“La famiglia Bèlier” di Èric Lartigau
recensione di Annalisa Allegri
Un titolo banale per questo capolavoro di Èric Lartigau. Uscito nelle sale nel dicembre 2014, racconta la storia di Gigi e Rodolfe Bélier, fattori sordomuti della campagna francese, e dei loro figli Paula e Quentin.
Una grave sciagura si abbatte sui nostri protagonisti: la primogenita ha un udito perfetto.
In questo evento si raccoglie tutto il dolore e la frustrazione della diversità e del gap generazionale che diventa un baratro.
Come è possibile capire un figlio, stargli accanto, sostenerlo se viviamo in due mondi completamente differenti?
In un mondo di suoni, parole e rumori l’una, in uno di silenzio e segni gli altri.
Il dramma della mancanza di comprensione, reale e metaforica, e di impossibilità totale di riconoscimento, scuote nel profondo le certezze di questi genitori.
Parallelamente si consuma un altro dolore.
Quello della figlia che si sente responsabile per la sua famiglia.
Lei è il loro collegamento con il mondo esterno, la loro traduttrice, il loro punto di forza.
Paula si divide tra scuola e lavoro nella fattoria, rinunciando alla sua vita di adolescente.
Un colpo di scena giunge a cambiare la situazione e a stravolgere le vite dei nostri protagonisti: Paula Bélier non solo parla, ma canta divinamente bene.
Come cambieranno gli equilibri di questa famiglia? Cosa ne sarà del futuro di questa ragazza? Riuscirà ad emanciparsi e a prendere il volo?
Un film, La famiglia Bélier, dove si alternano momenti divertenti e drammatici, in un connubio perfetto di profondità e leggerezza.
Ricca di colpi di scena e di momenti esilaranti, magistralmente interpretata da Louane Emera, Karin Viard e François Damiens.
Ciliegina sulla torta la colonna sonora tratta dal repertorio di Michèle Sardou, Je vole, una canzone meravigliosa che riassume con una dolcezza estrema il tema centrale di questo film: la possibilità di emancipazione dei figli e dei genitori, l’amore e il sacrificio.
Una storia di crescita e di speranza, che ci costringe a riflettere sul nostro ruolo di figli e/o di genitori.
Un film che merita di essere visto.