“La spiaggia” di Cesare Pavese

Recensione di Elisabetta Corti

La spiaggia

Il protagonista di questo romanzo, il cui nome non viene mai svelato, si trova per caso a passare per Genova, e decide di presentarsi dall’amico d’infanzia, Doro.

È subito evidente, per ammissione del protagonista stesso, che tra Doro e l’amico c’è stata una rottura. Questa dovuta proprio al matrimonio di Doro con Clelia ed al successivo trasferimento a Genova.

Si riallaccia così un’amicizia, ma nonostante la promessa di risentirsi al più presto, Doro scompare di nuovo.

Fino ad un anno dopo, quando il protagonista riceve un telegramma da Doro che lo informa del suo ritorno ai luoghi d’infanzia.

I due amici trascorrono una giornata spensierata, in cui le vecchie abitudini e le goliardate sembrano non essersene mai andate. Per qualche ora, Doro torna ad essere l’amico di un tempo.

In seguito l’Ingegnere (così viene spesso chiamato il protagonista), si reca alla villa in riviera di proprietà di Doro e la moglie, e con loro trascorre una lunga porzione dell’estate.

Subito però si rende conto di un cambiamento: la coppia sembra apatica, quasi sull’orlo di una crisi.

“La spiaggia” è un racconto breve di Cesare Pavese pubblicato, a puntate, sulla rivista “Lettere d’oggi” nel 1941.

È una delle prime opere di Pavese, e non a caso il racconto è considerato un esercizio di stile dell’autore.

Il racconto gira attorno ai temi dell’amicizia, il matrimonio e la noiosa esistenza della piccola borghesia.

Si possono già notare alcuni “temi Pavesiani”: il confronto fra la campagna e la città, la nostalgia della giovane età, la critica alla vita borghese.

Il racconto non ha una vera e propria trama, ed i personaggi fanno da tramite e permettono all’autore di esternare la sua opinione sui legami che generano “troppa confidenza”.

“No, non abbiamo litigato. E nemmeno è geloso. E nemmeno mi vuol male. Soltanto, è diventato un altro. Non possiamo fare la pace, perché non abbiamo mai litigato”

Così Clelia definisce infatti la situazione tra lei e Doro, confidandosi con il protagonista. Non sembrano esserci vie d’uscita per questo stallo matrimoniale.  La vita continua a scorrere noiosamente tra le quotidiane visite alla spiaggia e le notti tra ristoranti e balere.

Si affacciano anche personaggi sessisti e/o misogini, apparentemente superficiali ma che, in altri scritti e con altri nomi, verranno sviluppati più tardi da Pavese.

Il risultato è che “La spiaggia” sembri l’anticamera delle future opere di Pavese, in cui lo stile narrativo e la descrizione dei personaggi si faranno più approfonditi e con tematiche forti.

Lo stesso autore lo definì:

“il mio romanzetto non brutale, non proletario e non americano – che pochi per fortuna hanno letto – non è scheggia del monolito. Rappresenta una mia distrazione, anche umana, e insomma, se valesse la pena, me ne vergognerei”

Non vi è, in realtà, nulla di cui l’autore si debba vergognare. Il racconto può infatti essere considerato una introduzione, un primo passo di un Pavese acerbo che però è utile a comprendere la sua successiva maturità.

 

Titolo: La spiaggia
Autore: Cesare Pavese
Edizione: Einaudi

 

Puoi acquistare il libro qui.