L’estate che sciolse ogni cosa di Tiffany McDaniel
Voce all’Irreale
Recensione di Altea Alaryssa Gardini
L’estate che sciolse ogni cosa è un romanzo scritto da Tiffany McDaniel ed edito per Edizioni Atlantide nel 2020.
Di cosa tratta L’estate che sciolse ogni cosa?
Ci sono così tante parole in questo libro che non so più da dove iniziare. Ognuna di esse ha un nome, una forma e, non potrete mai crederci, un peso specifico.
Calibrare il peso specifico delle parole non è una cosa che si fa abitualmente. Si parla per riflesso all’aria che sbatte all’interno della bocca, per dare una forma alle cavità che altrimenti non si sentirebbero mai piene all’interno del cranio ma quasi mai di parla perché si ha l’esatta cognizione di cosa si sta dicendo.
Solo alcuni pesano la pietra che hanno tra le mani prima di lanciarla.
Solo alcuni, quelli che stanno in cima alle colline dei polpastrelli che recano i calli di chi li usa per armonizzare i suoni, si ricordano di togliere la carta colorata che sta attorno al macigno prima di usarla per rompere o ferire.
Tutti gli altri chiamano quella patina colorata: paura. La paura sussurrata, quella che non ti fa vedere la verità, quella che ti isola da qualcosa che non sei tu: qualcosa che è diverso.
Quanti si possono definire innocenti?
“Lui mi disse che difendere il diavolo è come difendere un vetro infranto.
Quando un vetro è integro è qualcosa di buono, rotto è il male e viene spazzato via. Gettato. A volte troppo presto. Pensa a una finestra, disse Sal. Pensa alla violenza che la manda in frantumi. A tutte quelle schegge per terra.
La violenza è riuscita ad entrare, e ti assale. Rischia di ucciderti, così tu afferri un vetro rotto e lo usi come pugnale. La violenza muore e tu sei salvo. Salvato da un vetro rotto. Non è strano? Essere salvato dal male.
Può capita che non spazzare via ciò he non è buono possa essere la tua salvezza. Può capitare. Chissà. Per questo difendere il diavolo significa difendere il buono che c’è nel male.”
L’estate che sciolse ogni cosa è l’estate del 1984.
Quell’estate sarà un vetro rotto che, non avendo coscienza di essere il pugnale, porterà via il Paradiso della famiglia Bliss.
Un giorno, un pubblico ministero, convinto che il suo compito sia usare il setaccio che separa il bene dal male, scrive una lettera al diavolo.
Perché? Perché vuole vedere con i suoi occhi!
Quando il signore degli inferi arriva non ha ali, non ha forconi, non ha zoccoli fessi. Il diavolo ha 13 anni, gli occhi smeraldo di chi desidera ancora volare ed è…di colore. Indossa una tuta di jeans talmente sdrucita che si può intravedere la pelle sottostante e ha la voce di un’anima antica che è venuta per avere delle risposte.
L’unica cosa che il Sal, il diavolo, sembra aver portato con sé è il caldo. Il caldo de L’estate che sciolse ogni cosa.
“Perché dovunque fugga è sempre inferno: sono io l’inferno;
e nell’abisso più fondo un altro abisso
si spalanca.” (Jhon Milton, Il paradiso perduto. Libro IV)
Perché leggere L’estate che sciolse ogni cosa?
Ci hanno insegnato a non dubitare di coloro che sembrano carta da zucchero, delle staccionate bianche e dei sorrisi cordiali.
Se la gente per bene è tutta concorde non esiste che si sbagli.
Può succedere che vedere la verità ti porti via ogni cosa, che tutto ciò che avevi sia l’inferno in terra.
Quando si fa l’autopsia alla verità, accade che quella che credevi fosse la tua vita diventa il paradiso perduto dell’inferno che ti sei creato con le tue mani.
La cittadina di Breathed dovrà rendersi conto che lo spigolo che precede la caduta è così scivoloso che dopo quel confine non ci può essere salvezza. Il momento in cui lo si realizza è così fugace che quando il diavolo, al termine della caduta, le rivolge la parola accade un prodigio: lui è l’unico angelo presente in città.
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Sinossi
Ci sono estati che ti entrano sotto la pelle come ricordi eterni. Per il giovane Fielding Bliss quell’estate è il 1984, l’estate che cambierà per sempre la sua esistenza e quella di tutti gli abitanti di Breathed, Ohio.
Qui, in una giornata dal caldo torrido, il diavolo arriva rispondendo all’invito pubblicato sul giornale locale da Autopsy Bliss, integerrimo avvocato convinto di saper distinguere il bene dal male, e padre di Fielding. Nessuno in paese si sarebbe mai aspettato che Satana avrebbe risposto. E tantomeno che si sarebbe palesato come un tredicenne dalla pelle nera e dalle iridi verdi come foglie, eppure quel ragazzo uscito dal nulla sostiene davvero di essere il diavolo.
A incontrarlo per primo è Fielding, che lo porta con sé a casa.
I suoi genitori subito pensano che il giovane, che sceglierà di farsi chiamare Sal, sia scappato dalla propria famiglia, eppure le ricerche non portano a nulla, e in lui sembra esserci veramente qualcosa di impenetrabile e misterioso.
Qualcosa che gli abitanti di Breathed non capiscono e che li convincerà che il ragazzo dalle lunghe cicatrici sulle spalle sia realmente quello che dice di essere: il diavolo.