5 Libri che lo Strega…boh, non so, anche no.
5 Libri Imperdibili Giugno 2022
A cura di Altea Alaryssa Gardini
Bentornati a tutti, anche a Giugno, sull’orlo di un’estate che si preannuncia infuocata (ho dato un occhio alle prossime uscite nelle librerie e sono qui che mi mangio i gomiti per l’attesa), tornano i 5 Libri Imperdibili che questo mese hanno deciso di buttare un po’ di dubbio su 5 libri che sono entrati in rotta di collisione con il Premio Strega: 5 Libri che lo Strega…boh, non so, anche no.
Sono titoli nuovi quelli che vi sto per proporre? La maggior parte no, solo uno è uscito in questo 2022.
5 titoli di cui tutti avete sentito parlare che sono arrivati finalisti, alcuni hanno vinto e altri, forse, è meglio che non siano arrivati alla scrematura finale.
Badatemi bene, il mio non è il giudizio di qualcuno che non si è liberi di ignorare ma, non so voi, quando i libri iniziano ad essere in libreria con il Banner (quella striscia fastidiosa messa a forza sulle copertine che vi inciampa mentre cercate di aprire il volume) del Premio Strega, io inizio a farmi delle domande e soprattutto delle aspettative.
Il mio quesito è: Questo libro è bello oltre ragionevole dubbio?
Ecco quasi sempre, come per Sanremo, il mio non autorevole giudizio è: Non è il libro che vince ad essere il migliore.
Quasi sempre. Per fortuna, quella santa giuria formata da esperti delle volte mi grazia ed elegge libri bellissimi. Giuria, ci tengo a dirvelo, grazie per “La più grande” di Davide Morosinotto!
Ci rimettiamo alla vostra lungimiranza anche per quest’anno.
Vorrei che dopo aver letto della cinquina che vi presenterò, mi parlaste della vostra personale esperienza con questi 5 Libri.
Se vi sono piaciuti, se non li avete graditi, se invece vi hanno fatto apprezzare il fuoco in piena estate o se li avete messi sulla mensola di fianco alla bottiglia di Liquore Strega.
Insomma, voglio sapere cosa ne pensate.
Siamo pronti per la nostra cinquina: 5 Libri che lo Strega…boh, non so, anche no? Io lo sono!
Fedeltà
Autore: Marco Missiroli
Editore: Einaudi, 2019
«Il malinteso», così Carlo e Margherita chiamano il dubbio che ha incrinato la superficie del loro matrimonio.
Carlo è stato visto nel bagno dell’università insieme a una studentessa: «si è sentita male, l’ho soccorsa», racconta al rettore, ai colleghi, alla moglie, e Sofia conferma la sua versione.
Margherita e Carlo non sono una coppia in crisi, la loro intesa è tenace, la confidenza il gioco pericoloso tra le lenzuola.
Le parole fra loro ardono ancora, così come i gesti. Si definirebbero felici. Ma quel presunto tradimento per lui si trasforma in un’ossessione, e diventa un alibi potente per le fantasie di sua moglie. La verità è che Sofia ha la giovinezza, la libertà, e forse anche il talento che Carlo insegue per sé. Lui vorrebbe scrivere, non ci è mai riuscito, e il posto da professore l’ha ottenuto grazie all’influenza del padre.
La porta dell’ambizione, invece, Margherita l’ha chiusa scambiando la carriera di architetto con la stabilità di un’agenzia immobiliare.
Per lei tutto si complica una mattina qualunque, durante una seduta di fisioterapia. Andrea è la leggerezza che la distoglie dai suoi progetti familiari e che innesca l’interrogativo di questa storia: se siamo fedeli a noi stessi quanto siamo infedeli agli altri?
La risposta si insinua nella forza quieta dei legami, tenuti insieme in queste pagine da Anna, la madre di Margherita, il faro illuminante del romanzo, uno di quei personaggi capaci di trasmettere il senso dell’esistenza. In una Milano vivissima, tra le vecchie vie raccontate da Buzzati e i nuovi grattacieli che tagliano l’orizzonte, e una Rimini in cui sopravvive il sentimento poetico dei nostri tempi, il racconto si fa talmente intimo da non lasciare scampo.
5 Libri che lo Strega…boh, non so, forse. Perchè?
Anno 2019 e troviamo questo Libro sugli scaffali. Copertina bellissima che non so perché, sotto al titolo Fedeltà inserisce il volto di una donna.
Io lettrice parto prevenuta: perché la donna sta sempre sul liminare di una soglia in cui o si chiama Penelope di secondo nome o la disegnano come Jessica Rabbit?
