“L’armonia della semplicità”

di Elisabetta Ferri

 

Saverio e Luana, amici del mio compagno Elia, convolarono finalmente a nozze. Si unirono con rito civile il mattino, di fronte a parenti e testimoni, e con uno simbolico il pomeriggio, in un agriturismo, in presenza degli amici. Avevano chiesto a Elia di officiare alla seconda cerimonia e lui aveva lavorato a lungo al discorso. Nemmeno io sapevo cosa avrebbe detto, perché per giorni era infuriata la burrasca tra noi e ci parlavamo appena. Eravamo andati insieme al matrimonio, ma un invisibile muro di gelo ci separava, anche se per rispetto degli sposi avevamo deposto temporaneamente le armi.

Luana, come da tradizione, tardò e la calura estiva mise a dura prova la pazienza dei presenti. Elia, colto dal nervosismo, continuava a sistemare i fogli sul leggio e a rileggere il discorso. Quando arrivò, la sposa era avvolta in un magnifico abito di chiffon, che ondeggiava leggero a ogni refolo d’aria, e raggiunse l’amato sulle note del “Kanon” di Pachelbel. È incredibile come l’amore tra due persone possa rischiarare gli animi incupiti.

Il silenzio calò. Elia iniziò a parlare: la sua voce gentile, “May it be” in sottofondo e l’emozione della coppia di innamorati commossero tutti. Poi i due, accompagnati dalle parole del cerimoniere e dalla canzone “Halleluiah”, iniziarono a versare la sabbia colorata delle rispettive ampolle nel contenitore di vetro.

Io, rapita da quelle romanticherie, ripercorsi con la mente la storia di Elia e mia. Ripensai a tutte quelle piccole cose che ci avevano fatto avvicinare al punto da non poter più fare a meno l’uno dell’altra. Ogni traccia di rabbia, in me, svanì. Mi si inumidirono persino gli occhi. Quando tornai a concentrarmi su quel che Elia stava dicendo, accompagnato da quella struggente melodia, rimasi meravigliata di scoprire che anche lui stava sottolineando l’importanza della semplicità: “Guardiamo troppo al futuro, perdendo il contatto con quello che abbiamo qui e ora. Speriamo sempre di trovare qualcosa di più emozionante e stimolante là fuori, ma questa convinzione ci rende ciechi al punto da non vedere quanto invece abbiamo già di importante vicino a noi. Ci focalizziamo sui difetti dell’altro, senza mai cercare di capire che cosa si nasconda dietro a quelle ferite, né di aiutarci a guarirle. Allora, siccome è più facile fuggire che affrontare i problemi, ci convinciamo che solo altrove potremo trovare il meglio, un meglio che non arriva mai, perché la perfezione è una chimera inafferrabile.” Quel che mi sciolse il cuore, fu che lo disse fissandomi negli occhi. Elia concluse dicendo che Saverio e Luana erano stati in grado di non farsi irretire da questa tentazione, dando a tutti noi un’importante lezione di vita.

And love is not a victory march

It’s a cold and it’s a broken Hallelujah…

Mi sfuggirono un paio di lacrime ribelli e io compresi quanto stolti fossimo stati a scordarci ciò che di bello avevamo da offrire l’uno all’altra e a vedere solo il negativo. Sulle difficoltà avremmo potuto lavorare insieme, perché insieme e con la forza di volontà si può superare ogni ostacolo.

Il rito terminò ed Elia porse le sue felicitazioni anche a nome di tutti i presenti. Poi mi venne incontro. Ci abbracciammo e ci baciammo. Ogni dissapore era svanito, perché avevamo sentito battere nel cuore l’armonia della semplicità.

 

 

 

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