Il tè del venerdì con Francesca Serafini

Un viaggio a ritroso nel tempo, fra dame e cavalieri, in un Medioevo pieno di fascino e d’avventura: oggi con noi Francesca Serafini e il suo romanzo d’esordio, Il Castello di Wheldrake.

QUi trovate la recensione del romanzo di Piera Nascimbeni,

Ciao Francesca e benvenuta al tè del venerdì!

Grazie a te, a voi, per avermi accolta, è un piacere.

Francesca Serafini, Il Castello di Wheldrake

Prima domanda personale, ti propongo di raccontarti attraverso un personaggio letterario che ami, uno che detesti, una coppia storica e una letteraria che ti hanno fatto sognare.

Allora, andiamo per ordine. Tra tutte le eroine dei romanzi, Lizzy Bennet di Orgoglio e Pregiudizio mi ha sempre affascinata. Forse perché, pur vivendo in un’epoca con tutte quelle regole assurde, lei è riuscita a conservare una discreta apertura mentale e tanta ironia nell’affrontare gli eventi. Me la rendono cara sia la sensibilità che mostra di possedere, che la consapevolezza che ha di sé stessa. Ma soprattutto, un tratto nel quale mi riconosco è la sua passione per la psicologia, il piacere nell’osservare e comprendere i caratteri delle persone. Senza contare la sua modernità espressa dall’istinto di ribellione, che la rende un personaggio attuale ancora adesso. Mi attirerò addosso le ire di molti, temo, ma un personaggio che invece proprio non mi riesce di “digerire” è Lucia, dei Promessi Sposi. Pedante e insulsa come poche donne della letteratura, non è nelle mie corde. Ricordo che costretta a leggerne la storia a scuola, per me è stato un vero tormento: lei è succube e vittima perfetta, non ricordo abbia mai preso un’iniziativa o abbia mai compiuto un tentativo di ribellione. Nessuna donna è così. Per me ella è solo espressione di una cultura sorpassata dell’epoca del Manzoni. Se mi si chiede di una coppia storica realmente esistita non posso che pensare a Romeo e Giulietta, da romanticona quale sono, ho passato ore e ore a leggere le opere di Shakespeare in cui se ne parla. È una storia d’amore tenera e struggente alla quale non si può restare indifferenti. Con la coppia letteraria che mi ha fatto sognare, arriviamo a qualcosa di più attuale: chi non conosce oggi la coppia Claire e Jamie di Outlander? È forse la prima volta che mi capita, ma dal personaggio di Jamie sono rimasta praticamente folgorata. In seguito, mi sono appassionata alle vicende dei due innamorati che trascendono il tempo e lo spazio. Del resto come si può non sognare di avere una storia del genere?

Francesca Serafini, Il Castello di Wheldrake

Come ti descrivi come autrice? Quali sono le tue principali fonti di ispirazione?

Come autrice mi sento in continua evoluzione. Mi spiego meglio: si può essere autrici di testi, dipinti, oggetti d’arte e tante altre cose; a me piacerebbe riuscire a superare quella sottile linea che determina la trasformazione di un’autrice in una scrittrice. È sottile la differenza, ma c’è.

Riguardo alle mie fonti d’ispirazione, posso dire che sono le più varie, a volte un avvenimento di cronaca, spesso le emozioni suscitate da qualche libro letto, sempre il mio background culturale in toto. Alcune volte la semplice osservazione di un tramonto o un temporale improvviso.

Francesca Serafini, Il Castello di Wheldrake

Che cosa rappresenta per te il romanzo storico? Perché hai scelto questo genere per il tuo romanzo d’esordio?

Il romanzo storico è una porta, un nesso tra il presente e il passato. Non basta studiare i fatti storici per comprendere le epoche passate. Sono convinta che siano i romanzi a poterci aiutare a capire meglio i nostri avi mostrandoci come era il loro presente, come si svolgevano le giornate, che sentimenti provavano, come ci si comportava in pubblico o in privato, e come reagivano le persone ricche o povere agli sviluppi politici nella Storia. Ho scelto questo genere proprio per le cose dette prima, perché mi incuriosisce quello che provavano le persone nelle varie epoche storiche. Anche se un romanzo è di fantasia, quando ci si impegna a renderlo verosimile basandosi su ricerche accurate, è in grado di essere verosimile nel rappresentarci l’epoca in cui ha luogo.

Francesca Serafini, Il Castello di Wheldrake

Quali difficoltà hai incontrato nel lavorare su un’opera d’ambientazione storica? Perché hai scelto proprio questo periodo come sfondo alla tua narrazione?

La parte più difficile è stata riuscire a farmi un’idea di come fosse la vita a quel tempo, inquadrandola dal punto di vista storico, economico, politico e religioso. Cosa che ho fatto conducendo infinite ricerche su qualsiasi argomento mi venisse in mente, attinente al periodo. Ossia: gli occhiali esistevano? Come erano i vestiti? Chi governava? Che tipo di educazione era richiesta a tavola? Esistevano già le posate? E così via… Nonostante il mio sia un romanzo d’amore e non un saggio, amo che sia il più possibile verosimile. Il periodo storico usato come sfondo non è stata una scelta, potrei dire che è stato lui a scegliere me. Perché mi ha sempre stregata, sin da quando ero piccolissima, inoltre trovo che sia il momento più bello della Storia Inglese. È anche la fase forse più tormentata, che segna un punto di passaggio fondamentale: sta per finire l’epoca dei Vichinghi e l’Inghilterra subirà cambiamenti strabilianti che finiranno per innescare quel processo di evoluzione europea che, letteralmente, cambierà l’assetto del mondo, per trasformare quello antico, in questo che conosciamo ora.

