Un’italiana a Zanzibar

Voce all’Africa

a cura di Krizia Cristina Pedrinzani

 

un'italiana tanzania

 

Un’italiana in Tanzania, sono Krizia; continua a leggere ne Un’italiana a Zanzibar la mia storia di donna e imprenditrice.

 Nel 2019, dopo altri 3 mesi tra Tanzania e Zanzibar ne comprai altri e iniziai definitivamente a vestirmi in modo colorato anche nella mia quotidianità e non solo in occasioni “particolari”.

Nel 2020 i nostri progetti (così come quelli di tante altre persone) sono stati bloccati dal covid ma appena riuscimmo a riavere libertà di movimento nel 2021, io e il il mio marito Masaai decidemmo di trasferirci di nuovo a Zanzibar, dove avevamo lasciato il nostro cuore e dove la nostra storia era cominciata.

Il nostro progetto iniziale era quello di cercare lavoro in qualche hotel (come ho detto è un lavoro che mi piace tantissimo perché mi da l’opportunità di conoscere persone da ogni parte del mondo e di praticare le lingue, altra mia passione) però a causa della crisi dovuta alla pandemia non riuscii a trovare lavoro. Non mi persi d’animo e trovai la forza e il coraggio
di provare a realizzare il mio sogno nel cassetto: creare qualcosa di mio in ambito sartoriale e artigianale.

Un’italiana in Tanzania: nasce Miss Zanzibar Boutique

Io e il mio compagno abbiamo fondato Miss Zanzibar Boutique a fine 2021. L’idea iniziale è quella di realizzare capi ed accessori ma in realtà strada facendo abbiamo aggiunto anche biancheria per la casa e gioielli maasai di perline. Lo facciamo utilizzando tutti i tessuti che troviamo a disposizione qui come kitenge, kanga, tessuti usati dalla popolazione maasai, batik stampati a mano in Tanzania.

Collaboriamo con artigiani che creano borse, pochette in sisal (una fibra realizzata qui in Tanzania dall’ agave) e decorate a mano con le perline, gioielli di perline realizzati a telaio, altri realizzati a mano dalle artigiane maasai che lavorano a Zanzibar. La nostra produzione è molto piccola e realizzata a ritmo di questa terra, senza fretta e ci piacerebbe preservare questo valore nel tempo seppure la richiesta dei nostri prodotti stia pian piano crescendo.

 

Un’italiana in Tanzania: parola d’ordine ecosostenibile

La direzione in cui vorremmo andare sarebbe quella di una moda che sia anche più etica e sostenibile possibile ecco perché nel 2022, mentre mi trovavo per qualche mese in Italia, ho iniziato a seguire dei corsi di stampa botanica, tinture naturali e tecnica shibori.

Spero di avere modo di continuare a fare pratica, approfondire e sperimentare queste tecniche e magari in un futuro non troppo lontano di poterle applicare anche alle realizzazioni di Miss Zanzibar Boutique allo scopo di poter creare prodotti a basso impatto sulla natura e l’ambiente circostante anche se ammetto che i wax sono molto più sgargianti e colorati rispetto al risultato di queste colazioni dai colori più tenui e pastello.

Portare avanti questo progetto è estremamente gratificante perché attraverso le nostre creazioni posso esprimere me stessa ma anche non facile. Come dicevo prima i ritmi degli artigiani sono lenti e se da una parè un pregio (in contrapposizione ai ritmi disumani occidentali della moda) dall’altra spesso diventa uno scoglio da dover superare anche perché i nostri clienti sono prevalentemente europei ed italiani e ci teniamo a rispettare i tempi di consegna.

Altre volte gli artigiani sono poco affidabili e spesso i capi escono esattamente al contrario di come li avevamo pensati e disegnati. Nonostante le difficoltà però continuano ad impegnarci ogni giorno per soddisfare le richieste dei nostri clienti a cui spediamo direttamente in Italia/Europa e turisti che visitano il nostro negozio a Zanzibar.

