TATATU di Margherita Fava
Voce alla Musica
a cura di Gianna Ferro
TATATU, edito da Caligola Records, è l’album di debutto della giovanissima compositrice e pianista jazz Margherita Fava, registrato negli Stati Uniti negli Stone Soup Studios di Maumee, Ohio.
Margherita Fava ventisette anni, nata a Follina, in provincia di Treviso, da una famiglia di musicisti, intraprende sin da piccola gli studi musicali, con pianoforte e basso elettrico. Il suo incontro con il jazz, ad appena diciassette anni, durante un Summer Jazz Workshop di Veneto Jazz, e l’affascinante scoperta dell’improvvisazione e la ritmica della musica afro-americana la induce alla ricerca, allo studio e al seguente inevitabile trasferimento negli Stati Uniti.
Dopo sette anni di studi ed attività musicali negli Stati Uniti, il 10 marzo di quest’anno, esce TATATU, prodotto dal bassista e compositore Rodney Whitaker, direttore del dipartimento di jazz alla Michigan State University.
Osiamo dire, con orgoglio, che con quest’album il jazz di Margherita Fava, con una band di artisti statunitensi, parla italiamo.
TATATU è composto da otto brani: sei inediti scritti dalla musicista italiana e due brani di standard jazz, “Rhythm-a-ning” di Thelonious Monk e “All the Things You Are” di Jerome Kern, registrati a novembre 2022 allo Stone Soup Studio di Maumee, in Ohio, con Gregory Tardy al sassofono tenore e al clarinetto, con cui Margherita ha studiato composizione all’università del Tennessee, mentre la sezione ritmica è affidata a Javier Enrique al contrabasso e Michael J Reed alla batteria.
Questi i titoli dei brani:
Face off di Margherita Fava,
Tidal Waves di Margherita Fava https://www.youtube.com/watch?v=s5jqTU664Aw&t=19
Rhythm-A-Ning di Thelonious Monk( il primo disco in cui era presente Margherita Fava come musicista) https://www.youtube.com/watch?v=ff0hps55wt0
Bird of Passage di Margherita Fava
Resilience di Margherita Fava
All The Things You Are di Jerome Kern
A Restless Mind di Margherita Fava
Hard To Say di Margherita Fava
Per il lancio di TATATU Margherita Fava sceglie di promuovere il singolo “Tidal Waves”, nel cui video ci sono onde agitate. La musica rincorre le onde del mare nelle sue continue trasformazioni. Qui l’artista esalta, seppur tra armonie complesse, il suo carattere melodico, mentre Gregory Tardy si destreggia in assoli di giri armonici.
In tutti i brani la matrice è sicuramente jazzistica, ma c’è tanto altro. Ogni musicista con il proprio strumento ne esalta e ne esplora le qualità, con tecnicismi e improvvisazioni proprie del genere. L’album TATATU è un riuscito gioco di squadra, in cui nessun musicista prevale sull’altro, ma l’ensamble eccelle in tutti i brani con professionalità ed eleganza.
Vorrei che fosse la stessa Margherita Fava a parlarci di questo splendido progetto, che parla soprattutto italiano.
Culturalfemminile vuole conoscerla attraverso le sue parole. Chi è Margherita Fava?
Sono una pianista jazz, compositrice, arrangiatrice, insegnante, appassionata di musica, e design.
La sua formazione musicale parte da una base classica. I suoi genitori sono musicisti, suo padre violinista e sua madre violoncellista dediti alla musica barocca e medievale. Come mai Lei ha scelto di intraprendere la strada del jazz?
Mi sono innamorata del genere dopo averlo scoperto tramite un workshop tenuto da Veneto Jazz, mentre ero ancora al liceo. Ma già da piccola ero attratta da certi elementi della musica jazz anche se non ne ero consapevole. Per esempio sono sempre stata attratta da pezzi molto ritmici, da armonie inconsuete e dall’ idea dell’ improvvisazione.
La scelta di studiare e vivere in America è legata alla sua passione per il genere jazzistico o è motivata anche da altro?
E’ stata una scelta principalmente legata a motivi musicali, specialmente all’ inizio. Ma anche legami umani e fascino per la cultura Americana in generale.
TATATU è il suo primo disco, uscito il 10 marzo. Perchè questo titolo? Ha un significato particolare?
Da quanto mi dice mia madre, “Tatatu” e’ stata la prima frase che abbia mai articolato quando avevo poco più di un anno. Mi raccontano che quando qualcuno cercasse di aiutarmi a fare attivita’ del tipo mangiare, vestirmi, ecc., io stizzita dicevo “Tatatu” come per significare che non volevo essere aiutata ma che preferivo arrangiarmi da sola. Siccome questo mio primo album e’ stato composto, arrangiato, finanziato da me, ho voluto scegliere un titolo che incarnasse questa natura indipendente.
Il famoso bassista Rodney Whitaker l’ha definita “un’anima antica” e i brani del disco hanno sempre una linea melodica, quasi cantabile. Cosa ne pensa in merito all’affermazione del musicista e che tracce ci sono nei componimenti della sua formazione musicale classica?
In realtà mi ha fatto molto ridere leggere che Whitaker mi abbia definita cosi’, perche’ ho sempre pensato che ci fosse un qualcosa di sconnesso tra la mia mentalita’ e quella di molti miei coetanei. Da sempre. Non so bene il perche’. Ma penso sia dovuto al fatto che sono sempre stata una persona introspettiva, anche quando ero molto piccola. Nella vita si incontrano delle persone anziane che non si riesce proprio a immaginare da giovani. Io penso che diventero’ una di quelle persone. Penso che le mie radici nella formazione classica mi abbiano conferito un istinto per lo sviluppo di melodie al di fuori degli schemi prettamente jazzistici e un’ attenzione particolare alle dinamiche di un pezzo: l’importanza di un pianissimo e la potenza di un fortissimo.
Credo che i suoi studi e le sue esperienze musicali, anche se è giovanissima, le permettono di tracciare una sostanziale differenza tra lo stile jazzistico afro-americano e lo stile italiano.
Apprezzo molto questo commento!
Come mai ha scelto di estrapolare Tidal Waves dall’opera completa e farne un singolo? Non ritiene che si distolga l’attenzione dagli altri brani?
E’ stata una scelta mediatica. E’ molto comune, almeno qui in America, far uscire uno o piu’ singoli in attesa dell’ album completo per raggiungere maggiore visibilita’ sui vari social media e altre piattaforme. Tidal Waves e Rhythm-A-Ning sono i due singoli che ho scelto per lanciare il mio album.
Dietro ad ogni componimento c’è un grande lavoro d’insieme. Ci parla dei musicisti che hanno contribuito al suo progetto musicale?
Al sassofono sentirete Gregory Tardy, musicista che vanta collaborazioni con Elvin Jones, Tom Harrell, Bill Frisell, solo per citarne alcune. E’ stato il mio insegnante di composizione all’Università del Tennessee quindi la sua impronta in questo progetto e’ molto importante per me. Michael Reed e Javier Enrique erano miei compagni di corso quando ero alla Michigan State University durante il loro Master. Suonavamo spesso insieme quando studiavamo li’ e loro due hanno sviluppato un legame forte che sapevo avrei voluto sfruttare per un mio progetto. Michael e’ originario di Toledo, Ohio e Javier e’ originario del Nicaragua ma e’ cresciuto a Miami.
Quali sono i suoi progetti futuri?
Continuare a portare la mia musica in giro per il mondo, tornare in Italia e collaborare con nuovi musicisti per degli altri progetti, registrare un nuovo album e molto altro ancora.