L’Eneide di Didone di Marilù Oliva
Voce all’Irreale
Recensione di Altea Alaryssa Gardini
L’Eneide di Didone è un romanzo mitologico scritto da Marilù Oliva e edito per Solferino nel 2022.
Di cosa tratta L’Eneide di Didone?
Chiunque abbia effettuato studi classici si è trovato tra le mani l’Eneide di Virgilio, lo scrittore vissuto all’epoca del primo Imperatore Augusto e morto in esilio sempre per ordine del suddetto regnante, ma tra le mani ora abbiamo un volume dalla copertina aurea in cui campeggia un elmo attico e il profilo marmoreo di una figura che suggerisce una certa ambivalenza.
Certo, si può presumere che si tratti della protagonista di questa storia ma, a ben guardare il titolo, qualcosa potrebbe essere diverso.
Qui Virgilio perde il controllo, le pagine non sono vergate dalle sue mani desiderose di scrivere un’opera che sia emanazione del potere regnante a Roma, questa Eneide non è la storia che vi aspettate.
Ora che ci penso: che faccia avrebbe fatto Augusto se avesse avuto in mano questa storia e non l’altra in cui l’esule troiano fugge da Ilio in fiamme per raggiungere il suo fato?
Che faccia avrebbe fatto Giulia, sua figlia?
Quale sgomento avrebbe percosso le matrone romane, già avide di storie di eroine?
Immagino la timida Ottavia e la potente Livia e immagino le facce dei senatori, accasciati sui loro scranni curuli e le lunghe litanie filate in collane per strozzare Annibale e tutti i suoi antenati.
Lungo preambolo ad un libro che si propone di dare lustro ad una donna che è rimasta nell’immaginario collettivo come colei che, per amore, si lascia morire (in maniera piuttosto teatrale) maledicendo quella che sarà Roma.
Perché una donna forte come la regina di Cartagine si trova invischiata in una situazione che non rende giustizia alle sue gesta pregresse?
Fuggita da Tiro, dalle trame di suo fratello che hanno portato all’uccisione del suo re, la regina conquista con l’astuzia una terra per il suo popolo che in comune con Enea avrà il fatto di essere esule; non solo riesce a tenere testa alle popolazioni che popolano in nord dell’Africa e che la vorrebbero rispostata con uno dei loro capi tribù.
Vi sembra di vedere una donna insicura, malata d’amore, caduta nelle spire dell’ennesimo eroe che con voce melliflua e stratagemmi teatrali la irretisce e la fa stramazzare ai suoi piedi?
La risposta è ovviamente no ma seguendo Virgilio, zampettando tra i suoi versi come se fossero carboni ardenti, si ha proprio quella sensazione.
Se non fosse che Enea non è Ulisse. Se non fosse che quello che Virgilio non dice ma, in realtà, sta mostrando è che la regina è malata da tempo di una forma di depressione ed Enea è la goccia che fa traboccare il vaso.
Essere depressi è una colpa? No.
È tutto nei versi di Virgilio ma qui non parliamo del Vate che trasportò Dante nel suo viaggio infernale (dove anche Didone è tra gli ospiti), qui parliamo di una storia diversa.
Se tutto fosse andato in maniera diversa?
Perché, ripeto, ad occhio esterno, Didone sembra svanita intrappolata nelle trame di un adulatore in cerca di dote, quindi perché non credere (per un attimo di sfolgorante rivalsa) che qualcosa nei piani degli Dei e di Enea non sia andato nella maniera congeniata?
Se, poniamo come possibilità, solo per gioco, che Enea e Didone fossero simili come consanguinei e il loro capo coperto dal cimiero dorato, fosse irriconoscibile a coloro che conoscevano il guerriero fin dalle sale del palazzo di Priamo, potremmo pensare che nessuno avrebbe riconosciuto la Regina punica nella figura che guidava i futuri fondatori di Alba Longa sulle coste laziali.
Un artificio che permette a Marilù Oliva di raccontarci l’Eneide vissuta da qualcun altro o, per l’appunto qualcun’altra.
Il resto è lirica epica.
Perché leggere L’Eneide di Didone?
La narrazione è in prosa, quindi non dovete preoccuparvi dei versi di Virgilio e nemmeno di quelli danteschi. Vi avevo già visto alzare la manina per chiedere.
Il libro è scorrevole, un’ottima pubblicazione che certamente può fare in modo che i giovani si avvicinino alla letteratura epica e che possa dare modo a tutti di immedesimarsi nell’eroe che fece l’impresa.
Anche se, Roma sarà fondata dopo qualche secolo da suo figlio o dai suoi nipoti, insomma non è davvero questo il punto del discorso.
Quello che è importante è la riscoperta della letteratura classica e che Didone possa avere, anche se solo per qualche pagina, come l’Elena di Euripide, la sua rivalsa.
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Sinossi
Didone ha conquistato con l’astuzia una terra per il suo popolo, i Fenici, sulle coste africane. Regina senza re, ha fondato Cartagine, l’ha cinta di mura, l’ha dotata di leggi.
Ma è assediata dall’avidità dei capi nomadi, stanca delle quotidiane fatiche diplomatiche, preoccupata per il futuro e si sente sola.
Un giorno approdano le navi degli stranieri: sono fuggiti da Troia in fiamme e li guida un eroe di cui lei ha udito cantare le gesta, Enea. Comincia così una delle più grandi storie d’amore, tradimento e disperazione mai raccontate, immortalata nell’Eneide di Virgilio.
Ma c’è una voce da cui non l’abbiamo mai sentita narrare: quella della protagonista, Didone stessa, donna forte e sopravvissuta a mille traversie che pure si uccise per amore.
O almeno, questo è ciò che sappiamo. Ma come sono andate «davvero» le cose?
Qual è la versione al femminile dietro alla partenza di Enea da Cartagine e al suo viaggio verso la penisola italica, che portò alla fondazione di Roma?
Meglio di chiunque altra lo sanno forse due dee, Giunone e Venere: l’una è la guida agguerrita di Didone, l’altra è l’amorevole protettrice di Enea. E un conflitto divino farà da sfondo a una sorprendente avventura umana sulle due sponde del Mediterraneo, che cambierà le sorti del mondo.
Con audacia e talento, Marilù Oliva entra nei pensieri e nei sentimenti di una delle più appassionate e tragiche eroine della letteratura d’ogni tempo. Arricchendone la vicenda non solo di sfumature e intuizioni, ma di avvincenti e inattese svolte narrative, dimostra ancora una volta l’inesauribile potenza del mito. E delle donne.
Titolo: L’Eneide di Didone
Autore: Marilù Oliva
Editore: Solferino,2022