“Lei” di Mariapia Veladiano

recensione di Emma Fenu

Lei

Lei di Mariapia Veladiano, laureata in teologia, giornalista e scrittrice, è un romanzo edito da Guanda nel 2017.

“L’angelo scese, come ogni sera,
ad insegnarmi una nuova preghiera:
poi, d’improvviso, mi sciolse le mani e le mie braccia divennero ali”.

Fabrizio De Andrè

Lei non ha solo un nome. In Lei ogni appellativo si riassume e si compendia fino ad annullarsi in uno.

Lei è Madre. Lei è la Madre.
Madre di Dio e di ogni uomo.

Madre per sempre, da sempre, da prima di essere concepita, da prima di esistere.

Nasce madre, Maria. Nasce per essere ventre, braccia e mani.

Prima è solo lei. Dopo sarà Lei.

Mariapia Veladiano ci regala una storia intima, uterina, in cui prosa e poesia si fondono, carne e sangue che confluiscono in un unico corpo bambino.

A raccontare in prima persona è Lei, Maria di Nazareth, chiamata l’Immacolata Concezione, la Rosa Mistica, il Tempio dello Spirito Santo, la Vergine potente e clemente, l’Assunta in cielo.

Attraverso gli aneddoti riportati nei Vangeli canonici e in quelli apocrifi, viene ricostruita una storia fin troppo nota, al punto da dimenticare il punto di vista tutto umano e femminile di colei che scelse di dire “sì” all’Angelo e che sotto la croce si trovò, invece, sola con il proprio dolore, senza ali di piume ad attutirne la forza e la crudezza.

Lei, come ogni madre, come ogni donna.

Lei, come tutte le donne.
Lei ride, piange, parla, consiglia, soffre, spera, immagina, intuisce, prevede, crede e, talvolta, si sente inadeguata, sola, incapace di comprendere.

Lei c’era quando le folle acclamavano il suo bambino e quando lo crocifiggevano.

Lei non c’era quando Lui spostò la pietra del sepolcro e risorse, annunciando la verità a Maria Maddalena.

Lei, Maria di Nazareth, la figlia di Eva, la Rosa dai petali strappati, il monte del Golgota, la Vergine consapevole e umana, l’Assunta in cielo, senza più corpo.

Lei, come tutte donne.

In ogni Bambino c’è Dio e Dio è in ogni Bambino.

Tutte le madre salvano un miracolo della vita, il proprio miracolo, mille volte.

Alcune madri allevano una creatura speciale e si dilaniano l’anima nel desiderare che sia come tutti gli altri.

Alcune madri sono destinate a cullare la sconfitta della vita, diventando statue davanti al corpo freddo dei propri figli.

Tutte le madri possono credere nella Risurrezione, perché l’amore non muore. Mai.

“ripeteva d’un angelo la strana preghiera
dove forse era sogno ma sonno non era

– Lo chiameranno figlio di Dio –
Parole confuse nella mia mente,
svanite in un sogno, ma impresse nel ventre”.

Fabrizio De Andrè

Un romanzo semplice e toccante che rende tutte le Lei figlie, madri e sorelle di Maria.

 

 

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Sinossi

Cosa c’è di divino nell’essere giovane madre di un figlio arrivato per grazia o per caso?

Ci si augura per lui una vita buona: che non incontri il male, che il mondo lo accolga o almeno lo lasci in pace.

È la storia umanissima di Maria, madre di Dio bambino, la stessa di ogni madre per cui il proprio bambino è Dio, vita che si consegna fragilissima e si promette eterna.

Ma il figlio di Maria è troppo speciale perché la storia sia solo questa e infatti sarà altra, raccontata per generazioni in poesia, in pittura, in musica, nel vetro, nel ghiaccio immacolato, a punto croce, sulle volte delle cattedrali e sui selciati delle piazze.

Qui parla Maria.

Accanto a lei Giuseppe, padre che ha detto sì senza comprendere, senza nemmeno pronunciare questo sì, costruttore di un progetto di vita e di amore ben più grande di quello immaginato.

Intorno a lei uomini e donne che pensano di capire, ma sanno solo chiacchierare; e gli amici del figlio, Giovanni, Simone, Giuda e anche Nicodemo, che si affannano di domande nella notte; e dottori e farisei che chiedono la verità solo per poterla negare.

Sopra di lei, infine, gli angeli fanno corona, ma con le loro ali non riescono a tenere lontano il gran male del mondo, che si addensa fino a quando qualcuno griderà: «A morte».

Ciò che resta è un corpo rotto senza grazia, consegnato a una madre ancora giovane, anche nel momento estremo così simile a tante madri.

Ma questa è una storia troppo immensa perché tutto possa andare perduto.

Titolo: Lei
Autore: Mariapia Veladiano
Edizione: Guanda, 2017

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