L’Alienista serie tv Netflix

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Recensione di Loriana Lucciarini

L’Alienista è una serie tv Netflix composta da due stagioni e tratta dai celebri romanzi di Caleb Carr, con Daniel Brühl, Luke Evans e Dakota Fanning.

Di cosa tratta L’Alienista?

La serie thriller e d’investigazione ci trasporta in un New York di fine Ottocento cupa e depravata, con strascichi dal fascino vittoriano.

La scenografia materica, quasi tridimensionale, è capace di portarci impressioni visive ed emozionali. Così, tra le suggestioni di secoli passati, ci si muove tra sontuosi palazzi, ricchezza opulenta, visioni e spinte verso un futuro innovativo, vicoli malfamati e maleodoranti, strade fangose impregnate di povertà.

La serie ha ottenuto 2 candidature ai Golden Globes e 1 candidatura a Cdg Awars.

Nella prima stagione de L’Alienista, uscita nel 2018, ci troviamo in una New York fumosa e nebbiosa del 1896.

Lo psicologo Laszlo Kreizler e suo amico e collaboratore, l’illustratore John Moore, vengono invitati dal commissario di polizia a collaborare all’indagine relativa agli efferati delitti che coinvolgono giovani dediti alla prostituzione. Alle vittime, tutti ragazzi giovanissimi, sono stati asportati gli occhi.

Lo psicologo, qualificato come alienista, dovrà dare interpretazione ai comportamenti criminali, alle motivazioni e alle spinte violente, cercando di realizzare un profilo della mente dell’assassino utile a dare una svolta alle indagini. A supportarlo nel suo lavoro interverrà poi anche la collaborazione con la segretaria del commissario, un’intraprendente giovane investigatrice, Sara Howard.

Si indaga dunque su omicidi inspiegabili di efferata violenza, cercando di entrare nella mente dell’assassino e capirne e carpirne traumi irrisolti e motivazioni. Perché uccide? Cosa lo spinge alla violenza?

La trama è solida e offre un crescendo di suspence adrenalinica.

La fotografia a tinte noir e horror, è capace di donare una perfetta aura a scene e situazioni, intrigando fin dai primi fotogrammi.

Tutti i personaggi sono intensi e interessanti e, cosa non banale, si rivelano lentamente, puntata dopo puntata, accrescendo negli spettatori la voglia di scoprire molto di più sulle loro vite e i loro pensieri. Fra tutti proprio l’alienista è quello con più fascino, grazie alla forte personalità che catalizza tutta l’attenzione.

Ottimo Daniel Brühl: la sua interpretazione è trattenuta, sussurrata, attenta a sottolineare particolari.

 

Nella seconda stagione de L’Alienista, rilasciata nel 2020, la storia ruota principalmente attorno a Sara Howard, l’ex assistente del futuro presidente Roosevelt ora divenuta titolare di una agenzia investigativa, la prima gestita da una donna.

Qui la vediamo alle prese con la ricerca di un neonato sequestrato e ben presto si incapperà in un killer di infanti. A questo punto le indagini – che dovranno muoversi in modo ufficioso, al limite del segreto – chiederanno l’intervento e il supporto di Laszlo Kreizler e di John Moore.

I due li ritroviamo in situazioni di vita cambiate ed evolute: Lazslo è direttore di un istituto per minori, John si è dato al giornalismo ed è prossimo alle nozze con la ricca figlia del proprietario del giornale concorrente.

Le loro situazioni personali si legano e si mischiano agli eventi criminali, in una stagione più “viva” e movimentata da colpi di scena e novità. Le indagini, nel frattempo, si dipanano tra traumi subiti, amore rinnegato, ricerca di redenzione e riscatto, abbandoni e abusi sessuali, inquietanti nenie, pozioni e operazioni clandestine.

In questi episodi Sara, interpretata in modo efficace e sfaccettato da Dakota Fanning, si rivelerà di che mai con la sua personalità risoluta e determinata.

Sara infatti, che è una tosta, non si farà fermare da nessuno – né dal pregiudizio, né dagli sguardi di sufficienza che sente su di sé – e sarà lei a mettersi in gioco con risolutezza e coraggio, per arrivare a  risolvere il caso.

Sara Howard, dimostrando dunque capacità e talento, si impone come personaggio chiave dell’intera seconda stagione. Lei, sarà il catalizzatore della serie: le sue capacità deduttive, la sua tenacia, la sua ribellione verso gli schemi imposti, i suoi sentimenti, i traumi del suo passato.
In questa seconda stagione tutti i protagonisti di questa storia si mostreranno con le loro luci e ombre, debolezze e fragilità, determinazione ed energia.

E, se nella prima serie li avevamo gustati a piccoli sorsi come un liquore d’annata prezioso, qui riusciamo a coglierli in una rivelazione di più ampio respiro.

 

Perché vedere L’Alienista?

L’Alienista mi ha tenuta incollata: volate le puntate, pur se di quasi quaranta minuti l’una!

La prima stagione è da cardiopalma con 10 episodi. La seconda, 8 gli episodi totali, ci permette di avvicinarci maggiormente alla psicologia dei protagonisti, apre spiragli, offre nuovi sguardi più a campo lungo. Se amate i thriller, le indagini deduttive, la profilazione psicologica, questa serie fa per voi: non perdetevela!

Entrambe le stagioni sono eccellenti per realizzazione, recitazione, pathos, temi trattati, caratterizzazione dei personaggi. Terminarla mi è spiaciuto, anche perché gli ultimi fotogrammi erano pieni di luce, quasi un elogio all’ottimismo.

 

Link Netflix
TRAILER STAGIONE 1

L’ALIENISTA STAGIONE 2