Ape bianca – di Valentina Villani

recensione di Emma Fenu

Ape bianca

 

Ape bianca è un romanzo di Valentina Villani edito da Adiaphora nel 2017.

Un prima e un dopo.

Una nascita e una morte.

Sono forti le tematiche affrontate in Ape bianca, una storia che si concentra sul rapporto viscerale fra una madre e una figlia dilaniato dall’assenza e dalla negazione claustrofica di abbracci e ricucito dall’arte della memoria e del racconto attraverso immagini.

La madre è una pittrice dagli occhi d’ebano, laboriosa, portatrice di nutrimento ma con un pungiglione che può ferire, come un’ape. Bianca come una conchiglia, con spirali scavate nell’anima e con il rumore di mari amniotici dentro il ventre.

Non è un caso che la conchiglia sia ricorrente nel testo, più dell’ape bianca da cui il titolo: la prima, infatti, è simbolo della rinascita e della vulva, quindi è l’essenza della femminilità.

La figlia è una fotografa in attesa del proprio bambino nel momento in cui la madre si ammala ed è destinata a una morte precoce.

Attraverso un susseguirsi di emozioni, dalla rabbia alla nostalgia, dal dolore al perdono, si descrive un percorso di definizione di sè nel confronto, scontro e finale riconciliazione con la madre, colei che ci abita dentro e con la quale ci si deve specchiare per crescere come Donne.

Il romanzo si conclude con una struggente appendice fotografica, di pura e intensa bellezza, in cui madre e figlia di incontrano, fondono e intrecciano fra colori, ombre e luci.

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Sinossi

La perdita precoce di un genitore è un’esperienza dolorosa e paralizzante.

Chi la vive subisce una crudele disconnessione da una parte profonda di sé, tanto che pensieri ed emozioni paiono precipitare in un vortice sinuoso e inesorabile come l’interno di una conchiglia.

E, quando il rapporto tra madre e figlia si rivela complesso, intricato, conflittuale, eppure intimamente profondo, quell’assenza si manifesta in tutta la sua brutalità dilatandosi in un atroce senso di irresolutezza.

La nascita di un figlio durante la malattia fatale della madre conduce l’autrice in un luogo sospeso tra vita e morte, un regno di opposti dominato da un’atmosfera onirica.

Le sue parole rievocano la faticosa esplorazione di sé alla ricerca di quell’assenza, di quella madre prima presente ma distante, affettuosa eppure eclissante, e delle sue reliquie ora spezzate e pungenti.

L’analisi introspettiva del ricordo diventa, così, evento di riconciliazione.

Titolo: Ape bianca
Autore: Valentina Villani
Edizione: Adiaphora, 2017