Speculazione mia? Forse, ma in un mondo in cui si prega di stare attenti ai messaggi subliminali mi faccio condizionare un po’ da tutto, voi no?
In molti pensano che questo libro sia un po’ artefatto ad uso e consumo del pubblico. A me ha fatto la stessa impressione.
Ad un certo punto mi è sfuggito il punto del discorso. I rapporti sono complicati quindi anche il matrimonio e questo lo sappiamo; il discorso sul significato della parola Fedeltà è lungo come la Magna Charta, quindi?
Quindi io non ho capito dove volevamo andare a parare. Un po’ trito e un po’ ritrito: non mi è piaciuto. Evidentemente ad altri è piaciuto ed è meglio così avremo tutti Libri da leggere, per fortuna.
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L’acqua del lago non è mai dolce
Autore: Giulia Caminito
Editore: Bompiani, 2021
Odore di alghe limacciose e sabbia densa, odore di piume bagnate.
È un antico cratere, ora pieno d’acqua: è il lago di Bracciano, dove approda, in fuga dall’indifferenza di Roma, la famiglia di Antonia, donna fiera fino alla testardaggine che da sola si occupa di un marito disabile e di quattro figli.
Antonia è onestissima, Antonia non scende a compromessi, Antonia crede nel bene comune eppure vuole insegnare alla sua unica figlia femmina a contare solo sulla propria capacità di tenere alta la testa.
E Gaia impara: a non lamentarsi, a salire ogni giorno su un regionale per andare a scuola, a leggere libri, a nascondere il telefonino in una scatola da scarpe, a tuffarsi nel lago anche se le correnti tirano verso il fondo. Sembra che questa ragazzina piena di lentiggini chini il capo: invece quando leva lo sguardo i suoi occhi hanno una luce nerissima.
Ogni moto di ragionevolezza precipita dentro di lei come in quelle notti in cui corre a fari spenti nel buio in sella a un motorino. Alla banalità insapore della vita, a un torto subito Gaia reagisce con violenza imprevedibile, con la determinazione di una divinità muta. Sono gli anni duemila, Gaia e i suoi amici crescono in un mondo dal quale le grandi battaglie politiche e civili sono lontane, vicino c’è solo il piccolo cabotaggio degli oggetti posseduti o negati, dei primi sms, le acque immobili di un’esistenza priva di orizzonti.
5 Libri che lo Strega…boh, non so, forse. Perchè?
Finalista al Premio Strega 2021 questo è un libro per chi gradisce le storie in cui il protagonista non trova pace. Se pensate che la rabbia della protagonista della storia debba avere un lieto fine queste non sono pagine per voi.
Non c’è nulla di male nel cercare il “vissero felici e contenti” sia chiaro, solo che qui non lo troverete. Risparmierete delle ore di lettura che potreste impegnare in libri diversi.
La copertina non è stato il suo migliore biglietto da visita, somigliava ad altre un po’ troppo. Stessa Collana e capisco le esigenze di mercato ma creare continuità non vuol dire annoiare (io mi sono sentita così, se la pensate diversamente sappiate che è giusto così).
Questo libro è piaciuto? A molti, infatti il Premio Campiello è stato portato a casa.
Molti altri si sono chiesti (me compresa) se, forse, ad un certo punto lo stile di scrittura non stesse esacerbando la pazienza del lettore più che coinvolgerlo nelle tribolazioni della protagonista.
Il mio giudizio non ne fa un brutto libro, la storia ha un suo ritmo ed è ben costruita. Forse io non ho capito queste pagine nel momento in cui le ho lette, deve essere capitato anche a voi di scegliere il momento sbagliato per leggere un libro.
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M Il figlio del secolo
Autore: Antonio Scurati
Editore: Bompiani, 2018
Lui è come una bestia: sente il tempo che viene. Lo fiuta. E quel che fiuta è un’Italia sfinita, stanca della casta politica, della democrazia in agonia, dei moderati inetti e complici.
Allora lui si mette a capo degli irregolari, dei delinquenti, degli incendiari e anche dei “puri”, i più fessi e i più feroci.
Lui, invece, in un rapporto di Pubblica Sicurezza del 1919 è descritto come “intelligente, di forte costituzione, benché sifilitico, sensuale, emotivo, audace, facile alle pronte simpatie e antipatie, ambiziosissimo, al fondo sentimentale”.
Lui è Benito Mussolini, ex leader socialista cacciato dal partito, agitatore politico indefesso, direttore di un piccolo giornale di opposizione. Sarebbe un personaggio da romanzo se non fosse l’uomo che più d’ogni altro ha marchiato a sangue il corpo dell’Italia.
La saggistica ha dissezionato ogni aspetto della sua vita. Nessuno però aveva mai trattato la parabola di Mussolini e del fascismo come se si trattasse di un romanzo.
