Chopin: il poeta del pianoforte. CulturalFemminile Musica Classica

a cura di Gianna Ferro

 

“Poche volte, nella storia della musica, un artista creatore si identifica con il suo strumento come Chopin con il pianoforte.”

Fryderyk Chopin definito il “poeta del pianoforte”, seppe trovare la voce intima di questo strumento.

Malinconia, sensazioni delicate ed aristocratiche sono al fondo delle brevi, perfette pagine che hanno reso grande questo autore e lo hanno fatto preferire da tutte le persone sensibili ed appassionate.
Nasce a Zelazowa Wola,Varsavia, nel 1810, da padre di origine francese e madre che lo inizia allo studio del pianoforte, e dal 1817 prosegue gli studi con il boemo Zywny. Fryderyk mostra di avere un precoce talento musicale ed una viva intelligenza: in questo stesso anno pubblica le sue prime composizioni, 2 Polacche.

Nell’autunno del 1826 inizia un corso di tre anni guidato dal compositore Slesia Josef Elsner, presso il Conservatorio di Varsavia, che di lui disse:

“Frédéric Chopin, allievo di terzo anno. Capacità incredibili, un genio della musica“.

Dal 1827 al 1829 Chopin studia nella scuola superiore di musica, nel dipartimento di arti e scienze dell’Università di Varsavia. Qui ascolta Niccolò Paganini suonare il violino e compose una serie di Variazioni, i Souvenir de Paganini.

Potrebbe essere stata questa esperienza a incoraggiarlo a iniziare a comporre i primi Studi, in cui esplorò le potenzialità del proprio strumento.
Completato gli studi tenne due fortunati Concerti a Vienna; giuntagli la notizia dell’insurrezione di Varsavia contro i russi, decide di non rientrare in patria, e dopo aver suonato a Monaco e a Stoccarda, avendo appreso che Varsavia era caduta in mano ai russi, nel 1831 si trasferisce a Parigi, che sarà la sua patria adottiva.

Molto probabilmente, l’episodio storico ispira Chopin a scrivere lo Studio op. 10 n.12, quell’Allegro con fuoco, a cui poi attribuisce il titolo “La caduta di Varsavia”.

ASCOLTO Fryderyk Chopin – Studio Op 10 n.12 – Valentina Lisitsa

Chopin si fa subito apprezzare suonando in pubblico, ma soprattutto nei salotti della capitale.Qui conosce i maggiori musicisti, scrittori e pittori dell’epoca: Rossini, Cherubini, Liszt, Berlioz, Heine, Balzac e Delacroix. Rinuncia, però, quasi del tutto alla carriera di concertista, contraria al suo temperamento poco esibizionista, dedicandosi alla composizione di alcune tra le più belle pagine mai scritte per pianoforte.

Anche se non poté ritornare mai più nell’amata patria, l’influenza musicale polacca, di derivazione principalmente popolare, non lo abbandona, ma gioca un ruolo fondamentale nelle sue composizioni.

Nelle Mazurke e nelle Polacche, due danze tipiche della Polonia, mostra i suoi tenaci legami che lo tengono avvinto alla sua terra natale: la Mazurka è una danza popolare contadina e trae il nome dalla Mazovia, la regione di Varsavia, in tempo ternario; la Polacca invece è una danza di origine aristocratica, legata alle cerimonie di corte e alle processioni, anch’essa in tempo ternario.

ASCOLTO Fryderyk Chopin – Mazurche op.59 – Aldo Ciccolini

ASCOLTO Fryderyk Chopin – Polacca op.53- Martha Argerich

 

Ma la preoccupazione di Chopin per i cari e per la patria, sotto attacco dei Russi, era motivo di rabbia, tristezza e malinconia, sentimenti che espresse sia nella musica che in alcune lettere scritte agli amici più stretti.

Nel 1835 l’ infelice amore con Maria Wodzinska, una pittrice polacca pregiudica la già cagionevole salute di Chopin: di aspetto emaciato, aveva scarsissima resistenza fisica, soffriva di frequenti attacchi di bronchite, laringite e molte volte soffriva di emottisi.
Nel 1837 conosce la scrittrice George Sand, alias Amandine Aurore Lucine Dupin, più grande di lui di sei anni, con la quale intreccia una relazione appassionata e tempestosa.
George se ne andava in giro vestita da uomo, fumava, interveniva nelle discussioni politiche e scriveva romanzi a getto continuo; prima di invaghirsi di Chopin e del suo genio, aveva avuto altre relazioni molto disinvolte.
Affascinata dalla fama di Chopin, assillò Franz Listz, che chiede a Chopin di invitare al suo salotto la Sand perché potesse presentargliela. Chopin aveva sentito parlare di George Sand, e non se n’era fatto un’idea rassicurante, ma per accontentarla Listz accettò.
L’impressione che ne ha conferma i suoi presentimenti.
Scrive in una lettera:

“Che donna antipatica la Sand! Ma è davvero una donna? Quasi quasi mi viene da dubitarne. Il suo viso non mi è simpatico e non mi è piaciuta per niente. C’è in lei perfino qualcosa che mi allontana”.

Tanto fece George Sand, che la diffidenza di Chopin diviene prima curiosità, poi simpatia, e infine attrazione, complice il fatto che Chopin in quel periodo era fragile perché aveva appena rotto con Maria Wodzinska.

