“Il volo del soffione” di Mirella Morelli
Recensione di Maria Cristina Sferra
“Il volo del soffione” è una favola di Mirella Morelli edita da Carmignani nel 2018.
Il soffione è simbolo di forza, di speranza e di fiducia: si lascia soffiare via e si divide in tanti piccoli semi, gli acheni, che partono per uno splendido viaggio alla conquista di nuovi spazi, distaccandosi dalle loro origini e affrontando il proprio destino in assoluta libertà.
Nella favola “Il volo del soffione”, gli acheni fratelli – ciascuno di indole diversa – partiti dallo stesso soffione, si fanno trasportare in volo dal vento per conoscere il mondo. E il mondo riserva loro inaspettati incontri e sorprendenti racconti. E saggi insegnamenti da cui apprendere.
“E tu, amico, dove andrai adesso?”
Il giovane seme dal ciuffo curioso ci pensò un po’ su poi, accorgendosi che al di sopra dell’albero svolazzavano gli altri fratelli, rise a sua volta, spensierato: “Non lo so… da qualche parte nel cielo, credo. In fondo, il mio volo è solo all’inizio!” e con un gioioso saluto alla lepre si diresse lì, dove stavano volando gli altri acheni.
Gli acheni parlano con il torello e con l’airone, con la mosca e con l’anatra, con la lepre e con il tasso, con lo scoiattolo e con la quercia, con una statua e con la giraffa.
Gli acheni ascoltano le storie del fiume e dello stambecco, della mosca nera partita per raggiungere l’arcobaleno, della formica rimasta sola, del cane nudo che ha trovato un amico, della lupa innamorata, della nuvola timorosa, della stella caduta, del piccione e dello scoiattolo, della farfalla che non voleva volare, della giraffa cieca.
…Anche lei, come te, è venuta da appena uno spicchio di cielo più in là. È una nuvola pigra o forse semplicemente nessuno le ha ancora detto che la sua esistenza potrebbe essere brevissima.
Quando l’ho conosciuta mi ha raccontato di essersi cullata fino ad allora tra le braccia di un vento leggero, poi si era addormentata proprio in cima a un monte, finché svegliandosi aveva intuito di dover andare oltre… anche solo un pochino.
Mirella Morelli, grande appassionata e colta studiosa di favole e fiabe, nella sua opera prima ci propone la visione del mondo attraverso gli occhi delle creature naturali più disparate, alle quali dà voce, in un viaggio simbolico che ricalca quello di ciascuna esistenza, con tutti i dilemmi, gli struggimenti, le paure, le scoperte, le gioie.
Nel tempo di un volo, tra nuovi incontri e scambi di parole, attraverso le storie che si susseguono inanellandosi l’una all’altra, ci troviamo a confronto con l’infinita gamma delle emozioni che permeano la vita.
Moltissimi sono i temi e i sentimenti che si incontrano lungo le pagine: l’amicizia, l’amore, l’indifferenza, il sostegno, la cattiveria, la bontà e così via. I semi, i fiori, i piccoli e grandi animali, gli insetti, gli elementi inanimati del creato: tutti hanno la possibilità di raccontare qualcosa.
Che gran fregatura l’amore, si disse pertanto con un sospiro. Proprio quando credeva di aver trovato un suo modus vivendi si ritrovava a pelo ritto e coda tra le zampe!
Ma il suo sarcasmo di lupa indipendente e fuori dai canoni non l’aiutò a stare meglio, anzi.
Era entrata in confusione, come sempre accade allorché arriva qualcosa a scombussolare certezze stratificate da un’intera esistenza.
“Il volo del soffione” è una favola molto speciale, perché è rivolta agli adulti, che potranno leggerla con la consapevolezza e la capacità, date dall’età e dall’esperienza, di comprendere tutti i messaggi, a volte diretti, altre formulati attraverso raffinate metafore, che si incontrano durante la narrazione.
Ma il libro può essere letto anche ai bambini che, pur non avendo il bagaglio necessario per sondarne la profondità, di sicuro ne apprezzeranno le belle storie ricche di fantasia, le situazioni surreali, la visione immaginifica del creato.
E la lettura sarà per tutti piacevolmente accompagnata dalle tavole a colori, realizzate ad acquerello dall’illustratrice Grazia Cocco, che inframmezzano e arricchiscono il testo.
“Vivi! Così mi ha gridato il torello, mentre mi innalzavo nell’aria. Vivi. Me l’ha gridato più volte e né io né lui sapevamo a cosa andavo incontro, o cosa mi sarebbe accaduto. Ma sono qui. E il mio viaggio mi ha portato da te. Tu vuoi vivere, vero?”
“Sì” rispose semplicemente la giraffa dalle ciglia lunghe, battendole più volte.
L’indiscutibile abilità di penna dell’autrice, insieme alla sua spiccata attitudine poetica, fanno di questo piccolo libro un vero gioiello, quasi un manuale d’uso per affrontare l’esistenza. O per meditare sul suo significato.
Una racconto che con garbo e intelligenza ci aiuta a far luce sulle scelte coraggiose che dobbiamo fare per diventare esseri davvero liberi e compiere il nostro personale e unico viaggio della vita.
Una favola che ha una morale, proprio come nel famoso detto.
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Sinossi
“In questo libro ascoltiamo la natura, e talvolta persino gli astri. Ascoltiamo proprio ciò che ignoriamo: piccoli insetti, uccelli e animali, come protagonisti di un mondo meraviglioso e muto, che nella favola si evolve acquistando la parola. E tutto attraverso il volo di un intrepido soffione e dell’unico filo conduttore rappresentato dal semino errante, emblema di conoscenza e libertà, che attraverso la libertà stessa acquisisce conoscenza. Dieci episodi scandiscono questo viaggio, dieci piccole storie in forma di favola che illuminano un unico racconto”. (dalla Prefazione di Giuseppe Pellegrino)