Un romanzo – e questo è il punto cruciale – in cui d’inventato non c’è nulla. Non è inventato nulla del dramma di cui qui si compie il primo atto fatale, tra il 1919 e il 1925: nulla di ciò che Mussolini dice o pensa, nulla dei protagonisti – D’Annunzio, Margherita Sarfatti, un Matteotti stupefacente per il coraggio come per le ossessioni che lo divorano – né della pletora di squadristi, Arditi, socialisti, anarchici che sembrerebbero partoriti da uno sceneggiatore in stato di sovreccitazione creativa.
Il risultato è un romanzo documentario impressionante non soltanto per la sterminata quantità di fonti a cui l’autore attinge, ma soprattutto per l’effetto che produce.
Fatti dei quali credevamo di sapere tutto, una volta illuminati dal talento del romanziere, producono una storia che suona inaudita e un’opera senza precedenti nella letteratura italiana. Raccontando il fascismo come un romanzo, per la prima volta dall’interno e senza nessun filtro politico o ideologico, Scurati svela una realtà rimossa da decenni e di fatto rifonda il nostro antifascismo.
5 Libri che lo Strega…boh, non so, forse. Perchè?
Progetto grafico di copertina spettacolare, voglio dirvelo come prima cosa. E non sono da meno anche gli altri del progetto di Scurati.
Vincitore del Premio Strega nel 2019, ricordo che l’ho comprato felicissima perché usciva in un periodo (purtroppo non ancora terminato) in cui si pensava che l’oscurantismo storico fosse la cura a tutti i mali: se togliamo dalla vista tutto quello che ci ricorda i terribili anni della Seconda Guerra Mondiale allora l’accaduto non potrà mai ripetersi. Certo, come no. La Damnatio Memoriae ha funzionato così bene per i Romani, perché non riproporla…
Come vi ho detto ero felice. ERO.
Scurati scrive benissimo, ha usato un punto di vista originale e ha fatto parlare Mussolini.
La sinossi ufficiale dice che non c’è nulla di inventato… Come in tutti i libri che parlano di Storia, l’autore qualcosa ha aggiustato, solo che questa non è un l’Historia Augusta i di cui autori hanno interpolando le varie fonti a disposizione a distanza di secoli: Mussolini è un ricordo fresco e lo sono anche i personaggi storici presenti nel libro.
Quindi il gioco non è proprio ben riuscito e dubito che sia solo un favore fatto ad uno schieramento politico piuttosto che all’altro. Il libro è scritto bene ma ci sono errori storici che, a mio parere, non avevano bisogno di esserci. La Storia è già stata abbastanza scenografica e reale così come si è svolta.
Non vi tedierò parlandovi di Galli Della Loggia che vi ha mostrato tutti gli errori e le pagine in cui trovarli, cercate il suo editoriale e saprete.
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La ragazza con la Leica
Autore: Helena Janeczek
Editore: Guanda, 2017
Così era finita Gerda Taro, per non aver voluto abbandonare il fronte quando non c’era più nessuna speranza, ed era rimasta ferita a morte come tanti altri, in una strada polverosa; lasciò nelle sue foto testimonianza dell’enorme delitto che era stata la guerra.
“Aveva dedicato la sua splendida vita a un degno compito, a una giusta causa persa.”
Questo libro racconta la vita di questa ragazza ribelle, l’amore con Robert Capa, l’avventura di fotografare e la gioia di vivere nella Parigi degli anni Trenta.
Il 1° agosto 1937 una sfilata piena di bandiere rosse attraversa Parigi.
È il corteo funebre per Gerda Taro, la prima fotografa caduta su un campo di battaglia.
Proprio quel giorno, avrebbe compiuto ventisette anni. Robert Capa, in prima fila, è distrutto: erano stati felici insieme, lui le aveva insegnato a usare la Leica e poi erano partiti tutti e due per la Guerra di Spagna.
Nella folla seguono altri che sono legati a Gerda da molto prima che diventasse la ragazza di Capa: Ruth Cerf, l’amica di Lipsia, con cui ha vissuto i tempi più duri a Parigi dopo la fuga dalla Germania; Willy Chardack, che si è accontentato del ruolo di cavalier servente da quando l’irresistibile ragazza gli ha preferito Georg Kuritzkes, impegnato a combattere nelle Brigate Internazionali.
Per tutti Gerda rimarrà una presenza più forte e viva della celebrata eroina antifascista: Gerda li ha spesso delusi e feriti, ma la sua gioia di vivere, la sua sete di libertà sono scintille capaci di riaccendersi anche a distanza di decenni.
