“La mia vita da Zucchina” – di Gilles Paris
Recensione di Lisa Molaro.
Zucchina mi è stata presentato dalle pagine scritte da Paris Gilles, scrittore francese che lavora nell’editoria da molti anni.
Dalla copertina, due occhi a palla, colorati di viola e di cielo, mi scrutano con curiosità.
Sono entrata dentro questa fiaba moderna – per bambini? – con passo sicuro.
Nella prima manciata di minuti già uno sparo aveva graffiato il cielo.
Quel cielo criticato, calunniato, sbeffeggiato.
Quel cielo che, a detta della madre di Zucchina, faceva piangere solo infelicità.
La pistola che, con mani bambine, mirava ad ucciderlo – quel soffitto enorme sopra le teste di tutti – ha sbagliato bersaglio, preso dalla concitazione.
Il cielo guarda, ora, chi è a terra senza respiro.
Poi la corsa in soffitta, lassù dove lei, con la sua gamba ammalata, non può salire.
E poi… e poi…
Al centro della storia fin da subito, fin dalle prime righe, fin dalle prime emozioni.
Con un linguaggio innocente, tipico dei bambini di nove anni, senza fronzoli, paroloni o svolazzi lessicali, l’autore ci parla di innocenze rubate, infanzie violate, muri costruiti prima che il corpo delimiti il territorio.
Un mucchio di macerie, come amori ammalati che allacciano famiglie infauste, che si trasformano in un un cerchio pieno di fili d’erba color della speranza.
Questo è ciò che accade, leggendo questa storia meravigliosamente triste.
Si alza la melodia della speranza, mentre lacrime senza sale escono da occhi nascosti da lunghi capelli neri.
Il vero nome di Zucchina, bambino di nove anni, è Icaro, come il figlio di Dedalo, della mitologia greca, volato in cielo per scappare dal labirinto.
Assieme a lui voliamo sopra labirinti umani.
Zucchina – perché di sentirsi chiamare Icaro proprio non gli garba – ha sempre uno sguardo di fiore, anche quando la tempesta ne abbatte i petali e questo crea delle iperbole affascinanti per me lettrice.
Il tanto bene contro il tanto male.
Forse in pochi non conoscono ancora la trama di questo libro (io ero tra questi, prima) dato che grazie alle sceneggiature di Cèline Sciamma e alla regia di Claude Barras, è diventato un lungometraggio in stop motion (una tecnica di animazione che manipola fisicamente un oggetto in modo che sembri muoversi da solo) premiato al Festival di Annecy come miglior storia d’animazione.
Per quei pochi, non voglio svelare troppo della trama.
Mi limito a scrivere che una esistenza in bianco e nero si farà biglia di vetro.
Rotolerà lungo corridoi pieni di vita sprigionata da altre biglie.
Ogni rotolare, una sfumatura in più assorbita e, al contempo, lasciata come scia sopra quella di un altro.
Sfumature che poi si mescolano, penetrando dentro il vetro sferico.
I colori… Zucchina li vede e li urla – per modo di dire – sotto il cielo.
Lungo i corridoi di quell’istituto, si mescolano le dita nel naso, i biscotti mangiati in modo bulimico, il battito di un cuore perennemente in balia della paura, il raglio di un asino e lo stiracchiarsi di un gatto, l’erba che si infila nei capelli, gli sci messi a V, una bottiglia di vetro vuota, la solitudine lasciata da una overdose di cocaina.
Si mescolano bontà fatte carezze e cattiveria sputata come veleno urticante.
Ma Zucchina i colori li vede, nonostante tutto!
E, nonostante tutto, questo libro si legge con un sorriso dolce sulle labbra.
Tre volte ho, realmente, pianto, perché questa è una storia di emozione vera, pura, diretta, sparata al cuore.
“Ci sono un sacco di punti interrogativi senza risposte, e tutto perchè restano chiusi nella testa senza mai uscire dalla bocca. Dopo, si leggono sulle facce tutte quelle domande mai fatte, e rimane solo dell’infelicità o della tristezza. Le rughe sono solo una scatola di domande non fatte che si è riempita con il tempo che passa.”
Immagine presa dal sito Coming Soon
Sento il sole bruciarmi la pelle e alzo gli occhi al cielo: blu e quasi senza nuvole.
Ma non mi interessa più, ora.Non ho più voglia di uccidere il cielo.
Ne ho trovato uno più grande sulla Terra.
Leggetelo, fa bene al cuore.
Lisa.
Sinossi:
Da quando il papà è sparito, il mondo del piccolo Icaro, soprannominato Zucchina, ruota intorno alla mamma, una donna depressa e alcolizzata che vive sul divano del salotto. Un giorno, giocando con una pistola trovata in casa, per sbaglio Icaro fa partire un colpo e la uccide… E la sua vita cambia per sempre. I servizi sociali lo affidano a una casa famiglia, sotto la guida della severa ma giusta signora Papineau, ed è qui che finalmente Icaro scopre che un’altra vita è possibile. Una vita fatta di amici e litigi, di scuola e divertimenti, di problemi e soluzioni, di amore…