Devo essere brava – di Alessandro Q. Ferrari
recensione di Emma Fenu
Devo essere brava è un romanzo di Alessandro Q. Ferrari edito da DeA nel 2020.
Devo essere brava, si ripete Sara, 17 anni e il mondo sulle spalle, in cocci.
Devo essere brava? Ogni affermazione nella sua testa di trasforma in una domanda.
Brava, ossia magra, bella, popolare, intelligente.
Non basta.
Brava, ossia adulta, madre e padre di sè e del fratello sottratto alla famiglia per decisione del Tribunale dei Minori.
Non basta.
Ecomicamente indipendente e affettivamente stabile.
Troppo brava.
Come può rispondere a tante pretese una ragazzina con una madre alcolista e un padre che la abbandona nascondendosi dietro false scuse?
Come può cavarsela in un mondo di adulti irresponsabili una adolescente alle prese con il cambiamento, l’amore e la paura?
Ci vorrebbe un miracolo, penserete. E lo pensa anche la protagonista che arriva a rubare una statua della Madonna; lo fa mentre, ingenua e istintiva come Eva, mentre morde mele del peccato con rabbia e disperazione.
Devo essere brava è un romanzo intenso e forte che fin dall’incipit coinvolge il lettore a cui Sara si rivolge direttamente, consapevole del potere catartico della scrittura.
Le sue parole si intervallano a dialoghi serrati fra coetanei e ai vocali sullo smarthpone lasciati dal fratellino, Ricky, che pianifica la fuga dall’istituto con la magia dell’infanzia, in cui si crede che tutto possa essere, anche se le bugie sono il vocabolario dei “grandi”.
Devo essere bravo/ a è un monito inconscio che appartiene a tutti, non solo agli adolescenti e non solo a quelli problematici: ma il rispetto delle regole delle auctorictas e l’uniformità a standard prefissati può garantire perfezione e adeguatezza?
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Sinossi
Sara deve essere brava. Deve essere brava, e non ci sono alternative.
Perché in caso contrario non rivedrà più suo fratello Rocky, non glielo lasceranno portare a casa, non potrà mai viverci insieme.
E Rocky è tutto ciò che vuole dalla vita.
Quello e andarsene da Roveto, dove il grigiore annebbia la mente e impedisce di vedere il futuro.
Certo, il fatto che suo padre se ne sia andato non aiuta.
Nemmeno che sua madre abbia trovato lavoro in città e abbia deciso di abbandonarla.
Ha la rabbia ai denti, Sara. È questo mondo storto e sbagliato, dove una diciassettenne può ritrovarsi all’improvviso sul baratro di un abisso, che gliela fa venire.
E lei ha bisogno di distruggere, mordere, rompere, forse anche solo per togliersi quel sapore nero che ha in bocca, come se l’unico modo di avvicinarsi alla realtà fosse azzannarla.
Sara deve essere brava, per trovare una via d’uscita a tutto questo.
Ma da sola non può farcela.
Può farcela? Amicizie sbagliate, ragazzi sbagliati, adulti sbagliati.
Sara sa solo ripetersi quello che deve ma non riesce a essere.
Finché una notte, a Roveto, tocca il fondo dell’abisso, e capisce che è il momento di risalire.
Non importa se tutto il mondo le è contro, niente potrà fermarla.
Dall’autore del libro “Le ragazze non hanno paura”, una storia che racconta la ferocia e la grazia dell’adolescenza.