“ITALIA – GERMANIA OVEST 2-1” di Mery Carol
Contest Amarcord
Pane e frittata al sacco e acqua fresca dei nasoni di Roma.
Niente bandiere e bastoni al seguito: allora non usavano.
La comitiva di cui facevo parte, io unica femmina, arrivò con largo anticipo allo stadio dei Centomila. L’amichevole Italia – Germania Ovest era un evento da non perdere e io (mammamia!) c’ero. C’eravamo.
Armati di binocolo e cornicello rosso che passavano di mano in mano, sconfiggemmo la nazionale tedesca nonostante l’autorete di Boniperti (chelopossino!).
Il dopopartita ci vide appollaiati sotto una pensilina di Roma Termini a commentare da espertoni ogni passaggio della palla.
Mancavano quattro ore alla partenza del diretto per il Sud. Cosa fare?
Roma Umbertina, il Cupolone e il Pincio si offrivano invitanti ai miei occhi, ma loro, i maschi, dopo una notte di viaggio e i patemi d’animo calcistici, erano troppo stanchi per gironzolare alla scoperta della Città Eterna.
Non mi sfuggì quel segreto parlottio tra loro.
«Vengo anch’io».
«No, tu, no».
Mi parcheggiarono in un cinema di terz’ordine con un moccioso che si scaccolava continuamente.
Quella sera, Varietà!
Le ballerine facevano di tutto per apparire sexy, ma, lo capivo anch’io, erano lì per fame.
Il caccolone accanto a me fu colto da un fastidioso, interminabile, imbarazzante singhiozzo che ci espose ai coloriti commenti romaneschi di alcuni spettatori e dovemmo uscire.
All’appuntamento con gli altri ero inviperita.
«Non mi muovo da qui se non mi dite dove siete stati».
Mi portarono di peso al treno.
Le case chiuse, allora, erano aperte.
Oggi: niente di nuovo.