“Primule fuori stagione” – di Luciana Pennino
Recensione di Lisa Molaro.
“Primule fuori stagione”, di Luciana Pennino per Iuppiter Edizioni, è un romanzo che si legge d’un fiato e che immerge il lettore in un mondo a colori.
Con una scrittura fluida e un linguaggio moderno, la Pennino ci mette davanti agli occhi un riuscitissimo caleidoscopio dai molteplici specchi disposti ad angolo.
Di aneddoto in aneddoto, focalizziamo sfumature che si distinguono fondendosi.
Non è, in fondo, sempre una mescolanza continua, vivere?
Della protagonista del libro non conosciamo il nome, potrebbe essere una qualsiasi delle nostre amiche o, forse, potremmo essere noi stesse.
Non troppo giovane ma nemmeno troppo adulta, Lei, a 46 anni, si ritrova a doversi strutturare.
Come reagire agli imprevisti? Ci sono sempre più modi per affrontare le situazioni… l’importante è non perdere il contatto con se stesse.
Anche quando si cade a terra, il mondo continua a girare, il portiere del palazzo, immancabilmente, attende il suo buongiorno, l’amica logorroica chiama durante la notte, c’è un aperiqualsiasicosa a cui andare, le bollette vanno pagate, la spesa va fatta.
«Buongiorno, Gerry!»
«Buonasera Signora!»
«Sono le 8 e mezza, Gerry!»
«È una domanda o una affermazione, Signora?»
«Vabbè… buona giornata Gerry!»
«Grazie, Signora… »
Fermarsi e attendere che il destino faccia il suo corso non va bene, non si fa, non è opportuno.
“E invece, altro che sollievo… è uno di quei giorni che selezionerei con la freccetta del maus per poi cliccare ‘elimina’, e per essere certa al 100% di non averne più notizie, farei anche ‘svuota cestino'”
Ho iniziato a leggere questo libro sorridendo, le battute ironiche non mancavano e tutto mi faceva pensare a un libro Chick lit leggerissimo ma ben scritto… alla Sophie Kinsella, per capirci.
Ogni tanto un po’ di leggerezza ci vuole, giusto?
“Per sentirmi più leggera, oggi vorrei svuotare la vescica del cervello”
Poi, d’un tratto, verso metà libro circa, il registro è cambiato, dal folclore colorato di una Napoli piena di parole e vita, sono finita dentro un uovo in cui tuorlo non c’era.
Il caleidoscopio si è fatto pancia matrice di dolore e sofferenza.
Un buco nero, scuro, una galleria senza uscita.
La protagonista si rivela: è la donna della dimora del tempo sospeso.
La mancata metabolizzazione di un trauma, l’ha portata a vivere molti anni sull’altalena del “mi accontento” e il cadere da quel supporto l’ha obbligata a rialzarsi in piedi e affrontare così, gioco-forza, sia il mondo esterno che quello interno.
Implosione ed esplosione in un turbinio di pensieri e dialoghi.
E poi, di nuovo, ecco filtrare la luce e, grazie alla bravura dell’autrice, senza scossoni mi sono ritrovata nuovamente dentro l’allegro tubo a colori.
Non è per nulla facile cambiare stile narrativo, più volte, all’interno dello stesso romanzo ma la Pennino ci è riuscita molto bene.
Una parte centrale importante, strutturata, vissuta, credo, oltre i limiti della narrazione.
In mezzo al cemento, il giallo intenso di una piantina di Primule fuori stagione.
Dalla donna della dimora del tempo sospeso, Lei, si fa donna madre di se stessa.
Implosione ed esplosione, e dalla crepa nel freddo cemento rispunta, con i connotati della speranza, un fiore di vita.
Primule fuori stagione, una primavera che arriva nel momento della rinascita.
“Morire quanto è necessario, senza eccedere. Ricrescere quanto occorre da ciò che si è salvato” Wislawa Szymborska
Sinossi:
Il lettore rivive la storia di una donna che deve misurarsi con la vita e la sua imprevedibilità. In un mondo che ha reso la precarietà strutturale, la perdita del lavoro coincide con un limbo dove si smarrisce la propria collocazione sociale e personale. Così per la protagonista il tempo corre all’indietro a recuperare una lacerazione profonda nella quale l’esistenza sembra bloccarsi, ma nel contempo uno slancio vitale la trascina avanti ad assumere buio e luce: un binomio indissolubile. È l’ironia meditativa l’humus dove primule ostinatamente inaspettate possono nascere.
Autore: Luciana Pennino
Titolo: Primule fuori stagione
Editore: Iuppiter Edizioni 2017
Pagine: 164