“La danza delle falene” di Poppy Adams

Recensione di Chiara Minutillo

falene

Ancora oggi mi domando quale fu l’evento che cambiò tutto. Ma in realtà non fu uno soltanto. La separazione fra due vite non ha quasi mai un’unica causa, deriva piuttosto da una sequenza di eventi, un’inesorabile reazione a catena in cui ogni piccolo anello è fondamentale, come le tessere di un domino che si abbattono serpeggiando. E ho il sospetto che la prima – quella che spingi per far cadere tutte le altre – deve essersi mossa quando Vivi ruzzolò dalla torre campanaria e per poco non morì. Cinquantanove anni fa.

Esiste un luogo nel quale ci si può rifugiare ogni volta che tutto diventa troppo difficile da sopportare. C’è un posto che consente una fuga tranquilla e sicura, garantendo protezione.

Esiste un luogo che può essere identificato da chiunque, ma conosciuto solo da chi decide di cercarvi riparo. Eppure, rimane ancora incompreso.

Mente è il suo nome.

È il nido preferito di Virginia, il posto dove può coccolarsi e pensare a se stessa. Ginny che è così diversa da sua sorella Vivi. Una chiusa, pragmatica, metodica. L’altra espansiva, emotiva e disordinata.

Due donne giunte alla soglia dei settant’anni. Sole, senza nessuno da curare o su cui contare. Due donne divorate dall’artrite e dai segreti, dai ricordi e dai rimpianti. Due donne consumata dall’amore e dal rimorso.

La mia vita sembrava una difficile partita a dama, di cui le persone erano pedine. Io però giocavo da sola per e contro me stessa: muovevo le pedine con discrezione, facendo in modo che ognuna andasse a dama ma evitando con cura che si accorgessero di essere manipolate.

“La danza delle falene” è il libro di esordio dell’autrice Poppy Adams.

Si tratta di un romanzo complesso e denso di fascino. Una saga famigliare rivissuta attraverso le memorie di una figlia e sorella devota.

Quella qui narrata è una storia che stupisce e perseguita, chiedendo di essere letta. È il racconto drammatico, tragico, di una famiglia devastata da se stessa e dal tanto, forse troppo, amore che lega ogni suo componente.

Ciò che lo rende particolare è la costruzione articolata, che tinge la narrazione delle sfumature di un noir. Molte sono le cose non dette o pronunciate solo a metà. Tante sono le cose che solo un epilogo inaspettato può risolvere.

Il tutto avviene con grazia e educazione, come rispettando le regole di un galateo reale, eppure così assurdo. Niente è fuori posto, tutto è impeccabile, come il meccanismo di un orologio che sopravvive al tempo. O come il meccanismo, straordinario e segreto, della mente, che a volte si inceppa, riparte e poi si ferma di nuovo, in un ciclo di vita continuo.

Vi dirò una cosa strana, una cosa che non avrei mai potuto prevedere. Sento che il rapporto fra Vivien e me sta rinascendo ma – ed è questa la cosa bizzarra – è esattamente lo stesso di mezzo secolo fa, come se non fossimo maturate di una briciola, come se la nostra fanciullezza fosse riemersa dal passato, impaziente di riprendere possesso delle anziane donne che siamo diventate. Eccomi qua, in attesa della sua prossima mossa, rassegnata che sia lei a decidere se il nostro piccolo alterco è finito oppure no. É sempre Vivien a dettare le regole, a fissare i confini, è lei ad assumere i rischi, e quando avrà bisogno di me mi troverà qui ad aspettarla. Avevo quasi dimenticato che era questo il mio ruolo.

Sinossi

Ginny guarda fuori dalla finestra del primo piano. Cerca di scorgere la sagoma della sorella Vivian che a sessantaquattro anni, dopo un’assenza durata più di quaranta, ha deciso di tornare nella vecchia casa paterna. Ginny non ha mai lasciato Bulburrow Court, la casa di famiglia, vivendo da persona posata, senza dare nell’occhio, badando da sola a se stessa. Ora, però, l’arrivo della sorella le procura una sottile, insopportabile inquietudine.

In un remoto angolo della sua mente si è fatta strada l’idea che la presenza di Vivi l’avventuriera non rischi soltanto di turbare il suo piccolo mondo: vecchi, dolorosi ricordi e devastanti risentimenti possono riaffiorare senza che nessuna delle due riesca a ricacciarli indietro. Ma quali sono gli oscuri segreti che si celano nel passato delle due sorelle?

Ginny e Vivian sono le ultime discendenti di più generazioni di lepidotterologi, studiosi e cercatori di falene e farfalle. Il padre, un uomo eccentrico e testardo, era dedito solo al suo lavoro e trascorreva lunghe ore nel laboratorio nella soffitta di casa. La madre, trascurata dal marito, era via via precipitata nell’abisso dell’alcolismo. Ma prima di questo dramma, già nell’infanzia di Ginny e Vivian si era aperta tra le due sorelle una crepa che nessuna delle due, nel corso degli anni, ha potuto riparare né potrà farlo ora.

Titolo: La danza delle falene

Autore: Poppy Adams

Editore: Neri Pozza

Anno: 2008

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