“L’amica geniale” di Elena Ferrante
recensione di Tatiana Pagano
L’amica geniale è il primo volume di un ciclo di romanzi scritti da Elena Ferrante, autrice la cui identità risulta ancora sconosciuta al pubblico.
Il velo di mistero che aleggia intorno alla sua persona contribuisce, tuttavia, ad aumentare la curiosità rivolta ai suoi romanzi sempre molto apprezzati da piccoli e grandi lettori.
La storia del primo romanzo della quadrilogia narra le vicende delle due protagoniste Lila Cerullo ed Elena Greco che, abitando nello stesso rione in una Napoli degli anni ’50, diventano amiche sin dall’infanzia.
Dal primo momento, leggendo le ricche descrizioni, l’attenzione del lettore viene catturata dalla presenza di temi attuali e assai discussi: povertà del dopoguerra, lotte sociali e camorra.
Nonostante la presenza di tematiche rilevanti, l’elemento principale ed il filo conduttore del racconto, però, rimarrà sempre e comunque l’amicizia tra le due bambine.
Le due protagoniste si distinguono molto dal punto di vista caratteriale.
Lila è la ribelle, la temeraria, colei che, seppur costretta a sottostare alle idee maschiliste del padre e ad accettare di rinunciare agli studi per dedicarsi al negozio di famiglia, riesce a portare avanti idee innovative non sempre ben accette.
Elena, invece, è insicura, meno brillante, più dedita allo studio e capace di perseverare nel raggiungimento dei propri obiettivi contro tutti; in tutto il romanzo non riuscirà mai a soddisfare, infatti, la sua sete di conoscenza.
Chi è l’amica geniale tra le due?
Beh alla domanda non è possibile rispondere perchè sin da subito ti identificherai ora in una, ora nell’altra percorrendo strade, luoghi e tempi in un lungo ed affascinante viaggio alla scoperta di Napoli e dei suoi pregiudizi.
L’amica geniale non è soltanto uno spaccato storico della seconda metà del Novecento, ma porta in grembo numerose dinamiche psicologiche sottostanti al legame tra le due protagoniste.
Due dei temi principali sono senza dubbio la simbiosi e la dipendenza affettiva.
Elena Greco, infatti, nonostante i modi scontrosi e poco simpatici di una Lila ancora bambina non riesce a distaccarsene e prova addirittura un senso di vuoto ogniqualvolta la piccola amica si allontana.
Nel romanzo come nella vita, infatti, la relazione fusionale e simbiotica che si ha con la madre sin dalla nascita condiziona tutte le seguenti relazioni, soprattutto quelle appartenenti al periodo adolescenziale in cui risulta difficile e complicata l’affermazione della propria identità, tanto da ricercare negli altri qualcosa che riesca a lenire il proprio senso di insicurezza e insoddisfazione.
L’essere apprezzata e riconosciuta dalla piccola Lila permette ad Elena, quindi, di accettarsi e riconoscersi nella propria fragilità e di esistere, seppur temporaneamente.
Questo senso di sicurezza verrà, infatti, presto a mancare quando una Lila già adulta si allontanerà percorrendo la propria strada.
Quando viene meno l’oggetto (in questo caso Lila) dell’investimento pulsionale si genera, anche nei più piccoli, un’angoscia prestrutturata difficilmente placabile.
Ed è proprio in questi momenti che è necessario ridefinire la propria personalità focalizzandosi su obiettivi ed ideali di vita così forti da ricoprire totalmente l’investimento simbiotico sull’altro.
Ecco cosa rappresenta la conoscenza ed il sapere per Elena: l’unico elemento che può permetterle un pieno distacco da Lila e che può garantirle libertà ed autonomia di pensiero.
Per scoprire come finirà la storia tra le due amiche non ci resta altro che leggere gli altri tre volumi della quadrilogia dove si andrà alla scoperta di altri tre momenti di vita delle protagoniste ricchi di vicende e capaci di spiazzarci e coinvolgerci come nelle grandi narrazioni popolari “dense e insieme veloci”.
Sinossi
Il romanzo comincia seguendo le due protagoniste bambine, e poi adolescenti, tra le quinte di un rione miserabile della periferia napoletana, tra una folla di personaggi minori accompagnati lungo il loro percorso con attenta assiduità.
L’autrice scava nella natura complessa dell’amicizia tra due bambine, tra due ragazzine, tra due donne, seguendo la loro crescita individuale, il modo di influenzarsi reciprocamente, i buoni e i cattivi sentimenti che nutrono nei decenni un rapporto vero, robusto.
Narra poi gli effetti dei cambiamenti che investono il rione, Napoli, l’Italia, in più di un cinquantennio, trasformando le amiche e il loro legame.
E tutto ciò precipita nella pagina con l’andamento delle grandi narrazioni popolari, dense e insieme veloci, profonde e lievi, rovesciando di continuo situazioni, svelando fondi segreti dei personaggi, sommando evento a evento senza tregua, ma con la profondità e la potenza di voce a cui l’autrice ci ha abituati.
Si tratta di quel genere di libro che non finisce.
O, per dire meglio, l’autrice porta compiutamente a termine in questo primo romanzo la narrazione dell’infanzia e dell’adolescenza di Lila e di Elena, ma ci lascia sulla soglia di nuovi grandi mutamenti che stanno per sconvolgere le loro vite e il loro intensissimo rapporto.
Titolo: L’amica geniale
Autore: Elena Ferrante
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