Landness. Una storia geoanarchica di Matteo Meschiari
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Recensione di Veronica Sicari
Landness. Una storia geoanarchica di Matteo Meschiari è un saggio edito da Meltemi nel 2022
Di cosa parla Landness. Una storia geoanarchica?
L’ultima opera di Matteo Meschiari sfugge dalle classificazioni: ed infatti, Landness. Una storia geoanarchica è un testo a metà tra il saggio e il memoir, nel quale lavoro accademico, ricordi di vita vissuta e cenni biografici soprattutto di tre grandi geografi (Elisée Reclus, Petr Kropotkin e Mosé Bertoni) si mescolano, regalando ai lettori una lettura interessante e mai banale su un tema centrale nel dibattito attuale.
Landness. Una storia geonarchica è infatti una vera e propria dichiarazione d’amore nei confronti della Terra, intesa non come un insieme di territori, più o meno soggetti all’azione dell’uomo o del tempo, ma come un vero e proprio essere vivente, con caratteristiche e connotazioni sue proprie.
Ma chi sono i geoanarchici a cui fa riferimento l’autore? Meschiari ce li presenta attraverso la descrizione del loro progetto:
“i Geoanarchici avevano un grande progetto in mente: rifondare la geografia sostituendo al modello cartografico tradizionale, autoritario, coloniale, un modello paesaggistico, più ancorato al corpo, all’universale sensibile, alla libertà esplorativa e cognitiva di chi si espone alla Terra non per dominarla ma per acquisire dei modelli mentali ed etici coerenti con le dinamiche dell’ecosistema”.
I geoanarchici citati in Landness, Reclus, Kropotkin e Bertoni, erano geografi, che hanno affrontato il loro viaggio di scoperta dei luoghi nell’Ottocento ancora remoti, per mapparli, accostandosi alla natura incontaminata e misteriosa con estremo rispetto.
Un rispetto al quale noi, figli dell’Antropocene, spesso soprassediamo.
Meschiari cita anche altri nature writing, come James Kilgo, e della sua mai scritta opera su Ossabaw, isola degli Stati Uniti d’America, o della postuma Colors of Africa.
Sono tantissimi, infatti, i poeti e gli scrittori che hanno dedicato una o più opere alla natura.
Perché leggere Landness. Una storia geoanarchica?
Nel periodo storico nel quale stiamo vivendo, dove i cambiamenti climatici non sono più la minaccia di un male futuro e incerto, ma una realtà da affrontare e con la quale fare i conti, ricordare la necessità di un approccio meno coloniale nei confronti del nostro pianeta è più che necessario.
L’antropocene, inteso quale era storica nella quale stiamo vivendo, il collasso del nostro sistema sociale, diretta responsabilità della società capitalistica, e dello sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali è il nostro presente. Grandi catastrofi naturali, fenomeni metereologici estremi, e il conseguente lascito di morte e distruzione di ecosistemi che comportano, impongono una riflessione, che non può fermarsi esclusivamente alla ricerca di un palliativo che rallenti gli effetti del cambiamento climatico.
È necessario ripensare da zero il nostro rapporto con la Terra, anche recuperando la visione etica e romantica dei geografi anarchici raccontati da Meschiari.
È un affascinante punto di vista, che può aiutarci ad affrontare gli inesorabili sconvolgimenti che ci attendono.
Sinossi
Per millenni ci siamo concentrati sull’umanità, ma è di territà che dovremmo parlare.
La questione è urgente, riguarda la comprensione dei tempi e la salvezza di ogni specie.
Landness non è la vecchia Terra rivisitata o un nuovo gadget concettuale, è il Cosmo che prende coscienza di sé attraverso l’immaginazione di Homo sapiens, è un paradigma che lievita in noi dalle ombre della preistoria.
Solo chi ha frequentato i margini dei saperi e della vita ha potuto sperimentare la potenza eversiva della landness.
Perché per coglierla ci vuole fortuna, occorre lasciarsi alle spalle le regioni sicure, bisogna imboccare sentieri impervi. Lo avevano capito Élisée Reclus, Pëtr Kropotkin, Mosè Bertoni, geografi anarchici dell’Ottocento.
Nel secolo successivo, alcuni “scrittori della Terra” come James Kilgo, Lorand Gaspar e Kenneth White hanno aggiunto frammenti alla mappa.
Ma questa storia geoanarchica non può essere raccontata solo con i morti, ha bisogno di un supplemento di vita.
Percorrendo i sentieri della Theory Fiction, in bilico tra memoir e romanzo-saggio, Landness raccoglie due decenni di esplorazioni dell’autore, due secoli di pensiero geografico, duecento millenni di immaginazione.
Titolo: Landness. Una storia geoanarchica.
Autore: Matteo Meschiari
Editore: Meltemi, 2022