Il sangue, il Pane e le Rose – di Judy Grahn

recensione di Emma Fenu

sangue pane rose

 

Il sangue, il Pane e le Rose. Come le mestruazioni hanno creeato il mondo è un saggio di Judy Grahn, poetessa e ricercatrice, edito nel 1984 e riproposto da Effigi Edizioni nel 2020.

Si parla, e lo si ostenta in immagini e video, di sangue esito di violenza o malattia, ma c’è un sangue, considerato sporco e vergognoso, che invece è opportuno nascondere: è quello mestruale.

Eppure è l’unico sangue che fluisce come l’acqua, senza essere cagionato da un trauma.

Nel suo saggio, Judy Grahn si propone di fornire una spiegazione di tale fenomeno culturale, originato nella notte dei tempi, attraverso uno studio antropologico, teologico, linguistico, storico, sociologico, filosofico e mitologico.

Riassumere puntualmente tale ricerca multidisciplinare non è interessante ai fini di un invito alla lettura nè è questo il luogo su cui dissertare sulla veridicità di ipotesi e teorie che molti accolgono e molti no, tenuti fermi alcuni punti condivisi da tutti gli studiosi circa i concetti di tabù e di misoginia. Il mio sarà un breve intervento che spero possa originare riflessioni.

La nostra società occidentale si basa sulla danza delle antitesi: buono/ cattivo; razionale/ irrazionale; puro/ impuro; ordine/ caos; maschio/ femmina.
Avrete intuito che nella visione del patriarcato che sfocia nel sessismo ogni primo elemento della coppia è riferito al maschio e ogni secondo alla femmina, rispettivamente i due termini che concludono il breve elenco che ho proposto.

Ma non è stato sempre così.

I miti cosmogonici di numerosi popoli evidenziano che da uno stato di caos, privo di spazio, tempo e forma, si è passati alla separazione del buio dalla luce, della terra dall’acqua, della terra e dell’acqua dal cielo e infine la distinzione delle acque in oceani, mari, laghi e fiumi e della terra in montagne e pianure.

La separazione è, dunque, creazione.
Il sangue, il pane e le rose si propone di fornire una storia delle origini centrata sul femminile al fine, attraverso un ecofemminismo, di sovvertire le regole (che non a caso in varie lingue designano le mestruazioni).

La dicitura “pane e rose” risale a un movimento di lavoratori che sostenevano che non basta la sussistenza: le rose, ossia la bellezza, il piacere e l’arte, sono necessarie quanto il cibo.

In un tempo primigenio, dunque, le femmine dei primati mestruavano insieme, sugli alberi, durante notti spesso di eclissi, e poi, all’alba del colore del loro sangue, raggiungevano e “creavano” la luce.

Furono loro le protagoniste del salto dal Grande Abisso fino a una coscienza umana in grado di ragionare attraverso pensieri astratti.

Furono loro a comprendere che il loro ciclo era collegato a quello della Luna, mondo esterno al proprio e misurabile, e lo insegnarono ai maschi, offrendo la mela che scinde il bene dal male.

Così anche i maschi impararono i concetti di separazione, tempo ciciclico, sincronicità, che sono esempi ancestrali di metaforma che trasforma nella nostra mente una cosa in un’altra, dotando due cose diverse di uguale potere.

Se le femmine avevano creato il buio con le mestruazioni e la luce con il termine di esse, potevano distruggere ciò che il loro potere aveva generato.

Ed ecco che si manifesta il tabù dell’isolamento mestruale: le donne potevano essere pericolose per sé e per la collettività se toccavano terra e acqua, se si offrivano alla luce, se contaminavano con il loro sangue o solo con lo sguardo.

Bisogna precisare che il termine tabù deriva dal polinesiano e significa sacro e magico ma anche proibito. E anche, udite, udite, mestruazione.

Durante i riti iniziatici, si iniziarono a colorare di rosso i corpi delle donne mestruate, soprattutto la bocca, simbolo della vagina, in primo luogo per renderle immediatamente riconoscibili nel loro stato di potere, in seguito per sottolineare la bellezza, per esempio intrecciando i capelli delle fanciulle e dominando così il caos che essi, sciolti, rievocano; indossando cappucci e truccando palpebre e ciglia per velare lo sguardo pericoloso; facendo calzare prototipi di scarpe con tacco o zeppa perchè non toccassero terra.

Perfino la sedia, lo sgabello e il tappeto sono metaforme: permettevano alla vulva di non essere a contatto con il suolo.

E poi cosa accadde?

L’agricoltura, la proprietà privata, la guerra. Le epidemie, le carestie. L’avvento del patriarcato è una lunga, lunghissima, storia.

L’antica dea mestruata è stata ritenuta responsabile, perchè potente, e quindi dovette essere soppiantata da un dio maschio della luce, in nome del quale si bruciarono le streghe dopo le pestilenze, in un’associazione inconsapevole fra la paura della morte e quella delle donne, le donne ribelli, che rompono i tabù che rassicurano.

La soluzione è in termini di coordinazione non di antitesi, di accoglienza della differenza senza cercare un criterio gerarchico che pressuppone la guerra. Non più maschio/ femmina, ma uomo e donna.
Link d’acquisto

http://www.cpadver-effigi.com/blog/il-sangue-il-pane-e-le-rose-judy-grahn/

Sinossi

Judy Grahn ci presenta una teoria rivoluzionaria: le mestruazioni hanno creato il mondo.

Il sangue, il pane e le rose è un libro che ci accompagna in un’intrigante escursione attraverso folklore, mito, religione e antropologia per narrarci la nostra storia, nell’intento squisitamente femminista che venga riconosciuta, una volta per tutte, la funzione centrale che le donne hanno svolto all’origine della specie.

Con il nostro sanguinamento allineato ai ritmi della luna abbiamo determinato la nascita della coscienza e della civiltà umana, intuendo l’esistenza di un mondo esterno con cui interagire. Lo abbiamo dapprima osservato, compreso e misurato, e poi abbiamo guidato quell’interazione tra i due sessi che ha permesso di trasmettere la logica mestruale ai maschi della specie.

Un passaggio, questo, che ha gradualmente determinato la perdita della saggezza originaria del corpo della donna, facendo emergere aspetti tipicamente maschili di approccio alla vita, responsabili della profonda crisi ecologica ed esistenziale che ci troviamo ad affrontare oggi.

L’autrice narra del nostro passato, risalendo a ere preistoriche lontanissime fino al formarsi dei grandi regni della Mesopotamia e oltre: un passato ancora in grado di illuminare la nostra storia recente, nonostante i reiterati tentativi di cancellare l’epopea femminile. Incamminarsi a ritroso per seguire la traccia del sangue mestruale significa riappropriarci di quella forza che gli uomini ci hanno sottratto, gettando vergogna, stigma e maledizione sul sangue mestruale.

Judy Grahn non solo riesce a farci riscoprire il suo potere, ma ci fornisce lo strumento per sovvertire “le regole”!

Titolo: Il Sangue, il Pane e Le Rose
Autore: Judy Grahn
Edizione: Effigi, 2020