“L’ isola sotto il mare” di Isabel Allende
Recensione di Maria Luisa Malerba
L’ isola sotto il mare è un romanzo edito da Feltrinelli nel 2009 e scritto da Isabel Allende, la scrittrice latino americana con più lettori al mondo, le cui opere hanno venduto diversi milioni di copie e sono state tradotte in quasi quaranta lingue.
Siamo a Santo Domingo, oggi Haiti, verso la fine del XVIII secolo.
Zarité, una donna che non ha mai conosciuto la propria madre, è figlia di un’africana catturata in Guinea e di un marinaio bianco che la trasportava come una bestia in una nave negriera.
Zarité, detta anche Tété, nasce schiava e sopravvive ogni giorno al terrore e alla brutalità dei bianchi.
Ma, come si evince dall’incipit del libro e come il lettore scoprirà in seguito, lei è più fortunata delle altre e la sua stella (“z`etoile”1) continua a brillare, anche durante la notte più oscura.
Tété trova riparo e consolazione nei rituali vudú che condivide con gli altri schiavi, nelle tradizioni tribali dell’ isola sotto il mare (l’Africa, la terra d’origine), nei ritmi dei tamburi e nel ballo,
“… porque esclavo que baila es libre.”
Toulouse Valmorain, un nobile francese che sbarca nella colonia per gestire la piantagione del padre, compra la giovane quando è una bambina perché faccia da schiava personale alla moglie.
Gli anni seguenti saranno scanditi dalla lotta di Tété e del suo popolo per la conquista della propria libertà.
Intanto, le storie di Valmorain e della sua giovane schiava s’intrecceranno ogni giorno di più, aldilà di ogni apparenza.
Sullo sfondo si staglia la Storia con la S maiuscola, quella dello schiavismo e delle piantagioni di canne da zucchero, quella della sanguinaria rivoluzione di Toussaint Louverture sull’isola di Santo Domingo e quella del razzismo a New Orleans.
Data l’atrocità del tema della schiavitù, in tutto il periodo in cui è stata impegnata nella stesura romanzo (includendo due anni di ricerca), l’insuperabile Isabel Allende è stata coinvolta al punto da essere convinta di avere un cancro
e ha convissuto con un dolore allo stomaco che l’ha abbandonata solo a libro compiuto.
La stessa scrittrice cilena ha dichiarato che se questo romanzo trattasse in toto il tema della schiavitù, sarebbe troppo crudo da leggere e farebbe un male atroce.
Ed è per questo che il suo genio ha combinato sapientemente
realismo magico, umorismo, amore, passione e avventura in un intreccio narrativo complesso,
animato da una miriade di personaggi e carico di suspense.
Con una ricchezza impressionante di dettagli nella descrizione di ambienti, personaggi e oggetti, frutto di un laborioso processo di documentazione e di verificazione delle fonti sugli abusi che si perpetravano ai danni degli schiavi nella colonia più ricca della Francia,
Isabel Allende ha creato un romanzo storico che fa immergere il lettore nel tremendo dramma della schiavitù e che lo fa identificare con un personaggio, quello di Zarité, che è molto umano.
Lo stile della celebre scrittrice cilena è accattivante, conquista il lettore, gli strappa risa e lacrime a distanza di poche pagine e lo ipnotizza con la narrazione.
La traduzione italiana del libro è stata effettuata magistralmente da Elena Liverani, abituale traduttrice di Isabel Allende.
Tuttavia, si invita il lettore, se ne ha la possibilità, a leggere il libro in lingua originale,
dato che il lessico è ricco di espressioni colorite e musicali proprie dello spagnolo dell’America Latina.
Zarité ha tratti in comune con altre protagoniste femminili della prolifica e nota produzione letteraria della scrittrice de La casa degli spiriti, Eva Luna, Paula, La figlia della fortuna, Ritratto in seppia.
Le donne dei romanzi di Isabel Allende, in genere, vivono in circostanze di oppressione e discriminazione dalle quali,
dopo molti sforzi, riescono a salvarsi non solo grazie all’aiuto di altre ma anche ricorrendo alle proprie risorse.
Come l’autrice ha affermato:
“dei personaggi che ho creato, Zarité è quello che più di tutti mi dà la sensazione di essere realmente esistito.
La vedo nella sua interezza.
È alta, magra, forte, dal collo e dalle mani eleganti, con gli zigomi alti e gli occhi un po’ assopiti. Potrei persino descriverne l’odore, la sento dentro”.
La scrittrice, che ha dichiarato di essere diventata femminista prima ancora di conoscere il significato di questa parola e che è attiva da sempre nella difesa dei diritti delle donne anche attraverso una fondazione da lei creata.
Si serve della scrittura come arma per denunciare il crimine impunito e spietato che relega le donne e, più in generale, l’essere umano, a una condizione di subalternità.
L’isola sotto il mare, infatti, è di un’attualità devastante, come ha sottolineato più volte la stessa Allende.
Benché le donne abbiano lottato tanto e continuino a farlo, oggi più che mai,
il mondo appartiene ancora agli uomini e milioni di persone vivono in uno stato di schiavitù disumano.
La storia di molti capi che indossiamo e che sono giunti nella nostra bella Europa ha inizio nelle fabbriche della Cambogia e del Bangladesh e le prime manine che li hanno toccati sono quelle degli schiavi bambini.
Le schiave dello stato islamico:
sono donne la cui vita vale meno di un oggetto, che vengono vendute e violentate da vari uomini, con bambini in grembo e altri al seguito, frutto di violenze e soprusi continui.
Vi sono bambine nigeriane,
strappate alle famiglie d’origine in modo straziante, che vengono stipate sui gommoni e che, dopo aver combattuto contro il terrore di morire annegate nel Mediterraneo, diventano schiave sessuali nei Paesi ricchi.
Si suggerisce il lettore di adottare questa chiave di lettura mentre si perderà nelle trame avvincenti e appassionanti di questo romanzo e di leggere tra le righe i riferimenti agli schiavi moderni, soprattutto donne e bambini.
Sinossi
Le eroine di Isabel Allende recano tutte il medesimo tratto dominante: la passione.
Sono le passioni a scolpirne il destino.
E Zarité Sedella, detta Tété, ultima incarnazione della donna come la vuole Isabel, non fa eccezione.
1770, Santo Domingo, ora Haiti.
Tété ha nove anni quando il giovane francese Toulouse Valmorain la compra perché si occupi delle faccende di casa.
Intorno, i campi di canna da zucchero, la calura sfibrante dell’isola, il lavoro degli schiavi.
Tété impara presto com’è fatto quel mondo:
la violenza dei padroni, l’ansia di libertà, i vincoli preziosi della solidarietà.
Quando Valmorain si sposta nelle piantagioni della Louisiana, anche Tété deve seguirlo, ma ormai è cominciata la battaglia per la dignità, per il futuro, per l’affrancamento degli schiavi.
È una battaglia lenta che si mescola al destarsi di amori e passioni, all’annodarsi di relazioni e alleanze, al muoversi febbrile dei personaggi più diversi – soldati e schiavi guerrieri, sacerdoti vudù e frati cattolici, matrone e cocottes, pirati e nobili decaduti, medici e oziosi bellimbusti.
Contro il fondale animatissimo della storia, Zarité Sedella, soprannominata Tété, spicca bella e coraggiosa, battagliera e consapevole,
un’eroina modernissima che arriva da lontano a rammentarci la fede nella libertà e la dignità delle passioni.
Titolo: L’ isola sotto il mare
Autore: Isabel Allende
Edizione: Feltrinelli, 2009
Link d’acquisto:
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