Scrittrici e gatti
Elisabetta Corti
“Scrittrici e gatti” è stato il mio intervento al primo incontro di Cultura al femminile, il 18 Marzo a Milano.
Non ho (e non avevo) nulla di scritto (solo piccole note :P), quindi procederò a raccontarvi le cose come ho fatto due settimane fa.
Il tema della scrittura e dei gatti mi ha sempre affascinato. Il gatto sembra il compagno ideale di uno scrittore: silenzioso, enigmatico.
Approcciandomi all’argomento inizialmente, ho fatto una scoperta non troppo sorprendente. L’accoppiata gatto/scrittore sembrava riservata solo a scrittori uomini.
Hemingway, Bukowski, Murakami. Tutti scrittori di spessore, ma le donne?
Una ricerca più approfondita mi ha portato finalmente un nome, e che nome!
Doris Lessing, premio Nobel per la letteratura e scrittrice famosissima, amava molto i gatti.
Aveva però con loro un rapporto particolare, e sicuramente molto diverso da quello che ho io con questi animali.
Quando si conoscono i gatti, quando si è passata una vita insieme ai gatti, quel che rimane è un fondo di sofferenza, un sentimento del tutto diverso da quello che si deve agli umani: un misto di dolore per la loro incapacità di difendersi, e di senso di colpa a nome di tutti noi
Il suo è un rapporto di dolore, senso di colpa e sofferenza. Nata in una fattoria in Africa, Doris vive il dolore della riproduzione veloce e senza controllo di una colonia di gatti.
Gatti che spesso si ammalano, che non si fanno avvicinare, che non hanno abbastanza cibo.
Un episodio la segna particolarmente: i gatti vengono rinchiusi in una stanza dove il padre di Doris entra con un fucile per mettere un freno a questa riproduzione.
In seguito, trasferitasi a Londra, ha diversi gatti. La maggior parte di loro vanno e vengono, e di nuovo entra in gioco la cattiveria umana. I gatti infatti non tornano perchè spesso utilizzati per fare colli di pelliccia.
Una gatta, però, rimane e la scrittrice decide di farla sterilizzare.
Vive però questa scelta come un tradimento verso la gatta, che a sua volta sembra diventare scostante e poco avvezza alle coccole.
“Gatti molto speciali” è il suo libro dedicato ai felini in cui racconta la sua esperienza.
Patricia Highsmith aveva invece un diverso approccio con questi preziosi animali. La regina dei thriller psicologici, ha dedicato ai gatti un libro che rompe un po’ i suoi schemi. Li definisce “Irresistibili tentazioni letterarie”.
Si racconta che quando ascoltò il famoso appello di John Fitzgerald Kennedy alla radio nel 1961 – “Non chiedete che cosa il vostro paese può fare per voi; chiedete che cosa potete fare voi per il vostro paese” – Patricia Highsmith si alzò, andò in cucina, e diede da mangiare ai suoi gatti.
“Dei gatti e degli uomini” è il suo libro in cui tre gatti sono protagonisti di tre diversi racconti.
Lilian Jackson Braun non è mai stata una amante di gatti. Un giorno, però, vedendo una statuina di un gatto siamese, se ne innamorò.
Il marito decise quindi di regalarle un gatto siamese, Koko. Koko vive felicemente per due anni con l’autrice, finchè purtroppo perde la vita cadendo dal decimo piano dell’appartamento dove vive.
La caduta sembra non essere accidentale, ma provocata da una “mano assassina”.
Per superare questo lutto, nasce “The Sin of Madame Phloi”, un racconto dedicato alla vita di Koko. Un libro giallo però.
Lo pubblica l’Ellery Queen’s Mystery Magazine, che chiede all’autrice altri due racconti gialli con dei gatti protagonisti.
A metà degli anni ’60, nasce la fortunata serie “Il gatto che…”, che vede protagonisti due gatti siamesi aiutanti di un reporter.
La serie è così fortunata che al suo interno si possono trovare 30 libri.
Fin qui tutto OK, ma le italiane?
Ed ecco che mi viene in mente lei. Che non è una scrittrice, ma ha scritto dei libri.
Lei è Margherita Hack.
Margherita nasce in una famiglia che pratica la Teosofia e non mangia carne.
Cresce con un grande rispetto per gli animali, e nella sua vita convive con parecchi cani e gatti.
Di questi ultimi, parla sempre come animali incredibilmente intelligenti.
Parlava così di due delle sue gatte:
Quando Jenny e Luna erano appena arrivate, per abituarle alla nuova casa, la notte le chiudevamo in una stanza – la stanza dei gatti e anche degli ospiti – dove oltre a un comodo letto, disponevano della loro toilette e acqua da bere. Dopo qualche giorno, la mattina trovavo sempre la porta aperta. Forse non chiude bene, pensai. E chiusi la porta a chiave. E il mistero fu svelato. Sentivo ripetutamente smuovere la maniglia su e giù. Una delle due aveva scoperto che saltando e aggrappandosi alla maniglia la porta si apriva. Era Jenny, la solitaria, la più coraggiosa e intelligente, come capii, quando la vidi ripetere la stessa operazione con la porta della cucina. E aveva appena 5 o 6 mesi.
In “Il mio zoo sotte le stelle”, si possono trovare altri aneddoti della lunga vita di Margherita con gli animali.
Chiudono questa mia carrellata Ilaria Guerra e Graziella Ardizzone.
Graziella è un chirurgo torinese, che al di fuori del suo lavoro si è sempre occupata di gatti.
Dalla sua esperienza di gattara è nato “La ballata di Tapie e Grande Nero”, in collaborazione con la figlia Ilaria Guerra.
Il libro racconta di una bella amicizia tra gatti che devono spostarsi dal territorio in cui vivono al momento.
Di conseguenza, un libro di avventure feline che fanno bene al cuore.
Ilaria è una traduttrice, e vive con 3 gatti.
Graziella, invece, vive in un casale nel canavese con i suoi… 26 gatti!
“Scrittrici e gatti” è stato sicuramente l’argomento più “leggero” della giornata. Innegabilmente, negli ultimi anni i libri con protagonisti questi animali (e anche i cani) si sono moltiplicati.
Segno, sicuramente, che fanno ormai parte della nostra famiglia.