Al momento mi trovo in viaggio da diverse settimane nella Tanzania continentale, in una zona al di fuori delle classiche rotte turistiche, dove ho incontrato un’infinità di coltivazioni di agave dalla quale si realizza un tessuto biodegradabile e sostenibile chiamato sisal.
La mia nuova missione, oltre ovviamente creare nuovi modelli per Miss Zanzibar Boutique appena tornerò a Zanzibar, sarà quella di capirne di più sui processi di lavorazione e realizzazione delle stoffe ottenute da questa pianta!
E non vedo l’ora di poterle condividere con voi!

Vi piacerebbe avere qualche informazione in più su questi tessuti menzionati? Qua sotto trovate una breve descrizione.

Kanga: prende il nome dalle galline faraone, proprio perché come loro hanno colori molto sgargianti. È una pezza di stoffa in 100% cotone con cui le donne swahili avvolgono il corpo e il capo.

Ne esistono di diversi tipi e qualità: quelli fini e quelli più doppi e solitamente la caratteristica comune è che recano una frase in Swahili (solitamente un proverbio o frase saggia con un insegnamento). Vengono realizzati in India per il mercato africano ma la qualità che preferisco e che cerco di utilizzare è quella realizzata in Kenya, a Mombasa.
Solitamente ci confezioniamo pantaloni estivi a drappo, top o accessori (beauty case ecc) Wax: i famosi tessuti in 100% cotone stampati creati dagli olandesi, come già accennato sopra, che rimangono ancora i maggiori produttori (ricordiamo la qualità Vlisco) insieme a quelli realizzati in Cina e una piccola produzione in Africa occidentale.

Li impieghiamo nella realizzazione della maggior parte dei nostri prodotti: dalle cose per la casa (copricuscini, tovagliette americane, portatorte ecc) a capi di vestiario (in particolare le nostre clienti vanno pazze per le maxi gonne o le gonne a mezza ruota) e accessori (shopper, pochette, zainetti ecc).

Batik: Sono tessuti anch’essi in cotone 100% stampati a mano in Tanzania.

Li acquistiamo al mercato di Stone Town o direttamente dall’artigiano che li realizza (nel nostro caso un’artigiana). Li utilizziamo per accessori (in particolare borse porta tappetino yoga) o
pantaloni drappo.

Tessuti maasai: sono realizzati in viscosa e sono drappi dai pattern geometrici o astratti di colore prevalentemente rosso (ma anche blu, bordeaux ecc) usati dagli uomini maasai (le donne usano invece tessuti in cotone a tinta unita viola, blu o nero) per avvolgere il corpo (uno legato su una spalla e uno buttato sulle spalle).

Provengono dall’Indonesia o dalla Cina(noi evitiamo di acquistare questi ultimi).

Kikoi (plurale vikoi) sono tessuti 100% cotone realizzati a telaio a Zanzibar o in Tanzania.
Sono in colore prevalentemente pastello chiaro in tinta unita con delle piccole decorazioni o righe di diverso colore: bianco, rosa, giallo paglierino, celeste, indaco o grigio. Vengono usati dagli uomini swahili (in generale anziani) per avvolgere la parte inferiore del corpo (stile pareo per intenderci).

Per chi visita Zanzibar è sicuramente interessante poterne osservare la lavorazione all’interno del forte arabo a Stone Town (ingresso gratuito) dove c’è anche una piccola rivendita. Noi non li utilizziamo per realizzare capi o accessori ma li rivendiamo come pezze (si possono usare come sciarpe, teli mare o semplicemente come decorazione su divani o poltrone). Hanno le estremità decorate con frange.

Vi lascio un breve accenno anche ai pareo molto usati e venduti qui che sono realizzati in cotone, con colori sgargianti e disegni che rappresentano l’Africa come baobab, donne africane, paesaggi e maasai. Spesso con frasi in swahili famose come hakuna matata (non ci sono problemi) o pole pole (piano piano) che sono anche un vero e proprio stile di vita.

Spero che questo articolo vi sia piaciuto e vi abbia dato qualche informazione in più sul mondo della moda e dell’artigianato qui in Tanzania.
Grazie del vostro tempo e ci rivediamo al prossimo articolo.

Grazie infinite a Cristina da Zanzibar.

https://www.facebook.com/MissZanzibarBoutique/

 

 

https://www.veratour.it/magazine/storia-zanzibar-stone-town.cfm

 

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