Notti d’estate – contest amarcord
di Antonia Romagnoli
Ricordo certe notti d’estate, di un mondo perduto.
Quando la via era illuminata da un pallido, cereo lampione che ondeggiava pigro rischiarando a fatica le ombre.
Quando dalla casa di fronte, dalle finestre aperte per portare un poco di frescura, uscivano fino a tarda ora note di brani classici che bagnavano la strada di malinconia.
Io ero alla finestra, e con occhi avidi osservavo la vita per trarne poesia.
Ero anche alla finestra della vita, e non lo sapevo.
Guardavo, come adesso, lo scorrere lento delle ore, il volgersi maestoso delle stelle verso il mattino e non sapevo che quelle notti erano l’alba della mia esistenza.
Il sole sorgeva, dopo queste notti insonni, e mi pareva stanco quanto lo erano i miei occhi, appesantiti dalla veglia e dalla scrittura.
E pagine e pagine accoglievano il solco della mia penna, altre strade fatte d’inchiostro per i passi della mia mente e della fantasia.
Che ne è stato di quel mondo, di quelle veglie?
Da tanto tempo la casa di fronte tace.
Da tanto tempo quelle finestra sono sigillate e senza vita.
Il lampione oggi rompe le tenebre, baldanzoso, con una calda luce dorata, che vuol dar lustro ai mattoni antichi, ma non c’è quasi più nessuno che si fermi a guardarli, nemmeno io che pure, nonostante lo scorrere degli anni, ancora resto qui, alle stesse finestre, silenziosa e pensierosa.
I sentieri d’inchiostro restano. Unici testimoni di un mondo perduto, di un istante vivido che è divenuto ricordo.
E oggi, nel pomeriggio della vita, sento ancora quella musica di buio e di stelle, lontana: incisa nel cuore.