“Il Libertino di Hidden Brook” di Antonia Romagnoli

Recensione di Altea Alaryssa Gardini

Libertino

Siamo in Inghilterra nel 1805.

Questa fu una grande data per il popolo del grande impero inglese. L’anno in cui la più famosa delle loro battaglie avrebbe impresso il proprio ricordo nella memoria dei posteri.

Non voglia il cielo che si dica che gli inglesi sia un popolo che si sottrae alle sfide, anche se, questa di cui stiamo per parlare non ha nulla a che vedere con le forti navi e le abili manovre tra le onde, qui sussurriamo di scontri più sottili, più intriganti e decisamente più piccanti.

Per iniziare, cosa ne dite se ci accomodiamo e beviamo un the qui nel mio salotto, Earl grey per tutte? Vorrei che iniziassimo ponendoci tutte una domanda essenziale: voi sapete che cosa sia un libertino?

Si narrano storie mirabolanti in merito a queste creature. Sembra che siano in grado di carpire cuori e di renderli schiavi delle pratiche più sordide a cui una donna potrebbe mai dedicarsi. Ho sentito che uno di questi demoni ha osato far visita a suo fratello, autorevole membro della camera dei lord, e che abbia irretito sua cognata: la giovane Victoria Killmore.

“Nell’organizzare la Grande Bravata, in effetti, non aveva

previsto affatto di indossare la camicia da notte: infilarsi nella

camera di un libertino in quello stato indecoroso, forse, non

era una buona idea. Per un breve attimo rifletté se non fosse

il caso di rinunciare, ma la curiosità era troppa e l’opzione fu

scartata. Rivestirsi era un’altra possibilità, ma se l’avessero

sorpresa in corridoio? Almeno, in vestaglia, avrebbe dato meno

nell’occhio; se si fosse imbattuta nella servitù avrebbe chiesto

l’ubicazione della biblioteca, fingendo di soffrire d’insonnia. O

di essere sonnambula, perché no?”

La ragazza sembra essere frivola e sprovveduta o, forse, lei stessa potrebbe essere la fonte dei suoi guai. Sembra che sia una ribelle e che si diverta a far impazzire la sua famiglia mettendola in ridicolo, non vorrei essere nei panni dei suoi familiari.

Nessuna di noi, in definitiva, sa cosa sia un libertino. Non esistono tratti distintivi se non quelli che ci sono stati tramandate come fossero storie da romanzetti. Abbiamo letto di loro tra le pagine rosa rubate da vecchie cassapanche ma, se ne incontrassimo uno per strada, lo riconosceremmo?

“Jared avrebbe avuto un aspetto consumato dai vizi e dal

peccato o una bellezza luminosa come l’angelo caduto? Lo

avrebbe trovato in agonia e delirante? Avrebbe udito dalle sue

labbra il nome di una donna, sussurrato e ripetuto, oppure,

Dio non volesse, avrebbe raccolto da lui l’ultima, peccaminosa

confessione?”

La società sa benissimo come attribuire etichette, suonano così carine e sono decisamente folcloristiche ma quello che dovrebbe interessarci, in questa storia, è conoscere Jared e Victoria.

Jared ha qualche vizio di troppo per quello che riguarda le donne ma non manca di pregi. C’è tutto un piccolo mondo che vive tra suoi desideri che aspetta solo il momento giusto per varcare quel confine e mostrargli la via.

Victoria è giovane e allegra. Una bellissima ragazza che aspetta il suo angolo di palcoscenico per potersi esprimere senza fingere o nascondersi. Non vuole uniformarsi, non gli interessa cosa dice la gente: lei vuole vivere e lo vuole fare a modo suo.

L’unico loro ostacolo consiste nel liberarsi dei cliché che la società gli ha imposto; gli sono stati cuciti addosso in maniera così stretta che impediscono persino a loro stessi di riconoscersi allo specchio.

Riusciranno i due ragazzi a trovarsi in un mondo che non li comprende?

Non preoccupatevi, non saranno soli. La pronta mano colorata di una dolce signora, conosciuta come zia Erinni, è lì pronta a sostenere la loro causa.

Questa è una bellissima storia, narrata sapientemente da Antonia Romagnoli, che si perde in metri di merletto e tra piume di cappellini; il fruscio degli abiti ci condurrà nella bellissima campagna inglese e ci verrà offerto del the e dei buonissimi scones. Ci resta solamente di goderci la storia e lasciare la parola ai protagonisti.

Sinossi:

Inghilterra, 1805
Come sarà fatto un libertino? Un “vero” libertino? È questo che Victoria si domanda, dopo anni di letture proibite in collegio, quando scopre che, insieme a lei, nell’avita dimora dei Killmore, è ospite Jared Lennox, fratello di suo cognato e famigerato libertino londinese.
Ferito in un duello, il giovane è praticamente segregato nelle sue stanze… che male ci potrebbe essere nel raggiungerlo di nascosto, giusto per dargli una sbirciatina?
Quella che doveva essere una piccola bravata senza conseguenze è solo l’inizio di una serie di equivoci e malintesi che sembra condurre la coppia, passo dopo passo, verso un inesorabile altare.
Ma sarà poi così sgradevole, per i due, l’idea di un matrimonio riparatore?
Sotto lo sguardo vigile della formidabile zia Erinni, determinata a separare ciò che Dio non ha ancora unito, se da lei ritenuto inadeguato, fra passioni, tradimenti e intrighi, quello di Victoria e Jared sarà un percorso verso la reciproca conoscenza, ma soprattutto verso una crescente consapevolezza di sé.
Un racconto d’altri tempi. Una storia d’amore fuori dal tempo.
Una zia che tutti vorrebbero avere.

Titolo: Il libertino di Hidden Brook
Autore: Antonia Romagnoli
Genere: Romanzo
Editore: Self-publishing A.R.S.
Anno: 2016
pagine: 305

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