Parte con lei per Palma de Maiorca nell’inverno del 1838, soggiornando nell’abbandonata Abbazia di Valdemosa; ma il clima umido aggrava le sue condizioni di salute. Qui compone la maggior parte dei Preludi.
I Preludi vengono distribuiti secondo un piano tonale rigoroso che tocca tutte le tonalità maggiori e minori, ogni Preludio è un quadretto, una miniatura:

ASCOLTO Fryderyk Chopin – 24 Preludes, Op.28 -Yuja Wang

Tornati a Parigi, Chopin non si trova a suo agio con gli amici frequentati dalla Sand in quel periodo, quasi tutti repubblicani e socialisti, e la sua salute delicata lo rende instabile e apparentemente capriccioso.

Si è detto che il protagonista del romanzo pubblicato da George Sand nel 1847 “Lucrezia Floriani” nel principe Karol, “esclusivo nei suoi sentimenti e nelle sue esigenze”, si celasse la figura di Chopin, ma la scrittrice smentì.
Chopin prova una grande simpatia, per la figlia della Sand, Solange, mai stata amata dalla madre. Chopin diviene il suo unico punto di riferimento, dal momento che era l’unica persona a cui importasse qualcosa di lei e che le dimostrasse affetto e comprensione, tanto che George sia arrivata al punto di essere gelosa della propria figlia.
Trascorrono insieme altri sette anni, e dopo averlo accusato di esserle nemico, la Sand lo lasciò nel 1847.

“Chopin è così debole e timido da poter essere ferito anche dalla piega di un petalo di rosa.” George Sand

Il periodo precedente alla rottura con George lascia un’impronta importante sulla creatività e sulla vita sociale di Chopin.
Tiene un ultimo concerto parigino nel 1848, poi viene ancora acclamato a Londra e in Scozia.
Rientra a Parigi esausto, non più in grado di lavorare e di provvedere al proprio sostentamento.

Con l’aggravarsi, ulteriormente, della malattia, Chopin cade in una profonda depressione che probabilmente accelera la sua morte.
Assistito dall’amata sorella Ludwika, da amici intimi come Delacroix e Delfina Potocka, alla quale ha dedicato uno dei suoi Valzer più famosi quello in re maggiore op. 64, Chopin muore il 17 Ottobre del 1849.

Ai suoi funerali, alla presenza di una grande folla e di molti grandi del mondo musicale, l’Orchestra del Conservatorio esegue il Requiem di Mozart e l’organista Lefèbure Wèly esegue due dei suoi Preludi, op. 28 n. 4 e n. 6; la bara viene trasportata al suono della Marcia Funebre.
E’ sepolto a Parigi, ma il suo cuore è riposto in una coppa d’argento e portato a Varsavia, dove è conservato nella Chiesa di Santa Croce.

ASCOLTO Fryderyk Chopin – Marcia Funebre dalla sonata op 35 n 2 in Sib min

Le composizioni di Fryderyk Chopin si caratterizzano per la loro strumentalità pianistica, gli aspetti tipici che esse svelano: cantabilità preminente, la ricchezza delle sfumature dinamiche, la varietà dell’armonia, l’uso del “rubato” , sono strettamente legate e condizionate dalla specificità dello strumento pianoforte. Diversi modi di poesia, passano dalle accensioni vigorose e appassionate alle confidenze amabili ai modi leggiadri e frivoli.

Nei Valzer c’è in Chopin un aspetto brillante e mondano, che svela la sua inclinazione per il mondo dei salotti, della buona società e delle frivolezze eleganti.

ASCOLTO Fryderyk Chopin – Valse brillante Op. 34, n° 1- Arturo Benedetti Michelangeli

La sua propensione alle lunghe improvvisazioni, assai gradite in quegli stessi ambienti, si realizza negli Improvvisi.

ASCOLTO Fryderyk Chopin – Improvviso 1 op.29-Aimi Kobayashi

Il richiamo alla poesia e al modo romantico, costante in tutta la produzione chopiniana, è più esplicito e diretto nei Notturni e nelle Ballate: i Notturni, come le Mazurke, sono presenti lungo l’intero arco dell’attività creatrice di Chopin; le Ballate sono trasposizioni strumentali ideali, probabilmente le prime, di forme vocali, alimentate da slanci appassionate, esse tradussero in suoni le infiammate poesie del suo compatriota Adam Michiewicz, come lui esule a Parigi.

ASCOLTO Fryderyk Chopin – Notturni Op.9 No.1, 2 e Op.48 No.1-YUNDI LI

ASCOLTO Fryderyk Chopin -Ballade No. 4 in La min, Op. 52 -Krystian Zimerman

Negli Studi il pretesto didattico non impediscono a Chopin di attingere risultati di validità artistica assoluti: ogni Studio affronta un particolare problema tecnico-meccanico, ma contemporaneamente sviluppa le possibilità dinamiche, timbriche ed espressive dello strumento.

ASCOLTO Fryderyk Chopin – Studio Op. 10, No. 1-Vladimir Ashkenazy

Scarsi sono i contributi di Chopin alla letteratura non pianistica, si limitano al Trio giovanile op.8, Alla Sonata per violoncello op. 65, ad una ventina di Canti polacchi per voce e pianoforte.
La produzione pianistica di Chopin : 27 Studi, 20 Notturni, 51 Mazurke, 19 Valzer, 3 Sonate, 4 Scherzi, 4 Improvvisi, 26 Preludi, 14 Polacche, 4 Ballate, Fantasia -improvviso op.60, 2 Concerti per pianoforte e Orchestra; pezzi vari tra cui Allegro di concerto op. 46, Bolero op. 19, Barcarola op. 60, Berceuse op. 57, Fantasia op. 49, Tarantella op. 43

ASCOLTO Fryderyk Chopin – Scherzo No. 2 op.31-Martha Argerich 1966

“Convincetevi di suonare bene e suonerete bene.” Fryderyk Chopin