“Il libertino di Hidden Brook” di Antonia Romagnoli

Recensione di Lisa Molaro

Antonia Romagnoli

Mi avvicino, con lo sguardo, alla copertina del nuovo libro di Antonia Romagnoli, o meglio, a lei avvicino la mia immaginazione che si lascia convincere a mettere gli occhi fra le fessure di questi infissi finemente cesellati.

Una coppia, giovane e bella, si abbraccia circondata da un cielo dalle gote arrossate.

Guardateli bene: lui la desidera con impeto e lei si ritrae, oppure è lei a stuzzicarlo e lui le resiste?

Un romanzo in semplice tonalità di rosa, mi par di capire che non sia; d’altra parte ho avuto modo di capire che l’Autrice, di semplice, non ha nulla!

Il rosa acceso, tipica tinta -meglio se fluorescente- addosso a corpi di questi nostri anni 2000, si sfuma tra le pagine di questo libro scritto da Antonia Romagnoli, di cui riconosco lo stile e ammiro la dedizione con cui mette su carta chi le governa le fantasie.

E così il rosa diventa antico.

Inizio a leggere.

Subitamente mi ritrovo seduta in un salotto inglese, l’anno è quello del 1805 e l’umile dimora entro cui mi trovo è questa:

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Come, forse, sapete sono solita lesinare (centellinandoli come fossero stille preziose da lasciare dentro una giara, di stile regency in questo caso) i particolari della trama, in fondo a questa mia recensione troverete la sinossi in cui l’imparaticcio è anticipato; io prediligo scrivervi ciò che mi è piaciuto, ciò che ho provato, quel che mi ha coinvolta.

Le mie emozioni, dunque, in corso di lettura… nulla più!

Il vaso prezioso, in cui immagino trasformarsi questo libro, ha un nome: “Vaso stagioni in cerchio”.

È nella sua stagione di palpito, infatti, Victoria. In una primavera fiorita, muove passi incerti, timidi, sicuri o sfiduciati.

Lei è bella, dalle guance che s’infiammano di timidezza… diventa un tramonto intero in un corpo in crescita.

Non più ragazza e non ancora femmina, è sfacciata, audace, irriverente.

Poi c’è l’estate, Jared, un libertino che brilla sotto un sole che lo abbaglia con raggi di luce simile a un faro al teatro.

È al centro del palco su cui viene messa in scena un’ipotetica commedia basata sui pettegolezzi.

Di bocca in bocca, di gentiluomo in gentiluomo, di maggiordomo in maggiordomo… e ancora gli sguardi si mescolano a parole di domestiche, matrone, padrone di casa, signore dell’eleganza, uomini feriti in duello, mariti traditi, mogli beffarde e ciniche, pugnali alzati e cuori trafitti.

Tutto, su quel palco, ruota attorno a lui.

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Il libertino si sente imprigionato dentro una sceneggiatura già scritta da terzi.

Convenevoli e convenienze.

Bicchieri di cioccolate calde, rimbrotti, ammonizioni fatte con l’indice alzato, durante una passeggiata i cui passi, sul ghiaino scricchiolante, coprono il suono delle voci.

L’autunno è una stagione materna, che protegge sotto un manto di foglie porporine.

L’autunno è calore accumulato nei mesi passati, è melanconia dolce, è bontà di terra.

L’autunno è una donna che arriva come un ciclone a dettare il trascorrere delle ore e a mettere fretta ad abiti, su misura, da portare con dignità.

Sotto un cappello dalle voluminose e ingombranti piume, come fosse una quercia provvidenziale, dal fogliame color del rubino, mal si nasconde Zia Erinni.

Sotto le sue fronde proverà a trovar quiete la palpitante Victoria, rea di aver accorciato di troppo la distanza che la separava da Jared, rea di essersi accostata in modo, estremamente sconveniente per una fanciulla prossima al debutto, al calore estivo.

Mentre leggevo le parole di Antonia Romagnoli, questa zia ironica, buffa e dotata di femminile furbizia, mi si presentava davanti in modo chiaro.