Basta una telefonata intercontinentale tra Willy e Georg, che si sentono per tutt’altro motivo, a dare l’avvio a un romanzo caleidoscopico, costruito sulle fonti originali, del quale Gerda è il cuore pulsante.
È il suo battito a tenere insieme un flusso che allaccia epoche e luoghi lontani, restituendo vita alle istantanee di questi ragazzi degli anni Trenta alle prese con la crisi economica, l’ascesa del nazismo, l’ostilità verso i rifugiati che in Francia colpiva soprattutto chi era ebreo e di sinistra, come loro.
Ma per chi l’ha amata, quella giovinezza resta il tempo in cui, finché Gerda è vissuta, tutto sembrava ancora possibile.
5 Libri che lo Strega…boh, non so, forse. Perché?
Questo libro ha vinto l’ambito Premio Strega nel 2018. I lati positivi sono la profonda ricerca e l’abnegazione dell’autrice nel ricreare il più fedelmente possibile questa figura così magnetica di un periodo storico travagliato come la stessa guerra di cui cui è partecipe il personaggio di Scurati: la Seconda Guerra Mondiale.
Gli schieramenti sono opposti, ovviamente.
Gerda Taro è una fotografa di guerra e mentre la immagino intenta a fare di tutto per fotografare la verità mi viene da pensare che il giornalismo al fronte è cambiato ma questa è un’altra storia.
L’autrice usa un prosa bellissima ma forse poco vicina al suo intento di avvicinarsi al lettore e far si che questo si senta coinvolto e immedesimato.
Si legge di Gerda ma non la si sente ed è un peccato perché questo libro si merita un forte plauso per l’intento.
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Le nostre vite
Autore: Francesco Carofiglio
Editore: Piemme, 2021
Provò un desiderio improvviso, senza nome. Un improvviso e insensato bisogno di futuro, di tempo da spendere, di minuti.
Stefano Sartor ha perso la memoria quando aveva diciannove anni, vittima di un incidente che ha distrutto la sua famiglia. Ha ricostruito la sua esistenza, grazie all’aiuto e alla dedizione del nonno. Ma la sua è una vita mutilata, senza infanzia, senza giovinezza.
Trent’anni dopo Stefano vive a Parigi, insegna filosofia alla Sorbona, il suo ultimo saggio è diventato un bestseller internazionale, racconta la sua drammatica esperienza, la perdita, il mistero della memoria recisa. Nina ha sedici anni, si muove in un mondo che le appare da sempre estraneo.
È una ragazza come tante. Si innamora, in una notte d’estate, davanti a un falò sulla spiaggia, durante una vacanza in Puglia con sua madre. Ma c’è qualcosa, nascosto nel buio. Stefano e Nina sono due anime rotte, erranti, vivono in tempi e luoghi diversi, ma un po’ si somigliano.
Esiste un segreto, nelle loro vite, qualcosa che forse li farà incontrare, almeno per un istante. Questa storia è uno squarcio sugli anni luminosi della giovinezza, è un tuffo dove non si tocca, nel flusso dei misteri insondabili che compongono le esistenze. Come essere immersi in un’acqua immobile, e in movimento, che non è mai la stessa.
Francesco Carofiglio non fa sconti e non cerca un conforto in queste pagine drammatiche, delicate, potenti.
Eppure, incrociando i destini di queste vite spezzate, segna una direzione, per la salvezza, oppure la sogna. E salva magicamente un po’ anche noi.
5 Libri che lo Strega…boh, non so, forse. Perché?
Questo libro non ha superato la scrematura del Premio Strega ma era tra i primi candidati e dopo averlo letto dico: per fortuna.
I lettori estimatori dei vincitori del Premio Strega possono tirare un respiro di sollievo.
Ho trovato questo libro sul filo della noia. Non so dove volesse andare a parare l’autore ma so che non ci è arrivato. Ci siamo persi lui e io.
Uno dei punti dolenti riguarda i dialoghi, tanto da farti pensare che l’autore non abbia pensato a come sia un dialogo tra persone reali.
Che peccato, la copertina era così bella ma il libro proprio non mi è piaciuto.
Link d’acquisto (Perché se lo volete leggere sono ben felice che lo facciate)
Ed eccoci giunti alla fine della mia solita cinquina mensile. Mi raccomando: ditemi cosa ne pensate.
Vi sono piaciuti? Vorreste leggerli?
Se non li avete apprezzati, raccontatemi il perché!
Come al solito vi lascio un paio di link degli appuntamenti precedenti e ci vediamo a Luglio!
Gli Imperdibili maggio 2022. 5 pagine di Madri
5 Libri di violenze e abusi – 5 Libri Imperdibili Aprile 2022