Vuoti d’aria – di Moka

Recensione di Maria Cristina Sferra

Vuoti d'aria

“Vuoti d’aria” è una raccolta di poesie di Moka edita da Le Mezzelane nel 2021.

Di cosa tratta Vuoti d’aria?

Si apre con un’immagine forte e allo stesso tempo leggerissima, la silloge di Moka, quasi a voler sottolineare il legame stretto che l’autrice intrattiene con l’elemento aria e insieme la possibilità di farne esperienza attraverso la pratica del volo, che le è congeniale sia in senso fisico che in senso metaforico e, aggiungerei, anche poetico per quel suo planare lieve sulla pagina con versi scelti che sanno portare sulla terra ampi scorci di cielo esistenziale.

E questo senza perdere mai la consapevolezza della trasformazione che sempre comporta la possibilità concreta di cadere dall’altezza raggiunta per trovare nuove dimensioni sconosciute da esplorare, nonostante il dolore che ciò arreca.

“Ho volato volato volato

sui tempi d’oro 

della gioventù dirò, 

ho camminato 

su storie incredibili. 

(…) 

Salvati! 

Ho urlato alle mie orecchie, 

perché cadere 

è rendersi fragili:

(…) 

Non ci sono più misure 

in cui riconoscersi.” 

Ricorre lungo la raccolta una dicotomia tra l’aspetto misterioso e quasi favolistico legato alla simbologia degli elementi naturali e la descrizione limpida che riporta immediatamente alla visione nuda – e spesso assai cruda – della realtà.

L’autrice opera una disincantata osservazione dello spazio naturale esterno e personale interiore che le permette di disseminare tra i versi minute e confortanti visioni quotidiane insieme ad astrazioni di incolmabili mancanze.

“Avvolta in una tuta da meccanico, 

con la malinconia liquida nel petto, 

volevo fare il pilota di elicottero 

 

solo in autorotazione recupero i battiti 

ma l’impazienza della poesia 

mi ha insegnato a volare.”

Il Lago, la collina, gli elementi e le stagioni, gli elicotteri, il vento, il volo, le assenze, sono presenze fondamentali in questa silloge di Moka, che le ospita con un affetto speciale nelle sue poesie limpide e curate. Una raccolta che a tratti lascia il lettore senza fiato, sospeso proprio come accade durante un vuoto d’aria.

Forse l’intento dell’autrice è proprio quello di prenderci per mano e farci volare nel suo viaggio immaginario tra nuvole, sogni, intemperie della vita, sostenendoci per non farci temere gli inevitabili vuoti d’aria che, insieme a lei e come tutti, dovremo affrontare lungo il viaggio.

“Un codice morse ricavato 

dalla mia sofferenza riemerge 

a tratti e punti cuciti col silenzio. 

(…) 

Essere poeta di versi liberi

Mi lascia disarmata 

alle notti e al buio sovrano 

che sussurrano alla mia solitudine: 

l’invisibile è la forma più vera, 

copre la tristezza dei sogni sul cuscino.”

“Vuoti d’aria” è una raccolta di poesie vive e frementi di sogni, malinconie sparse e realtà semplice, poesie che narrano di un’evoluzione personale necessaria per crescere e comprendere davvero chi si è diventati, poesie che affermano una presa di coscienza definitiva: l’essere poeta è l’unica condizione attraverso la quale poter affrontare la vita. Moka lo scrive con ferma delicatezza in ogni suo verso e nessuno potrebbe mai smentirla.

“(…) Il Lago è profondo respiro 

buio che scuce lucidi sogni, 

penso a quante cose ho da dire 

passeggiando mi metto addosso 

profumo di rose e fico.”

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Vuoti d'aria

Sinossi

Essenziale, limpida, antiretorica, meditativa: è “Vuoti d’aria” la nuova silloge di Moka. Le sue poesie sono dotate di quel senso di poeticità emanato da ogni atto della vita quando lo si indaga a fondo, fino alla radice derivante dagli impulsi dell’anima. (Claudio Ardigò)

Titolo: Vuoti d’aria
Autrice: Moka
Editore: Le Mezzelane