Ho trovato su Pinterest un’immagine che rispecchia l’idea che mi son fatta di lei; ve la presento dunque, per come a me appare:

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L’inverno è rappresentato, in questo romanzo di Antonia Romagnoli, da tutti i familiari dei protagonisti che ho sopra citato.

I sentimenti possono essere congelati dentro a cuori governati dal bon ton di un’Inghilterra di inizio ‘800.

Apparenze da salvare.

Amore da consolidare o nascondere.

Sentimenti da temere.

Scoperte da fare.

Battiti, battiti da ascoltare.

Al di là del bellissimo modo in cui l’autrice descrive un contesto ricco di eleganza e raffinatezza, al di là delle descrizioni precise con cui Antonia Romagnoli fa entrare in scena un personaggio piuttosto che un altro, al di là del fatto che io ami leggere romanzi dal taglio classico…

Al di là di tutto questo, ciò che trovo originale e vincente è l’eleganza con cui un romanzo storico è stato reso sensuale in un modo sublime.

Sono pagine sfacciate, impudiche, frementi; dialoghi senza ipocrisie accompagnati da mani non meno curiose delle bocche che bramano baci.

Tutto il libro è una scalata in attesa di un apice che forse avverrà o forse no… questo lo scoprirete da voi!

Mi ripeto: è un libro sensuale.

Non erotico in modo usuale, non ci sono parole forti come schiaffi in faccia al pudore, non vi troverete minuziose descrizioni di unioni carnali.

Antonia Romagnoli, con questo libro, ha dimostrato che la sensualità viaggia scivolando su mussole bagnate dalla rugiada, sotto stelle complici in notti nascoste, in mezzo all’odore del fieno, si sfiorano mani di vita.

Non solo attesa di miele, però, in queste pagine che si tingono, d’improvviso, con pigmenti gialli.

La carrozza è stata fermata da qualcuno.

Chi è stato rapito? Non la primavera e non l’estate…

Qualcuno, o qualcuna, che più furba di una volpe viaggiava con un’arma nascosta nel bastone da passeggio.

Concludendo: un bel romanzo simile a un ballo di Gala; abiti su misura, sinfonie ora lente ora veloci, battiti di un cuore arrabbiato a braccetto con quelli di un cuore fremente d’amore.

Riusciranno i due protagonisti a uscire indenni da ballate di gelosia, di tradimenti, di sconfitte, agguati e rapimenti?

Riusciranno ad arrivare ad abbracciarsi nella danza dell’amore più puro e vivo?

La risposta non è così scontata, quando le proprie paure paralizzano i pensieri.

Buona lettura, Lisa.

Titolo: Il libertino di Hidden Brook
Genere: Romance storico Regency
Pagine: 305 circa
Data di pubblicazione: 12 novembre

Sinossi:

Inghilterra, 1805
Come sarà fatto un libertino?

Un “vero” libertino?

È questo che Victoria si domanda, dopo anni di letture proibite in collegio, quando scopre che, insieme a lei, nell’avita dimora dei Killmore, è ospite Jared Lennox, fratello di suo cognato e famigerato libertino londinese.
Ferito in un duello, il giovane è praticamente segregato nelle sue stanze… che male ci potrebbe essere nel raggiungerlo di nascosto, giusto per dargli una sbirciatina?
Quella che doveva essere una piccola bravata senza conseguenze è solo l’inizio di una serie di equivoci e malintesi che sembra condurre la coppia, passo dopo passo, verso un inesorabile altare.
Ma sarà poi così sgradevole, per i due, l’idea di un matrimonio riparatore?
Sotto lo sguardo vigile della formidabile zia Erinni, determinata a separare ciò che Dio non ha ancora unito, se da lei ritenuto inadeguato, fra passioni, tradimenti e intrighi, quello di Victoria e Jared sarà un percorso verso la reciproca conoscenza, ma soprattutto verso una crescente consapevolezza di sé.
Un racconto d’altri tempi. Una storia d’amore fuori dal tempo.
Una zia che tutti vorrebbero avere.

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