Notte di vento che passa di Milena Agus
Voce alle Donne
Recensione di Emma Fenu
Notte di vento che passa è un romanzo di Milena Agus edito da Mondadori nel 2024.
Di cosa tratta Notte di vento che passa?
Cosima ha un nome importante: al femminile è la protagonista che dà il nome al celebre romanzo di Grazia Deledda e al maschile è il protagonista del Barone Rampante di Calvino.
E infatti la nostra Cosima, con la freschezza e lo stupore dei suoi diciotto anni, letteralizza. Che significa? Alcuni potrebbero banalizzare asserendo che racconta frottole, altri potrebbero cercare una spiegazione psicanalitica per cui la ragazza tende a modificare una realtà difficile, una famiglia problematica e una terra che si piega alla Storia di conquista da millenni, sia a guerrieri che a imprenditori, sia all’ingerenza della politica che all’assenza di uno Stato.
Ma i lettori capiranno. Perché chi legge vive molte vite, si infila nelle pieghe di infinite trame e fa del vero un verosimile narrativo, dove tutto è possibile e dove le tragedie restano tali, ma diventano epopee di eroi.
Perché leggere Notte di vento che passa?
Un romanzo di formazione riuscito che con occhi di fanciulla ci racconta l’amore, il dolore e l’ardore del farsi donna, imparando che le difficoltà trascinano in un turbine, ma il mattino può regalare cieli azzurri.
Con delicatezza e profondità sono narrati temi importanti, quali il disagio mentale, la depressione, l’emarginazione dei diversi, le ferite e cicatrici di una terra aspra e bellissima, la condanna dei sognatori, la povertà di alcuni, i segreti di famiglia che sono oggetto di chiacchiere, e più sono segreti, più tutti li sanno.
Ma se letteralizzi, allora questa non è una vita, è un capolavoro, un’eredità di carta e inchiostro di cui essere fieri, fra il detto, il non detto, lo scritto e quello da scrivere ancora. Domani, mentre soffia il vento.
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Sinossi
Cosima è una sognatrice, fin da quando è piccola vive dentro i libri, anzi letterarizza tutto ciò che la circonda, e così anche le cose più squallide ai suoi occhi diventano poetiche e affascinanti.
E lo stesso fa suo padre, un inguaribile idealista che affronta la povertà con allegria, mentre la madre lavora per mantenere tutta la famiglia e si dispera perché in paese si mormora che sono gente da poco, gentixedda.
Fino a che non si decidono a lasciare la campagna e a trasferirsi nella vicina Cagliari. Qui, a Cosima piace molto andare al Poetto e frequentare il liceo classico, dove ha una prof di lettere che la incoraggia a scrivere e a considerare Calvino, Shakespeare e Deledda come degli amici, e un compagno di classe che odia i ricchi e sogna di trasformare la Sardegna nella Cuba del Mediterraneo.
Ma Cosima sente spesso la nostalgia del paese, e durante uno dei suoi ritorni incontra Costantino, un pastore scontroso e tormentato che ama suonare la fisarmonica. Lo trova bellissimo, rivede in lui l’Heathcliff di Cime tempestose e, nonostante gli avvertimenti del suo miglior amico, se ne innamora rovinosamente.
