconde il suo marmocchio, perché non lo affidino a qualcuno. Lo mette in custodia da gente che conosce e dove c’è discrezione assicurata”.
Tra Madame Rosa e Momò si è creato un rapporto speciale e per il bambino l’anziana donna è un punto di riferimento, nonostante la vita in quel povero appartamento al sesto piano non sia né facile né felice.
Ma adesso quel punto di riferimento vacilla, perché Madame Rosa è affaticata, affetta da vari malanni, che le sconvolgono il corpo e la mente.
I momenti di assenza dalla realtà si fanno sempre più frequenti e i ricordi terribili di un passato segnato dalla paura delle persecuzioni razziali sono, invece, sempre lì, pronti a tormentare le giornate e a popolare le notti insonni.
A questa paura, che ha origini lontane nel tempo, se ne affianca una nuova, ma non meno temibile: essere abbandonata in un letto e tenuta in vita a tutti i costi.
“Mi faranno vivere per forza, Momò.
Fanno sempre così negli ospedali, hanno delle leggi apposta. Io non voglio vivere più del necessario e ormai non è più necessario.
C’è un limite anche per gli ebrei.
Mi faranno subire delle sevizie per impedirmi di morire, hanno una faccenda che si chiama l’Ordine dei Medici che è fatto apposta per questo.
Ti fanno sbavare fino alla fine e non ti vogliono concedere il diritto di morire per non creare dei privilegiati”.
Come spesso accade nella vita di ognuno di noi, a un certo punto i ruoli si capovolgono: così come un giorno lontano Madame Rosa ha accolto nella propria vita e nella propria casa un bambino inerme e poi lo ha protetto dall’immaturità di un padre, che così lo si può definire, solo per una bizzarria della vita, adesso tocca a Momò preservare le scelte di questa donna così concreta, aspra nei modi e generosa di cuore.
Ed è a questo punto della storia che il lettore si avvia a leggere delle pagine struggenti, che difficilmente potrà dimenticare per una perfetta combinazione di intensità emotiva, drammaticità e delicatezza di intenti.
Perché leggere La vita davanti a sé?
Ho adorato La vita davanti a sé, non solo per la tenerezza del rapporto che si instaura tra i due protagonisti, legati a filo doppio, seppur appartenenti a due generazioni diverse, ma anche, e soprattutto direi, per quel senso di complicità e collaborazione che traspare nel quartiere, dove le diversità religiose e di condizione sociale non rappresentano un ostacolo, ma diventano forza e sostegno reciproco.
Link d’acquisto
https://www.ibs.it/vita-davanti-a-se-libro-romain-gary/e/9788854508347
Sinossi
Il pomeriggio del 3 dicembre del 1980, Romain Gary si recò da Charvet, in place Vendôme a Parigi, e acquistò una vestaglia di seta rossa.
Aveva deciso di ammazzarsi con un colpo di pistola alla testa e, per delicatezza verso il prossimo, aveva pensato di indossare una vestaglia di quel colore perché il sangue non si notasse troppo.
Nella sua casa di rue du Bac sistemò tutto con cura, gli oggetti personali, la pistola, la vestaglia. Poi prese un biglietto e vi scrisse: «Nessun rapporto con Jean Seberg. I patiti dei cuori infranti sono pregati di rivolgersi altrove».
L’anno prima Jean Seberg, la sua ex moglie, l’attrice americana, l’adolescente triste di Bonjour tristesse, era stata trovata nuda, sbronza e morta dentro una macchina. Aveva 40 anni. Si erano sposati nel 1962, 24 anni lei, il doppio lui.
Il colpo di pistola con cui Romain Gary si uccise la notte del 3 dicembre 1980 fece scalpore nella società letteraria parigina, ma non giunse completamente inaspettato.
Eroe di guerra, diplomatico, viaggiatore, cineasta, tombeur de femmes, vincitore di un Goncourt, Gary era considerato un sopravvissuto, un romanziere a fine corsa, senza più nulla da dire.
Pochi mesi dopo la sua morte, il colpo di scena.
Con la pubblicazione postuma di Vie et mort d’Emile Ajar, si seppe che Emile Ajar, il romanziere più promettente degli anni Settanta, il vincitore, cinque anni prima, del Goncourt con La vita davanti a sé, l’inventore di un gergo da banlieu e da emigrazione, il cantore di quella Francia multietnica che cominciava a cambiare il volto di Parigi, altri non era che Romain Gary.
A trent’anni di distanza dalla sua prima edizione, la Biblioteca Neri Pozza pubblica questo capolavoro della letteratura francese contemporanea.
«Venti anni prima di Pennac e degli scrittori dell’immigrazione araba, ecco la storia di Momo, ragazzino arabo nella banlieu di Belleville, figlio di nessuno, accudito da una vecchia prostituta ebrea, Madame Rosa» (Stenio Solinas).
È la storia di un amore materno in un condominio della periferia francese dove non contano i legami di sangue e le tragedie della storia svaniscono davanti alla vita, al semplice desiderio e alla gioia di vivere.