Maternità surrogata: un’intervista per saperne di più
a cura di Emma Fenu
Ho a lungo pensato al titolo: dovendo mantenere l’anonimato dell’intervistato, per sua specifica richiesta, ho voluto dare un messaggio semplice su un tema così complesso, la maternità surrogata, di cui ho letto e recensito saggi e romanzi e di cui ho scritto anche in questo portale, senza puntare sulla mia opinione personale, a livello etico, che è valida come quella di tutti ma non è supportata da anni di studio in merito.
Quanto mi preme non è offrirvi un’opinione, ma dare voce a quanti chiedono e con me ci mettono la faccia: l’intervistato non si nasconde per vergogna ma per non fare di questo confronto sincero e amichevole, privo di fini di lucro per ambo le parti, un’occasione di pubblicità.
Chiameremo il nostro ospite Marco, per rendere la spontaneità del dialogo.
Benvenuto, Marco, andiamo al sodo: di cosa ti occupi?
Grazie Emma.
Lavoro per uno studio legale a Barcellona.
I nostri clienti sono persone che dopo un lungo perscorso senza successo di procreazione mdicalmente assistita non hanno altra possibilità di diventare genitori se non con la maternità surrogata.
Uso il termine diventare senza farlo precedere da cercare, perchè il successo è garantito al 100%.
Per disgrazia, quando suonano alla nostra porta, hanno un’età superiore ai 40 anni.
Il mio compito consiste nello spiegare bene come funziona tutto il processo medico legale che conduce a un bambino sano, al minor costo possibile e senza problemi legali.
Hai usato il termine disgrazia, piuttosto forte, per le famiglie con genitori over 40. Come mai?
La maggior parte delle coppie arriva da noi dopo 10 anni di problemi di fertilità e molti percorsi di stimolazioni ovariche e ovodonazioni. Io ho dovuto ricorrere alla procreazione medicalmente assistita per 6 anni e affrontare 4 tentativi prima di veder nascere mia figlia.
La maternità surrogata è sinonimo di utero in affitto?
Possiamo dire di sì anche se, secondo me, la perifrasi utero in affitto ha volore dispregiativo, sarebbe come chiamare porta piatti e bevande il cameriere.
Grazie a una donna gestante riusciamo a raggiungere un obiettivo importante e desiderato per molti anni, dopo molte sofferenze fisiche e emotive che una coppia infertile deve affrontare.
Quali sono i pregiudizi in cui ti imbatti? E quali valori morali animano le tue scelte professionali?
Molti pensano che la maternità surrogata sia una forma di sfruttamento di donne di paesi con poche possibilità economiche.
Attualmente il mio studio, per esempio in Ucraina, offre alla gestante l’equivalente di 10 anni di stipendio: la paggior parte delle donne usano questi soldi per acquistare una casa o pagare gli studi dei propri figli: io non ci vedo sfruttamento.
Sfruttare è pagare 600 euro al mese uno straniero per raccogliere ortaggi sotto il sole cocebte per 13 ore al giorno, non pagare qualcosa che per noi è irrangiugibile.
Ogni mattina mi alzo sapendo che potrò aiutare persone che cercano un figlio, figlio che anche io ho desiderato per molti anni, e sinceramente a volte ho pensato di non poter mai avere.
Sono credente, a mio modo, sono andato a Messa tutte le domeniche fino a 23 anni e so benissimo che la Chiesa non accetta tante cose che avvengono nel mondo, però credo che se Dio non volesse che la scienza progredisse, ne arresterebbe il processo.
Cosa consigli a chi vuole intraprendere il percorso di maternità surrogata? Cosa è necessario sapere?
Prima di tutto consiglio di scappare dai miraggi e dagli iter poco costosi.
Ci sono aziende che approfittano di persone disperate e dicono loro cose false, come per esempio che si possa portare in Italia una gestante per farla partorire e poi far firmare una rinuncia sul bambino: questo è illegale e la donna sarà sempre la madre del bambino.
Non aspettare troppo, perchè il processo è lento e pieno di ostacoli.
Non avere paura che le gestanti siano donne povere che non hanno altra possibilità di vivere.
Personalmente, se il processo non è in Italia legale al 100% o se una donna non è adatta per la stimolazione ovarica, io sono sincero. Prima di tutto metto la salute delle persone.
Cosa pensi degli studi che affermano il forte legame che si crea fra il feto e la donna che lo accoglie nel suo grembo?
Credo fermamente che esista questo legame: recentemente ho letto che il bambino potrebbe avere lo stesso sorriso o qualche atteggiamento pur senza legami di dna. La epigenetica sta scoprendo cose molto interessanti.
Però penso che il figlio è di chi gli cambia il pannolino ogni giorno, si sveglia in piena notte perchè ha la febbre e dave dargli lo sciroppo, di chi lo ama e gli sarà accanto sempre, in tutte le prove della vita.