Le Foibe – la Storia dimenticata.

di Simona Liubicich e Antonia Romagnoli

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Introduzione

Il 10 febbraio si celebra la giornata di commemorazione delle vittime delle Foibe, ma disgraziatamente qui in Italia c’è anche San Remo, ci sono i tronisti, ci sono i tafferugli nelle manifestazione degli antifascisti. Di tempo e spazio per questa Memoria non ce n’è. Ma d’altronde, con una scusa o con l’altra, non ce n’è mai stato: quanti, che non abbiano parenti che sono stati coinvolti in quei drammatici eventi, conoscono i fatti.

La Storia, si sa, la scrivono i vincitori e chi ha vinto le guerre è sempre un eroe, guai a infangare l’immagine dorata di chi ha la veste del salvatore, eppure la logica ci dice che non sempre, non tutto è bianco o nero, che anche i vincitori possono fare errori, anzi nei momenti più tragici, quando l’Uomo si perde, l’errore, la colpa, il delitto, calpestano ogni bandiera.

La colpa più grande resta e rimane la nostra, che rincorrendo farfalle lasciamo che il ricordo, doveroso e sacro, si sbiadisca.

Hanno scritto “La strage delle Foibe, eccidio di serie B”. Perché commesso dai buoni, perché insabbiato da chi la Storia l’ha scritta e raccontata, ma soprattutto per nostra responsabilità, per la nostra incapacità di filtrare le informazioni.

Le foibe sono spaccature naturali del terreno carsico. Sono voragini profondissime.

Ho chiesto a un’amica, una Brava Scrittrice, di raccontare delle Foibe, lei che dai genitori e dai nonni l’ha ascoltata direttamente, perché figlia di esuli fiumani.

La sua famiglia si è ricostruita dal nulla che aveva portato con sè dalla Croazia: un bagaglio fatto di lutti e poc’altro.

Simona Liubicich è una donna coraggiosa e forte anche grazie all’insegnamento forte che ha ricevuto dai suoi, ma è soprattutto una persona che non teme di narrare, di esporsi, di esprimersi.

La ringraziamo, a nome di Cultura al Femminile, per questa preziosa testimonianza che ci ha regalato.

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Una Foiba vista dall’esterno.

FOIBE, LA TRAGEDIA ITALIANA IGNORATA.

Simona Liubicich

È ovvio che tutto quello che posso raccontare sulle foibe mi è stato riferito da chi l’ha vissuto in prima persona: i miei genitori e prima ancora, i nonni che ormai non sono più con me e si sono ricongiunti al Signore.

Quegli anni per loro furono un inferno: erano italiani e sono stati trattati come migranti dalla loro stessa gente, disprezzati, insultati… e ammazzati come cani.

 

La prima ondata di violenza esplose dopo la firma dell’armistizio dell’8 settembre 1943.

In Istria e in Dalmazia i partigiani slavi si vendicarono subito dei fascisti e anche degli gli italiani non comunisti (quindi nemmeno fascisti, gente innocente).

Stupri, torture e alla fine la FOIBA, un buco nero profondo centinaia di metri dove le vittime venivano legate tutte assieme con un fil di ferro, poi si sparava al primo della fila che si trascinava dietro, mano a mano, tutti quanti gli altri. Potete voi immaginare l’orrore? Gli ultimi momenti aggrappati alla vita prima di precipitare in una voragine oscura? Donne, bambini, uomini INNOCENTI. Per loro erano solo nemici del popolo e quando la Jugoslavia occupò Trieste, Gorizia e l’Istria, i soldati di Tito si scatenarono contro gli italiani.

Dentro le foibe ci finirono fascisti, cattolici, democratici, preti, donne, bambini e vecchi. Una vera e propria PULIZIA ETNICA voluta da Tito per eliminare dalla futura Jugoslavia i non comunisti. La persecuzione proseguì fino al 1947, quando venne fissato il confine fra ltalia e Jugoslavia. Il dramma però non finì subito perché lstria e Dalmazia furono cedute alla Jugoslavia.

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Schema di una Foiba. Prodfonde centinaia di metri, tutt’oggi queste fosse carsiche sono l’unica sepoltura che migliaia di persone hanno ricevuto.

350.000 persone si trasformano in esuli (ITALIANI), scappando dal regime titino del terrore. I titini gli sequestrano tutto, ogni bene, ogni cosa ed essi non furono più padroni di nulla se non della loro dignità e in Italia, nel LORO PAESE non trovarono una bella accoglienza perché la sinistra del PCI li considerava traditori in quanto fuggivano dalla Jugoslavia, da un paese comunista.
Per quasi cinquant’anni il silenzio delle foibe ha urlato al ricordo, a un segno di pietà per coloro che non meritavano una morte del genere.

Il 10 febbraio del 2005, il Parlamento italiano ha dedicato la GIORNATA DEL RICORDO ai morti nelle foibe.

Io ho perso uno zio nelle foibe, arrestato per errore e per ERRORE INFOIBATO… PER ERRORE! Mio marito ha perso il nonno, un medico, sequestrato dai partigiani jugoslavi e mai più ritornato a casa, mai più ritrovato nemmeno per dargli una sepoltura degna, probabilmente infoibato anche lui quando mia suocera era solo una bambina e la nonna di mio marito una giovane sposa.

Mia mamma racconta di diversi amici scomparsi da una notte all’altra e mai più rivisti, di persone che conosceva bene e dice di aver visto piangere più volte disperatamente i suoi genitori. Mai più tornati, probabilmente ancora là sotto, al buio di quei buchi, da qualche parte…

Un capitolo della storia che non avrà mai la degna considerazione che meriterebbe, italiani ignorati dalla propria gente, ma italiani per i quali io alzo la bandiera con orgoglio: che il tricolore sventoli per loro e per sempre.

 

Simona Liubicich

Simona liubicich

Simona Liubicich

Simona Liubicich è felicemente sposata con Francesco e ha una figlia di quattordici anni, vive in Liguria in un antico palazzo (si dice sia popolato di spettri). Una vita tranquilla, almeno nei week-end.

Ha intrapreso un percorso di studi in lingue straniere e in seguito a conseguito un diploma in infermieristica pediatrica.
Ama i libri, dai grandi classici ai super moderni d’oggi.
Fra i suoi libri: “Sfumature del deserto” Gammarò Edizioni 2010, “Seduzione e vendetta” Harlequin Mondadori 2012, “Tentazione e orgoglio” Harlequin Mondadori 2013,“Intrigo e passione” Harlequin Mondadori 2014, “Ossessione color cremisi” Harlequin Mondadori 2015, “Un bacio sotto il vischio” SP 2015 e diversi racconti per Delos Books; ha curato per Delos Digital la sezione erotica ebook “SENZA SFUMATURE”.
A proposito delle Foibe:
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Immagini dal web.