Francesca Serafini, Il Castello di Wheldrake

Parliamo di “Il Castello di Wheldrake”: chi sono i protagonisti?

Personaggi storici e di pura invenzione: come miscelare gli ingredienti in un romanzo storico? I protagonisti principali sono Ayslin e Beowulf. Lei è una giovanissima orfana di antico lignaggio sassone, dal carattere ribelle; lui un potente guerriero normanno di origine vichinga e impenitente libertino. Potrei parlarne per ore e finirei per annoiarvi, meglio che possiate scoprirli da soli. Per miscelare personaggi realmente esistiti con quelli inventati il segreto è l’equilibrio. Mentre con personaggi di fantasia lascio che siano essi stessi a determinare il proprio destino, seguendo il carattere che mi svelano poco a poco scrivendo le loro vicende; per quelli realmente esistiti, è importante ricercare qualsiasi notizia disponibile e attenersi a quelle. Se si usano personaggi storici inventando di sana pianta il loro modo di essere e quello che hanno fatto è bene chiarirlo subito per non creare delusioni in chi legge.

Francesca Serafini, Il Castello di Wheldrake

Cultura al femminile: che significato ha per te personalmente questa definizione? Esiste una cultura, una letteratura al femminile? Come ti collochi in essa?

Per me il termine cultura ha un significato universale che accoglie tutti. La Cultura non riguarda solo qualcuno, ma l’intera umanità. Può aver senso l’espressione “al femminile” quando, come fate anche nella vostra associazione, si intenda considerare l’apporto unico che possono infondere le donne alla cultura. È importantissimo mostrare il nostro particolare punto di vista, che grazie alle vicende storiche (oltre alla biologia) è molto diverso dagli uomini. In questo momento storico nel quale, purtroppo, emergono segnali preoccupanti di una regressione culturale, di parte della società, che porta con sè un’idea di donna vittima, più che artefice della propria vita, per me è importante diffondere l’autoconsapevolezza in ogni donna del valore che essa rappressenta.

Francesca Serafini, Il Castello di Wheldrake

Progetti futuri? Quali generi vorresti affrontare come autrice e quali invece non ti attirano proprio?

Scrivere. Non so se riuscirò ad affermarmi come autrice e, a riuscire finalmente a sentirmi una scrittrice, ma tenterò. Ho già in mente diverse altre storie, qualcuna è ambientata nel presente. Vorrei scriverne una che fosse soprattutto divertente. Chissà poi che acquisendo esperienza, non mi riesca di scrivere un bel giallo dai risvolti romantici. Non mi pongo limiti, in generale, mi piace sperimentare e cimentarmi in imprese impossibili. Forse, non mi attira un genere che credo venga definito dark eros. Mi è capitato di leggere una serie e, confesso che quei libri mi hanno messo ansia. Scene di sesso esagerate e torture inaudite che mi hanno sconvolta. Ho continuato la lettura giusto perché sono testarda, ma racconti del genere proprio non fanno per me.

Nessuno lascia questa pagina senza aver risposto all’ultima domanda. Come prendi il tè?

Ha,ha. Questa è la domanda più facile per me: il mio preferito è il tè Earl Grey (come il capitano Picard di Star Trek) con o senza zucchero, a seconda del mio umore. Ma spesso mi diverto a sperimentare nuovi gusti.

Ciao Francesca e grazie per averci fatto compagnia!

Ancora grazie a voi per avermi concesso il vostro tempo, permettendomi di fare questa bella esperienza.

Francesca Serafini

Francesca Serafini, nata a Roma, è cresciuta sognando eroi romantici ed eroine ribelli. Persa in mondi antichi, svolgeva innumerevoli lavori in campi diversi e studiava. Ritiene che scrivere sia una sorta di terapia per l’anima. Con Il Castello di Wheldrake, suo primo romanzo, vuole dare al lettore un momento di sogno e riflessione lontano dalla realtà.

Il Castello di Wheldrake

Titolo: Il Castello di Wheldrake
Autrice: Francesca Serafini
Cover: in allegato
Editore: Il Seme Bianco
Data uscita: Febbraio 2019
Genere: romanzo rosa storico
Formato: cartaceo
Pagine: 144
Prezzo: € 13.90
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Sinossi:
Ayslin, un’orfana sassone, nell’Autunno del 1066 si ritrova al centro dei giochi di potere tra due Re che si contendono il Trono Inglese, arrogandosi il potere di decidere del suo futuro offrendola in sposa a chi conviene loro. Sfuggita al matrimonio di stato, con un vecchio Laird scozzese, incontra, proprio come in una favola, nel profondo ventre di un folto bosco, l’uomo dei suoi sogni: Beowulf un guerriero normanno. Quando la fanciulla scopre che Re Guglielmo l’ha promessa al normanno, fugge di nuovo, decisa a non appartenere mai a nessun uomo. Beowulf non è felice all’idea di doversi sposare, ma resta ammaliato dalla sua dolcezza e dal suo carattere ribelle. Onore, innocenza perversione e violenza si mostreranno loro lungo la strada, troveranno la forza di scegliere l’amore?