“La figlia femmina” di Anna Giurickovic Dato

recensione di Emma Fenu

figlia

La figlia femmina è il primo romanzo della giovane catanese Anna Giurickovic Dato, pubblicato da Fazi Editori.

Ci sono padri che, dopo aver legato la propria figlia sulla pira, non si fermano.

Ci sono padri che affondano la lama del coltello sulle carni innocenti, macchiandosi del sangue della vittima.

Ci sono padri che non sentono un angelo che gli ferma il polso, come accadde ad Abramo, il quale risparmiò il suo bambino dal sacrificio.

La piccola Maria, invece è stata sacrificata: ancora bambina è già oggetto delle attenzioni incestuose del padre.

Lo apprendiamo subito, fin dalle prime pagine di un romanzo che si legge senza fermarsi, pervasi dall’angoscia, inseguendo le orme dei personaggi fra i suk di Rabat, in Marocco, e il corso del Tevere, a Roma.

L’autrice, Anna Giurickovic Dato, indaga con delicata ma decisa attenzione il percorso psicologico dei protagonisti: Giorgio, il padre; Silvia, la madre; Maria, la figlia prima bambina poi adolescente; Antonio, il nuovo compagno della madre.

Giorgio è un uomo che lotta con i propri demoni, e perde, cadendo nell’abisso.

Silvia è una donna – bambina, insicura, che vede e non vede e finge di non vedere, in nome di una vita che risponda ad una perfezione anelata, costruita con mattoni fatti di nulla.

Maria è un personaggio all’apparenza controverso, che da vittima innocente sembra diventare una lolita seduttiva e pericolosa, capace di usare la propria bellezza acerba, tinta di falsa ingenuità, per offrire il frutto proibito e di esso avvelenare.

Ricorda la leggenda del fantasma marocchino della donna bellissima, dalla pelle di luna e i capelli di ossidiana, che attrae gli uomini con la propria sensualità irresistibile, per poi sgozzarli e compiere, così, la propria vendetta.

Antonio, pur essendo ben delineato nel carattere, è funzionale, con le sue reazioni di uomo, alla messa in scena della “guerra” fra la madre e la figlia che, anni dopo l’incesto, durante una cena, si ritrovano ad essere rivali per volere della tredicenne Maria, fiore che sboccia e, al contempo, pianta carnivora.

Non svelerò, ovviamente, la conclusione.

Eppure è in essa che troverete il significato ultimo di un romanzo coraggioso e intenso che rivela le pieghe dell’anima e il labile confine fra essere un mostro e non esserlo.

Un dramma borghese, in cui il morbo infetta tutti, come una lebbra dell’anima, che scarnifica e deforma.

Maria è una bambina.

Maria è una bambina intelligente, che impara in fretta.

Maria è una bambina che si punta una matita sul cuore e si lacera la pelle, con le proprie unghie.

Maria è una bambina che non dorme la notte.

Maria è una bambina che sente il male crescerle dentro, pianta figlia di un seme marcio.

Maria è una bambina e le bambine sono sempre vittime, anche quando la loro richiesta d’aiuto sembra un gioco malato, ma segue antichi percorsi, segnati nel buio della memoria, che non possono essere rimossi.

Sinossi

Sensuale come una moderna Lolita, ambiguo come un romanzo di Moravia, La figlia femmina è il duro e sorprendente romanzo d’esordio della giovane scrittrice Anna Giurickovic Dato.

Ambientato tra Rabat e Roma, il libro racconta una perturbante storia familiare, in cui il rapporto tra il padre, Giorgio, e sua figlia Maria, nasconde un segreto inconfessabile.

A narrare tutto in prima persona è però la moglie e madre Silvia, innamorata di Giorgio, ma incapace di riconoscere la malattia di cui l’uomo soffre.

Mentre osserviamo Maria non prendere sonno la notte, rinunciare alla scuola e alle amicizie, rivoltarsi continuamente contro la madre, crescere dentro un’atmosfera di dolore e sospetto, scopriamo mano a mano la sottile trama psicologica della vicenda e comprendiamo la colpevole incapacità degli adulti di difendere le fragilità e le debolezze dei propri figli.

Quando, dopo la morte misteriosa di Giorgio, madre e figlia si trasferiscono a Roma, Silvia finalmente si innamora di un altro uomo, Antonio.

La cena organizzata dalla donna per far conoscere il nuovo compagno a sua figlia, risveglierà antichi drammi, farà sanguinare di nuovo la ferita rimasta aperta.

Maria è davvero innocente, è veramente la vittima del rapporto con suo padre?

Allora perché prova a sedurre per tutta la sera Antonio sotto gli occhi annichiliti della madre?

E la stessa Silvia era davvero ignara di quello che Giorgio imponeva a sua figlia?

La figlia femmina mette in discussione ogni nostra certezza: le vittime sono al contempo carnefici, gli innocenti sono pure colpevoli.

È un romanzo forte, che tiene il lettore incollato alla pagina, proprio in virtù di quella abilità psicologica che ci rivela un’autrice tanto giovane quanto perfettamente consapevole del suo talento letterario.

Titolo: La figlia femmina
Autore: Anna Giurickovic Dato
Edizione: Fazi, 2017
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